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personaggi:bingo

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Linea 1: Linea 1:
 +===== Bingo "Gavroche" Sottocolle =====
 +
 //… May it be the shadow's call\\ //… May it be the shadow's call\\
 Will fly away\\ Will fly away\\
Linea 8: Linea 10:
 Quando la ragazza aveva iniziato a cantare, dopo pochi istanti nella locanda era sceso il silenzio. La sua voce riusciva a far sentire un fremito a chi l’ascoltava. L’accompagnamento del flauto traverso era un piacere per le orecchie e arrivava fino al cuore di chi l’ascoltava. Marcel si stava gustando la scena compiaciuto, perfino il nano seduto al bancone aveva smesso di raccontare le su improbabili imprese, aveva posato il boccale e stava ascoltando in silenzio. Sua figlia era splendida, i lunghi capelli corvini scendevano fino a sotto le spalle. I suoi occhi blu erano del colore del mare, o almeno questo era quello che raccontavano i pochi mercanti che l’avevano visto. Forse era abbastanza grande per essere concessa in sposa? Ma a chi? Si erano già fatti avanti nobili, soldati, mercanti. Ma aveva sempre detto di no. Era la sua bambina… Quando la ragazza aveva iniziato a cantare, dopo pochi istanti nella locanda era sceso il silenzio. La sua voce riusciva a far sentire un fremito a chi l’ascoltava. L’accompagnamento del flauto traverso era un piacere per le orecchie e arrivava fino al cuore di chi l’ascoltava. Marcel si stava gustando la scena compiaciuto, perfino il nano seduto al bancone aveva smesso di raccontare le su improbabili imprese, aveva posato il boccale e stava ascoltando in silenzio. Sua figlia era splendida, i lunghi capelli corvini scendevano fino a sotto le spalle. I suoi occhi blu erano del colore del mare, o almeno questo era quello che raccontavano i pochi mercanti che l’avevano visto. Forse era abbastanza grande per essere concessa in sposa? Ma a chi? Si erano già fatti avanti nobili, soldati, mercanti. Ma aveva sempre detto di no. Era la sua bambina…
  
 +{{ :personaggi:bingo0.jpg?250|}}
 Travolto da questi pensieri, Marcel posò gli occhi sul piccolo hobbit che stava suonando il flauto. Forse conoscere quel piccolo e insignificante mezz’uomo era stata una delle maggiori fortune della sua vita. Lo vedeva, seduto a terra con le gambe incrociate, con il suo caschetto biondo e quegli occhi azzurri da furbetto. Anche in questa occasione, come al solito, nessuno sembrava accorgersi e dare importanza a quella piccola creatura, sopraffatti da tutto il resto. Eppure ne era convinto, quel piccoletto aveva qualcosa di Speciale. Erano pochi mesi che lo hobbit si dilettava con quello strumento e i risultati erano molto buoni. Gli aveva dato un buon consiglio, anche suonare uno strumento musicale poteva essere una buona copertura… Travolto da questi pensieri, Marcel posò gli occhi sul piccolo hobbit che stava suonando il flauto. Forse conoscere quel piccolo e insignificante mezz’uomo era stata una delle maggiori fortune della sua vita. Lo vedeva, seduto a terra con le gambe incrociate, con il suo caschetto biondo e quegli occhi azzurri da furbetto. Anche in questa occasione, come al solito, nessuno sembrava accorgersi e dare importanza a quella piccola creatura, sopraffatti da tutto il resto. Eppure ne era convinto, quel piccoletto aveva qualcosa di Speciale. Erano pochi mesi che lo hobbit si dilettava con quello strumento e i risultati erano molto buoni. Gli aveva dato un buon consiglio, anche suonare uno strumento musicale poteva essere una buona copertura…
  
Linea 42: Linea 45:
 Sapevano perfettamente che la carovana era in ritardo a causa della prima e inaspettata neve sul passo. Non potendo raggiungere Linz, avrebbero sostato ai piedi del colle, a notte fonda. Sicuramente avrebbero trovato i due uomini della scorta di guardia, ma la notte e le loro abilità li avrebbe aiutati. Marcel doveva occuparsi delle due guardie, cerbottana con il sonnifero per entrambi, una delle sue specialità. Nel frattempo lo hobbit sarebbe entrato nella tenda allestita per la signora, o sul carro. Bastava posarle sul volto il panno imbevuto dal sonnifero e sfilarle l’anello sarebbe stata una passeggiata. Sapevano perfettamente che la carovana era in ritardo a causa della prima e inaspettata neve sul passo. Non potendo raggiungere Linz, avrebbero sostato ai piedi del colle, a notte fonda. Sicuramente avrebbero trovato i due uomini della scorta di guardia, ma la notte e le loro abilità li avrebbe aiutati. Marcel doveva occuparsi delle due guardie, cerbottana con il sonnifero per entrambi, una delle sue specialità. Nel frattempo lo hobbit sarebbe entrato nella tenda allestita per la signora, o sul carro. Bastava posarle sul volto il panno imbevuto dal sonnifero e sfilarle l’anello sarebbe stata una passeggiata.
  
-Aspettarono che Alice si ritirasse nella sua camera e poi partirono. Il piano stava procedendo come previsto. I due si muovevano silenziosi. Avevano avvistato il fuoco da campo. Lo hobbit andò in avanscoperta. Tornò con ottime notizie. Le guardie erano due, a fianco del carro era stata allestita una tenda. Come avevano immaginato. Tutto troppo semplice? No, gli ottimi piani sono sempre semplici. È quella la regola. Ora toccava al Corvo. Si avvicinò senza muovere una foglia. I due sibili si percepirono appena. Le guardie smisero quasi immediatamente di parlare. “Seguimi” disse Kurtz. Bingo guardò verso la sua destra. Kurtz era vicino a lui ed aveva iniziato a muoversi verso la tenda. Il mezz’uomo lo seguì e arrivarono alla tenda. Dove era finito Kurtz? Non lo vedeva più. Un altro Sogno? Lo hobbit non perse tempo e aprì la tenda, passando dal retro, usando il pugnale. La donna dormiva, ignara di tutto. Le posò il panno sul volto e contò fino a 30, come aveva imparato, per essere sicuro che il sonnifero facesse effetto. Le sfilò l’anello. Un gemito da fuori interruppe la sua concentrazione. “Sbrigati e prendi il pugnale”. Ancora la voce di Kurtz. Che stava succedendo? Lo hobbit sguainò l’arma e sbirciò fuori. Si rese conto che una delle due guardie era stata solo intontita dal colpo di Marcel. Era riuscito a reagire, doveva aver usato una qualche arma da tiro. Marcel era a terra. Era forse morto? Non ci pensò due volte. L’uomo d’arme era forse troppo concentrato su Marcel, ma lo hobbit gli arrivò alle spalle senza problemi. Visualizzò mentalmente cosa aveva imparato. Le lezioni di Kurtz sull’anatomia erano incredibilmente più precise di quelle di Marcel. “Un taglio di pochi centimetri vicino allo sterno ti permette di raggiungere il cuore. Perdita di coscienza istantanea, morte in tre secondi”. Bingo colpì, senza esitazione. Quasi che quel colpo non fosse sferrato dalla sua mano. Il gesto durò per una frazione di secondo. Quanto serve per porre fine a una vita. O quanto serve per salvarne un’altra.+Aspettarono che Alice si ritirasse nella sua camera e poi partirono. Il piano stava procedendo come previsto. I due si muovevano silenziosi. Avevano avvistato il fuoco da campo. Lo hobbit andò in avanscoperta. Tornò con ottime notizie. Le guardie erano due, a fianco del carro era stata allestita una tenda. Come avevano immaginato. Tutto troppo semplice? No, gli ottimi piani sono sempre semplici. È quella la regola. Ora toccava al Corvo. Si avvicinò senza muovere una foglia. I due sibili si percepirono appena. {{:personaggi:bingo01.jpg |}}Le guardie smisero quasi immediatamente di parlare. “Seguimi” disse Kurtz. Bingo guardò verso la sua destra. Kurtz era vicino a lui ed aveva iniziato a muoversi verso la tenda. Il mezz’uomo lo seguì e arrivarono alla tenda. Dove era finito Kurtz? Non lo vedeva più. Un altro Sogno?  
 +Lo hobbit non perse tempo e aprì la tenda, passando dal retro, usando il pugnale. La donna dormiva, ignara di tutto. Le posò il panno sul volto e contò fino a 30, come aveva imparato, per essere sicuro che il sonnifero facesse effetto. Le sfilò l’anello. Un gemito da fuori interruppe la sua concentrazione. “Sbrigati e prendi il pugnale”. Ancora la voce di Kurtz. Che stava succedendo? Lo hobbit sguainò l’arma e sbirciò fuori. Si rese conto che una delle due guardie era stata solo intontita dal colpo di Marcel. Era riuscito a reagire, doveva aver usato una qualche arma da tiro. Marcel era a terra. Era forse morto? Non ci pensò due volte. L’uomo d’arme era forse troppo concentrato su Marcel, ma lo hobbit gli arrivò alle spalle senza problemi. Visualizzò mentalmente cosa aveva imparato. Le lezioni di Kurtz sull’anatomia erano incredibilmente più precise di quelle di Marcel. “Un taglio di pochi centimetri vicino allo sterno ti permette di raggiungere il cuore. Perdita di coscienza istantanea, morte in tre secondi”. Bingo colpì, senza esitazione. Quasi che quel colpo non fosse sferrato dalla sua mano. Il gesto durò per una frazione di secondo. Quanto serve per porre fine a una vita. O quanto serve per salvarne un’altra.
  
 Marcel aveva un dardo conficcato nella coscia. Aveva perso i sensi, ma era vivo. Non sembrava una ferita mortale, ma come l’avrebbero giustificata in città? Ma il problema più urgente, era riportare Marcel a casa. Non aveva scelta, Marcel non glielo avrebbe perdonato, ma non aveva alternative. Non poteva fidarsi degli amici di Marcel, non erano veri amici quelli. Qualcuno avrebbe potuto approfittarne e farlo fuori. Il posto del Corvo nella Gilda era ambito. Certamente, per raggiunge quel prestigio e quella fama, si era anche fatto parecchi nemici. Tanti erano semplicemente invidiosi. Alcuni li avevi sentiti con le sue orecchie, mentre dicevano che il Corvo era un pazzo megalomane con la faccia di bronzo. Era troppo rischioso giocare a fare il locandiere. Ma erano i Fatti a dare ragione al Corvo. Quella commedia funzionava da anni. Marcel aveva un dardo conficcato nella coscia. Aveva perso i sensi, ma era vivo. Non sembrava una ferita mortale, ma come l’avrebbero giustificata in città? Ma il problema più urgente, era riportare Marcel a casa. Non aveva scelta, Marcel non glielo avrebbe perdonato, ma non aveva alternative. Non poteva fidarsi degli amici di Marcel, non erano veri amici quelli. Qualcuno avrebbe potuto approfittarne e farlo fuori. Il posto del Corvo nella Gilda era ambito. Certamente, per raggiunge quel prestigio e quella fama, si era anche fatto parecchi nemici. Tanti erano semplicemente invidiosi. Alcuni li avevi sentiti con le sue orecchie, mentre dicevano che il Corvo era un pazzo megalomane con la faccia di bronzo. Era troppo rischioso giocare a fare il locandiere. Ma erano i Fatti a dare ragione al Corvo. Quella commedia funzionava da anni.
Linea 63: Linea 67:
 Marcel,\\ Marcel,\\
 sei stato più di un capo. Sei stato un maestro. Non rammaricarti per quanto accaduto, sono stato io a volere seguire la strada che tu mi hai mostrato. Un giorno tornerò a salutarti, ma ora è giunto il momento di ringraziarti ed andare.\\ sei stato più di un capo. Sei stato un maestro. Non rammaricarti per quanto accaduto, sono stato io a volere seguire la strada che tu mi hai mostrato. Un giorno tornerò a salutarti, ma ora è giunto il momento di ringraziarti ed andare.\\
 +\\
 Il sempre vostro\\ Il sempre vostro\\
 Bingo// Bingo//
Linea 68: Linea 73:
 Rimettersi in viaggio. Gli tornò in mente il viaggio che aveva fatto per arriva a Linz dal Convivio. Gli era parso quasi una caccia al tesoro. Aveva raccolto informazioni dai viaggiatori che raggiungevano la sua casa, per sapere se questa Linz, che aveva sognato, esistesse davvero. Aveva camminato, viaggiato su carri di mercanti e su un postale. Era bello conoscere persone nuove, vedere luoghi nuovi. Lasciare casa non era stato di certo facile, ma infondo, era divertente restarsene nel Convivio e vivere giorni tutti uguali, a lavorare la terra, invecchiare e morire? Il Sogno era stato soltanto l’ultima e decisiva spinta ad andarsene. I suoi genitori erano certo dispiaciuti, ma non era di certo il primo mezz’uomo che lasciava il Convivio per andare a cercar fortuna nelle terre degli uomini. Rimettersi in viaggio. Gli tornò in mente il viaggio che aveva fatto per arriva a Linz dal Convivio. Gli era parso quasi una caccia al tesoro. Aveva raccolto informazioni dai viaggiatori che raggiungevano la sua casa, per sapere se questa Linz, che aveva sognato, esistesse davvero. Aveva camminato, viaggiato su carri di mercanti e su un postale. Era bello conoscere persone nuove, vedere luoghi nuovi. Lasciare casa non era stato di certo facile, ma infondo, era divertente restarsene nel Convivio e vivere giorni tutti uguali, a lavorare la terra, invecchiare e morire? Il Sogno era stato soltanto l’ultima e decisiva spinta ad andarsene. I suoi genitori erano certo dispiaciuti, ma non era di certo il primo mezz’uomo che lasciava il Convivio per andare a cercar fortuna nelle terre degli uomini.
  
-Non aveva motivo di dubitare di quei Sogni. Ma era davvero dei Sogni, o era Bingo a chiamarli così, per convincersi di non essere pazzo? Erano così reali, a volta più reali della realtà. Non ricordava con precisione la prima volta che vide Kurtz. Era un uomo alto e snello. Capelli lunghi e bianchi. Anche la barba era bianca. Quel bianco stonava con il fisico dell’uomo. Quanti anni aveva Kurtz? Forse una quarantina. Io suoi occhi erano strani, son sembrava provare emozioni. Bingo stava dormendo, o forse stava pescando nel fiume. L’uomo si era seduto al suo fianco e gli aveva raccontato una storia, di uomini e draghi. Quando Bingo gli chiese come il suo nome, l’uomo rispose “Chiamami semplicemente Kurtz”.+Non aveva motivo di dubitare di quei Sogni. Ma era davvero dei Sogni, o era Bingo a chiamarli così, per convincersi di non essere pazzo? Erano così reali, a volta più reali della realtà. Non ricordava con precisione la prima volta che vide Kurtz. Era un uomo alto e snello. Capelli lunghi e bianchi. Anche la barba era bianca. Quel bianco stonava con il fisico dell’uomo. Quanti anni aveva Kurtz? Forse una quarantina. Io suoi occhi erano strani, son sembrava provare emozioni. Bingo stava dormendo, o forse stava pescando nel fiume. L’uomo si era seduto al suo fianco e gli aveva raccontato una storia, di uomini e draghi. Quando Bingo gli chiese quale fosse il suo nome, l’uomo rispose “Chiamami semplicemente Kurtz”.
  
 Negli ultimi anni, Kurtz lo aveva aiutato molto durante l’addestramento con Marcel. Spesso sapeva cosa gli avrebbe insegnato il Corvo e sapeva dargli dei suggerimenti, quando qualcosa non gli riusciva. Gli mostrava come impugnare meglio il pugnale, oppure gli indicava quale vicolo imboccare quando qualcosa andava storto.  Negli ultimi anni, Kurtz lo aveva aiutato molto durante l’addestramento con Marcel. Spesso sapeva cosa gli avrebbe insegnato il Corvo e sapeva dargli dei suggerimenti, quando qualcosa non gli riusciva. Gli mostrava come impugnare meglio il pugnale, oppure gli indicava quale vicolo imboccare quando qualcosa andava storto. 
Linea 79: Linea 84:
  
 Il luogo dell’incontro era una piccola e anonima piazza, non fosse stato per la presenza di una bella fontana. Si avvicinò a quell’uomo che chiedeva la carità. Gli lanciò una moneta d’argento nel piatto e gli sussurrò: “Quella la rivoglio indietro. Dimmi che hai da offrire”. L’uomo alzò appena lo sguardo e rispose: “Mi chiamo Donnola. Stai cercando un lavoro mezz’uomo? Mi servirebbe un socio per un colpo, facile facile… Come hai detto che ti chiami?” Lo hobbit guardò l’uomo e sorridendo, rispose: “Sono Gavroche, l’allievo del Corvo…”.  Il luogo dell’incontro era una piccola e anonima piazza, non fosse stato per la presenza di una bella fontana. Si avvicinò a quell’uomo che chiedeva la carità. Gli lanciò una moneta d’argento nel piatto e gli sussurrò: “Quella la rivoglio indietro. Dimmi che hai da offrire”. L’uomo alzò appena lo sguardo e rispose: “Mi chiamo Donnola. Stai cercando un lavoro mezz’uomo? Mi servirebbe un socio per un colpo, facile facile… Come hai detto che ti chiami?” Lo hobbit guardò l’uomo e sorridendo, rispose: “Sono Gavroche, l’allievo del Corvo…”. 
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 +==== Intro ====
 +Ah, il grande parco di Middenheim a giugno, una pipa di radica e del finissimo tabacco nanico. Sgraffignato, ovviamente, quindi due volte più aromatico. Poche nuvole nel cielo azzurro, la temperatura mite, e l’erba verde sotto la tua schiena. Bella vita. Chiudi gli occhi per un attimo.
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 +“Bella vita, eh?”\\
 +Riapri gli occhi. Kurtz è seduto sul prato vicino a te. Anche lui ha una pipa intarsiata in bocca e dal braciere si sprigiona un profumo straordinario.
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 +“Dove hai preso quel tabacco?”\\
 +Kurtz ti guarda, evidentemente divertito. “Mia sorella ha proprio ragione.”\\
 +“Su che cosa?”\\
 +“Su di voi mezzuomini. Allora, come ti trovi qui alla rocca del Lupo?”\\
 +“Città straordinaria!”\\
 +“Davvero. Non ne troverai un’altra uguale da questa parte del mondo e se un giorno tu varcassi il mare, poche roccaforti degli Elfi reggerebbero il confronto. Ma veniamo a noi. Ho qualcosa da chiederti, mio caro Bingo.”
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 +Kurtz parla pochi minuti. Preciso. Non ha bisogno di ripetersi, del resto non lo farebbe. Poi ti da un’affettuosa pacca sulla spalla, si alza e si incammina. Nessuno pare notarlo. O forse quella bella ragazza si è girata verso di lui? La tua concentrazione, però, non è sui suoi passi, ma su quello che dovrai fare nei prossimi giorni.
 +
 +Kurtwallen, che schifo di paese. Triste all’inverosimile, anche se qualcuno ti ha detto che non è sempre stato così. Hai atteso il minimo sindacale per svolgere il tuo compito, ma sono stati due tra i giorni più lunghi e noiosi della tua vita. Poi arriva la sera giusta. Segui l’uomo che devi seguire. Straniero, ha pochi tratti degli uomini di queste parti, anche se indossa vestiti comuni: un evidente tentativo di confondersi con gli autoctoni. Incontra l’uomo che Kurtz ti ha indicato: uno scout, vestiti e simboli dei guardavia imperiali. Si scambiano qualcosa, poi lo straniero parte. Lo segui con discrezione per un’oretta e torni indietro. Il giorno dopo, aspetti che lo scout lasci la sua abitazione e dopo le assicurazioni del caso, vai a fare una visita di cortesia. 
 +
 +Nascondiglio fin troppo banale: un doppiofondo nell’armadio. Ignori il mantello nero con lo strano simbolo sopra. Scostandolo, trovi il secondo doppiofondo. Molti ci sarebbero cascati, non Bingo Sottocolle. Prendi con te le pergamene che hai trovato e vai ad aspettare i templari che Kurtz ti ha chiesto di aspettare. Arrivano poche ore dopo. 
 +
 +Hai dovuto faticare non poco, ma alla fine il vecchio templare del Lupo Bianco ti ha ascoltato, con il viso che passava man mano dall’altezzoso, al sospettoso, allo stupito.
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 +“Bene, mastro Bingo. Visto che conosci così bene l’aspetto di quell’uomo dovrai farci da guida.”\\
 +“Ma certo, messere! È solo una questione di vil denaro...” 
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personaggi/bingo.1526324150.txt.gz · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)