18 Settembre – Inizio

Victor e D si fanno condurre dalla carrozza alla “La Regina del Mare”. Qui giunti, Victor prende una stanza di buon livello, la numero 15 sul lato est, con accesso dal cortile interno. I due vengono accolti da Santiago, il direttore, che conosce meglio la lingua del nord. Il paladino si presenta con il nome falso di Valerian Gosens, e chiede poi ad un inserviente dove si trovi Joaquin. Individuato lo zomorano, lo invita al tavolo per un primo colloquio.

Joaquin nota che uno dei buttafuori, Udo, sta prestando loro particolare attenzione, e lo fa capire all’uomo chiamandolo. I tre decidono di parlare fra loro in tranquillità, spostandosi in un vicolo laterale. D si assicura che nessuno li segua. Viene deciso di cominciare le indagini dal luogo in cui Ulrich incontrava la donna misteriosa, un vicolo fra due magazzini al porto. Non notando nulla di particolare, i tre si spostano dunque alla casa di Ulrich, una elegante abitazione nella zona nord, lungo il placido pendio che risale le colline che circondano la città.

Giunti alla casa, i nostri trovano la porta aperta, nessun segno di scasso. Victor, prima di richiudere la porta, nota lo sguardo di un passante, lo osserva poi dalla finestra e lo vede spuntare dal muretto della casa vicina. D decide di fare il giro per prenderlo alle spalle e vedere cosa combina. Intanto, gli altri esaminano la casa: le stanze sono in disordine, sia quella dove dormiva Ulrich che quella più piccola, occupata di solito da Kurt, la guardia del corpo scomparsa. Mentre rovistano, odono un rumore di vetri infranti: è stata scagliata una pietra contro una finestra al pianterreno. D ha visto l’uomo lanciare la pietra, lo insegue senza farsi scoprire, correndo ma scegliendo di non raggiungerlo. L’uomo, giunto in una via laterale, al livello del mare, riprende fiato, senza notare D che lo spia, e va verso la sua casa, dove entra senza sospetti. D memorizza il luogo – una via laterale all’angolo con un piccolo spaccio alimentare – e torna dagli altri.

Arrotolato attorno alla pietra vi era un foglio di pergamena, con un messaggio che dà appuntamento ai nostri al tramonto, al molo numero 6, per avere informazioni su Kurt. D perquisisce con più attenzione le stanze, trova uno scomparto segreto in un cassetto, con lo spazio per un libricino o una piccola scatola. All’interno, però, c’è un botticino di vetro con un tappo di sughero. Prudentemente, D dice agli altri di tapparsi il naso e farsi indietro, appena aperto il botticino fuoriesce una nuvola violacea, D si affretta a chiudere, il veleno contenuto procura a lui solo una forte nausea, fortunatamente di breve durata.

I tre decidono di andare a mangiare qualcosa ad una taverna, che si ritiene essere sotto l’influenza di Rolgar, una bettola di nome “Il Pirata”. Victor passa a cambiarsi mettendo abiti più pratici, e rivela la sua vera identità a Joaquin. I tre giungono alla bettola quando ormai l’orario di pranzo è quasi finito.

18 Settembre – Scontro al molo

I nostri mangiano al Pirata, notando al bancone un certo El Nueve, di origini zomorane, uomo considerato il braccio armato di Nald Rolgar.

Il gruppo si reca poi alla casa dell’uomo che ha lanciato la pietra. D. entra dal retro e si apposta nella stanza immersa nella penombra, dopo aver scassinato la porta. Victor e Joaquin bussano invece alla porta. Ad aprire è una donna, il marito si rifugia in camera, senza notare D. La donna è impaurita e dice di andare via, sostenendo l’assenza del marito. Capendo che è una bugia, i nostri entrano comunque in casa. Il marito fa per prendere un coltello alla cintura, D. lo ammonisce e lui sussulta di paura, Joaquin sente tutto e la situazione è ormai chiara. L’uomo tenta la fuga, D. lo ferma ma, non parlando la sua lingua, non riesce a farsi capire. Alla fine, con la traduzione di Joaquin, i nostri convincono l’uomo a raccontare ogni cosa.

Egli, Pauli, è stato contattato da un uomo brizzolato, che aveva già visto in passato a “Il Pirata”, che gli ha dato due pezzi d’argento per lanciare la pietra. Egli ha accettato di svolgere lo strano compito in quanto a causa di un diverbio con un capo squadra del Sindacato non riesce più a trovare lavoro al porto. Pauli accetta di tenere occhi e orecchie aperti per conto dei nostri, Joaquin dà una moneta alla moglie e prende la bottiglia con quel che resta del vino che Pauli e i nostri hanno bevuto. D. decide prudentemente di seguire Pauli, per assicurarsi che non vada ad avvisare nessuno, e lo vede in effetti cercare lavoro, senza successo, e poi fare delle spese con l’argento guadagnato.Victor e Joaquin gironzolano per il porto, poi vanno alla locanda e Victor si arma con la spada a due mani.

Giunti al molo 6, i nostri attendono il tramonto, D. si nasconde per osservare la situazione, gli altri sono in bella vista. Non sopraggiunge nessuno, ma Joaquin vede che un pescatore sta chiaramente perdendo tempo in operazioni inutili e ripetute. I due si avvicinano al pescatore, che dice subito loro di andare al grande magazzino che si trova proprio sul molo. D. fa il giro intorno a un edificio, che si rivela essere una taverna. Qui nota nella veranda un tizio brizzolato che tiene d’occhio il molo. Victor e Joaquin si incamminano verso il magazzino, D. prova a tirare un pezzo di legno per attirare la loro attenzione, senza successo. D. allora torna al suo nascondiglio e poi, quando vede scomparire alla vista i compagni, va alla taverna per controllare da vicino il tizio brizzolato. Questi lascia la sua posizione e parla con altri avventori. Anche il pescatore se ne va, quando vede Victor e Joaquin entrare nel magazzino.

Quando essi entrano, trovano El Nueve accanto ad una sedia, su cui c’è un uomo robusto, incappucciato e con le mani apparentemente legate dietro alla schiena. Una scimitarra è posata sulla seggiola. El Nueve dice ai nostri di lasciare la città, in quel modo saranno salvi e verrà liberato Kurt. Victor fa due passi indietro, fingendo indifferenza, per guadagnare tempo e avvisare D. El Nueve non ha pazienza, pone ancora una volta la domanda e quando capisce che i due non cederanno, mette mano alle armi.

E’ chiaramente una trappola ben preparata: oltre a El Nueve, abile spadaccino, anche l’uomo incappucciato è un nemico, non ha le mani legate e si alza prendendo la scimitarra. Da dietro le casse, sui lati, partono due dardi. Victor e Joaquin però se la cavano egregiamente: lo spadaccino assale in contropiede El Nueve e lo stende subito con un colpo, ferendolo poi ripetutamente mentre è a terra, il dardo lo manca e quando il balestriere lo assale con un’accetta lo uccide con un solo colpo; il paladino, ferito leggermente dal dardo, non riesce a colpire come vorrebbe l’uomo con la scimitarra, e viene ferito anche dal balestriere, accorso con un’accetta, tuttavia è bravo a riprendere in mano lo scontro colpendo duramente proprio quest’ultimo nemico, parando con lo scudo l’attacco dell’uomo con la scimitarra.

Intanto, Victor ha mandato un forte fischio e un richiamo a D., prima che lo scontro avesse inizio, e questi ha sentito ed è accorso, giungendo alla porta del magazzino proprio quando Joaquin ha appena steso definitivamente El Nueve, crollato privo di sensi sul pavimento.

18 Settembre – Fuga e ritorno alla casa di Ulrich

Lo scontro all'interno del magazzino si mette bene per i nostri: Joaquin ha steso i suoi avversari e può accorrere in aiuto di Victor, che ha stordito un nemico ed è alle prese con l'uomo con la scimitarra. Sia il paladino che lo spadaccino attaccano quest'ultimo avversario, l'ultimo colpo di Joquin mozza la mano del malcapitato, che urlando si abbandona in ginocchio sul terreno.

Intanto, il secondo nemico, barcollando, prova a raggiungere l'uscita del magazzino, ma D., che si è mosso di soppiatto per aiutare gli amici, lo raggiunge alle spalle. Victor, accortosi della fuga dell'ultimo nemico rimasto in piedi, lo insegue, intima a D. di fermarlo, ma questi fallisce maldestramente l'attacco e cade a terra. Victor raggiunge l'uomo, senza però ferirlo. Il malcapitato, conscio di non poter fuggire, si difende come può, mentre D. e Victor lo attaccano. D. in particolare, a causa della sua brama di sangue, continua ad infierire anche quando l'uomo ha buttato la spada su intimazione di Victor, che prova disperatamente a trattenere il compagno, che però colpisce l'uomo a terra, ferendolo gravemente ancora una volta.

Intanto Joaquin, dopo aver ucciso il nemico con la mano mozzata, va alla porta del magazzino e vede che un capannello di persone si è radunato e avanza con armi e lanterne verso di loro. Del fatto si è reso conto pure l'elfo Miriniel, che ha raggiunto il molo con una barca con l'aiuto del pescatore Eber, seguendo la premonizione del proprio maestro.

L'elfo fa avvicinare la barca al molo e risale la scala, mentre Joaquin prende il cadavere di El Nueve e lo mostra alla folla in avvicinamento, guadagnando qualche momento. Victor e D., scambiate alcune parole, si mettono in moto: D. dà fuoco al magazzino infrangendo una lanterna, Victor va alla porta e guarda la situazione.

I nostri hanno poco tempo. Per loro fortuna, Joaquin sente l'elfo offrire aiuto nella lingua provinciale. I nostri corrono alla scaletta e scendono nella barca. D., rimasto per ultimo, capisce di non avere tempo, lancia allora la botticina con il veleno gassoso e poi si tuffa in acqua. Ripescato da Joaquin, che si tuffa per aiutarlo, anche D. finisce per trovare rifugio nella barca di Eber, che si allontana nel buio delle acque del porto.

Il barcaiolo conduce i nostri in un piccolo molo a nord, il gruppo decide di fidarsi di Eber e di lasciarlo andare, poi si dirige alla casa di Ulrich per trovare rifugio. Qui giunti, i nostri decidono di entrare dal giardino, scavalcando il muro.

Appena all'interno, l'elfo vede grazie alla sua vista notturna la sagoma di un uomo nella casa, al pianterreno. Victor, con un incantesimo, individua tre nemici al piano terra, dislocati nelle tre stanze. D. si avvicina alla casa e, con l'aiuto di Victor, sale alla finestra al piano superiore. Non riuscendo ad aprirla silenziosamente, la forza fino a rompere la chiusura. Si acquatta poi nell'ombra, sfuggendo alla vista di un uomo giunto a controllare l'origine del rumore. L'uomo si apposta dietro la porta, avendo visto la finestra aperta. D. lancia un oggetto per fare rumore e balza nel corridoio, pronto a combattere.

Intanto, Victor e Joaquin attendono che i rumori distraggano gli altri nemici ed entrano, trovando la stanza vuota. Il paladino va a destra, lo spadaccino a sinistra. L'elfo segue poi Victor. Il paladino materializza lo scudo magico ed entra nella stanza, resistendo all'assalto di un nemico in agguato, il più pericoloso dei suoi. L'elfo, con lo scudo magico a sua volta, prova a deviare la spada del nemico, senza successo, e prepara un incantesimo di cura. Victor viene ferito, ma può continuare a lottare. Intanto, con mossa artistica, Joaquin ha lanciato un vaso nella stanza usando la spada, poi salta all'interno ma non trova nessuno. L'uomo che c'era lì infatti ha risalito le scale.

D., dopo aver ferito l'avversario con due buoni colpi e averlo costretto sulla difensiva, vedendo arrivare un altro nemico batte in ritirata, chiude la porta della stanza dietro di sé, ci pone davanti alla buona un comodino e poi si cala dalla finestra, mentre il nemico appena giunto sfonda la porta. Joaquin risale le scale, non trovando avversari neppure nell'atrio.

18 Settembre – Scontro alla casa di Ulrich

Lo scontro divampa nell’elegante dimora di Ulrich: Victor scambia alcuni colpi con il suo avversario, senza riuscire a ferirlo ma resistendo a sua volta anche grazie alle difese magiche di Miriniel. Joaquin, accorso al piano di sopra, si trova davanti il nemico ferito in precedenza da D., che si difende per qualche tempo, mentre il compagno giunge a dargli manforte uscendo dalla stanza, sorprendendo Joaquin. Lo spadaccino viene ferito, ma in suo soccorso accorre D. Questi infatti, dopo essersi calato nel cortile, cautamente entra in casa, accertatosi di non essere seguito risale le scale e giunge in tempo per vibrare un pauroso colpo al nemico già ferito in precedenza, uccidendolo. Quando Joaquin può nuovamente attaccare dopo essersi ripreso, i due compagni mettono ko senza difficoltà il secondo nemico.

Ben diverso il discorso per Victor: il paladino, ferito e sanguinante, non riesce in alcun modo a colpire il nemico, e nonostante l’abilità con cui si difende da un vigoroso tentativo di attacco, finisce per crollare a terra per le ferite subite. Coraggiosamente, l’elfo Miriniel si pone in difesa del paladino, frapponendosi fra lui e l’avversario usando le proprie difese magiche, riuscendo ad evitare danni.

Nel frattempo, udita la richiesta d’aiuto dell’elfo ma comunque già in procinto di scendere al pian terreno, D. e Joaquin si trovano dinanzi un quarto nemico, che entra dalla porta principale. D. va subito sull’uomo, mentre Joaquin accorre nella stanza da pranzo e si lancia sul nemico che ha steso Victor, il più pericoloso fra i quattro avversari. Pur ferito, lo spadaccino decide di giocare il tutto per tutto con numerosi attacchi spavaldi, finendo per trovare i giusti varchi e stendere il nemico.

D. intanto costringe l’ultimo ad una fuga precipitosa, però poi fallisce un attacco e permette al nemico di raggiungere la strada e fuggire. D. lo insegue e, forte della propria superiorità, lo raggiunge e lo uccide, trascinando poi il corpo alla casa.Qui, intanto, l’elfo ha curato Victor quel tanto che basta per fargli riprendere conoscenza, poi soccorre il solo nemico rimasto in vita, per avere almeno un prigioniero.

Stanchi e feriti, i nostri si preparano al meritato riposo. Joaquin, dopo aver bevuto un po’ di vino, crolla sul tavolo della sala da pranzo. Miriniel e Victor vanno al piano di sopra, l’elfo cura il paladino mentre questi si concede un po’ di sonno. D. resta di vedetta, non prima di aver spostato i due cadaveri del piano superiore nello studio, e assicurato il prigioniero ad una sedia. D. vede che una delle spade corte recuperate ha un’elsa molto particolare, con un serpente marino o un drago. Quando Miriniel vede l’arma, la riconosce come la spada a cui il suo amico Thirdal era affezionato, segno dunque che quegli uomini sanno qualcosa dell’elfo scomparso.

Dopo essersi ripreso, Victor fa il secondo turno di guardia sostituendo D. Poco dopo aver iniziato, Victor scorge un’ombra nel cortile anteriore. Magicamente, si rende conto che nel raggio intorno alla casa c’è un solo nemico, che è rimasto all’esterno ma si è avvicinato alla casa. Allertati i compagni, Victor scende al pianterreno a svegliare pure Joaquin. I nostri rimangono sul chi vive ma senza notare nulla. Risaliti nella stanza del prigioniero, Miriniel vede dalla finestra un uomo scavalcare il muro e lasciare il cortile. D. prontamente lo rincorre, ma senza raggiungerlo: egli si è dileguato nella notte.

Sul retro, nei pressi della porta, D. trova una parziale impronta di una scarpa insanguinata. Consci di essere stati probabilmente scoperti da qualcuno mandato a controllare la situazione, i nostri decidono di lasciare la casa.

19 Settembre – Interrogatorio e incontro con Bergmann

Il gruppo decide di lasciare la casa di Ulrich portando con sé il prigioniero, i corpi dei nemici uccisi vengono messi nel ripostiglio. Il gruppo sveglia Pauli, che fa entrare tutti in casa, è piuttosto spaventato ma si rende utile suggerendo un rifugio alternativo, più comodo e spazioso della sua piccola dimora.

I nostri vengono condotti in un magazzino ormai quasi vuoto, dove Pauli sa che non ci sarà traffico per qualche tempo. D. si concede un meritato riposo, mentre Victor e Joaquin, con l’aiuto di Miriniel, interrogano il prigioniero. Questi si rivela un fanatico, parla poco o nulla le lingue comprensibili ai nostri, quel poco che dice è “Padrone, salva”. E poi mormora una litania in una lingua non conosciuta. Egli dimostra un minimo di interesse solo per l’elfo e la spada con il drago. Sul petto ha uno strano tatuaggio, piuttosto grande, raffigurante un simbolo sconosciuto ai nostri, che minuziosamente lo appuntano su una pergamena. Più viene torturato, più l’uomo sembra follemente soddisfatto del supplizio a cui è sottoposto, alla fine Victor non può far altro che giustiziarlo, il cadavere viene buttato nelle acque del porto, avvolto in una coperta zavorrata con alcuni sassi.

Miriniel, toccando la spada di Thirdal, ha la visione di una strana oca, sembra rigida, insolitamente ferma. Al mattino, i nostri vengono svegliati dal trambusto del porto che riprende il lavoro, arriva Pauli che porta notizie. L’uomo torna poi ancora con la colazione e poi con il pranzo, aggiornando i nostri sulla situazione al porto: pare che gli uomini di Rolgar non abbiano diffuso l’identità dei nostri, però sono sul piede di guerra, al porto è pieno di uomini armati, il tizio brizzolato, Riek Muller, viene citato spesso come protagonista dei fatti della notte precedente. Pare che uno dei rivali del Sindacato di Rolgar, tale Reitz Bergmann, abbia a sua volta aumentato la presenza di uomini armati.

Il gruppo, vagliate diverse possibilità, decide spavaldamente di contattare Bergmann: se l’uomo è davvero rivale di Rolgar, potrà forse dare una mano. Pauli scopre dove si trova la casa, guida sul posto D. che a sua volta porta i compagni. D. tiene d’occhio mantenendosi a distanza, gli altri si presentano al cancello e dichiarano alle guardie di essere gli uccisori di El Nueve. Un aiutante di Bergmann, Aanselm, accorre poco dopo e dice ai nostri di incamminarsi lungo la via. Qui vengono raggiunti da una carrozza, a bordo c’è Bergmann, che dialoga con i nostri, mostrandosi incuriosito e interessato alle loro vicende.

Bergmann rivela che ultimamente Rolgar ha trascurato gli affari abituali per altri più oscuri, e che pur avendone pochissima stima, lui vorrebbe che tornasse alla normalità. Riguardo all’oca, egli racconta della leggenda e della statua, che si trova proprio in pieno “territorio” di Rolgar. Decide di aiutare i nostri ma restando dietro le quinte, offre loro un rifugio, informazioni e aiuto, tutto tramite Aanselm, detto Aans, che viene messo a loro disposizione. L’aiutante guida il gruppo in una piccola casa sul fianco della collina, dove i nostri saranno al sicuro almeno per un po’.

19 Settembre – Viaggio in incognito

I nostri parlano fra loro nella casa sicura messa a disposizione da Bergmann. L’aiutante di questi, Aans, torna con qualche informazione e chiede come può essere d’aiuto. I nostri chiedono in particolare notizie della donna misteriosa, del numero di uomini a disposizione di Rolgar e della sua casa e famiglia. Aans, senza rendersene conto, offre una traccia preziosa: secondo le voci che girano, Rolgar tiene isolata una zona del molo detto La Rocca, in particolare nei dintorni della statua dell’oca. Pare che girino soltanto uomini fidati, e non fanno attraccare barche, almeno ufficialmente. Quanto al simbolo, Aans dice che alcuni uomini lo hanno visto su casse dal contenuto misterioso, di cui si occupano esclusivamente gli uomini di Rolgar.

Convinti che valga la pena tentare, i nostri chiedono un diversivo per avere meno sorveglianza, poi accettano la proposta di Aans di preparare una barca con cui raggiungere il molo. Victor chiede però che siano caricate alcune casse di grandi dimensioni, contrassegnate con il simbolo strano del tatuaggio del fanatico prigioniero. Aans passa a prendere il gruppo poco dopo il tramonto, con un carretto su cui i nostri, nascosti, raggiungono l’imbarcazione.

La piccola nave da carico ha le casse nella stiva, il capitano, senza fare e chiedere nomi, concorda per tre denari il costo del trasporto. I nostri contrassegnano personalmente le casse con la vernice messa a disposizione, Victor e Miriniel si nascondono all’interno, D. e Joaquin fingono di essere guardie del carico, con il provinciale che si copre con una bandana i capelli e cambia camicia. Giunti in vista dei moli della piazza dell’Oca, il capitano suggerisce di nascondersi, essendo lui conosciuto.

I nostri attraccano, un uomo armato si avvicina e chiede cosa ci facciano lì, D. e Joaquin fanno capire di avere un carico speciale. L’uomo, nervoso, manda a chiamare un certo Ian, che arriva con un’altra guardia armata. Joaquin intanto nota un uomo di guardia, rimasto nell’ombra all’angolo dell’edificio più grande, e segnala la cosa a D. Ian sopraggiunge e parla con i nostri, si capisce subito che egli sospetta qualcosa. Pur vedendo le casse con il simbolo, dice che la consegna non era prevista. Mangia la foglia del tutto quando D. dice che ha sbagliato molo. Ian fa un cenno all’uomo armato, mentre a parole si mostra condiscendente. Joaquin nota il cenno e mette mano alla spada, ferendo l’uomo armato. D., invece, colpisce duro Ian, pur essendo questi disarmato. Il malcapitato, ferito, prova a lanciarsi fuori dalla barca, D. lo ferisce ancora, prima che questi cada in acqua.

Avendo gridato la parola concordata, D. ha richiamato sul ponte anche Victor e Miriniel, usciti dalle casse. L’elfo ha con sé la seconda spada di Joaquin. Victor si lancia subito sul secondo uomo armato, appena balzato a bordo. L’uomo però ha il tempo di ferire leggermente Joaquin, che si era tirato indietro mandando a vuoto l’attacco prevedibile del primo uomo armato. Lo spadaccino e il paladino feriscono gravemente il secondo nemico, che cerca la fuga ma viene bloccato e decide di arrendersi. Joaquin è intanto balzato sull’altro nemico, che nel frattempo ha cercato di colpire D. I colpi di Joaquin e di D riducono alla resa l’uomo, ma inaspettatamente, mentre D. riesce a controllare la propria sete di sangue, è Joaquin a infierire sull’uomo disarmato, mandandolo a terra privo di sensi e ferito.

19 Settembre – Attacco degli scheletri

I nostri eroi hanno avuto la meglio nello scontro sul ponte della piccola nave. Victor conduce il prigioniero nella stiva per interrogarlo con maggior tranquillità, mentre D. prova a individuare Ian, l’uomo che si è lanciato fuori bordo, senza successo. Sente però il rumore di qualcosa che si muove in acqua. Miriniel benda rapidamente D. e Joaquin, poi prova a individuare a sua volta Ian, senza successo.

Nel piazzale e vicino agli edifici non c’è nessuno. D. va in esplorazione, fino a spegnere la lanterna all’ingresso dell’edificio principale ed entrare. Dentro è tutto buio, c’è grande silenzio, D. fa il giro e nell’oscurità vede solo casse e un grande tavolo. Intanto Victor chiede al prigioniero delle casse e del simbolo, l’uomo sembra solo una guardia con poche informazioni, dice che Ian era il responsabile. Victor lo stende e lo nasconde in una cassa, poi raggiunge Joaquin e Miriniel.

L’elfo ha scorto la mano di un uomo spuntare dalle acque, e Joaquin ha sentito distintamente un’imprecazione e un tonfo. Victor va sull’altro molo, più a est, per controllare, ma non c’è traccia di Ian. Infine, Miriniel ne individua il cadavere fra gli scogli che si ergono tra i due moli, Joaquin viene calato a recuperare il corpo. Viene recuperato un mazzo di chiavi, qualche spicciolo e una fiaschetta di liquore.

D. intanto trova una porta per entrare nell’edificio più grande, incassato nella parete di roccia. Ci sono innumerevoli pile di casse, e D. sente il fruscio di qualcosa sul legno. Egli poi cerca casse con il simbolo incriminato, mentre i suoi compagni entrano finalmente nell’edificio. Il gruppo cerca al buio, l’unico che ci vede è l’elfo che esamina un po’ sia lo stanzone che il grande magazzino.

Quando finalmente Joaquin accende una lanterna e va con Victor nel magazzino, una voce esclama “bastardi!”. Victor spegne la lanterna. La voce chiama ancora. Accorrono D. e Miriniel, che però non scorge nulla. D fa togliere gli stivali a Miriniel, per fare meno rumore, e si fa condurre nelle tenebre.

Fatti pochi passi, l’elfo scorge un movimento e vede uno scheletro sopraggiungere da sinistra. Egli dà l’allarme, Victor accende la lanterna, i nostri vedono due terzetti di scheletri, uno da destra e l’altro da sinistra, dietro cui si trovano due altri scheletri, armati dotati anche di scudo, oltre che di scimitarra. Lo scontro divampa, i nostri cercano di ricompattarsi, uno scheletro va su Miriniel, ma l’elfo evita con la magia i suoi attacchi, tenendogli testa. Joaquin, sul lato destro del magazzino, fronteggia due nemici, che danneggia entrambi, poi anche il terzo, con lo scudo, a cui rifila un buon colpo, ma alla fine viene raggiunto da un attacco fortunato del nemico e viene messo in difficoltà. D., pur pagando lo spavento per gli scheletri più degli altri, tiene testa ai suoi nemici, ne colpisce duro uno e poi stende il secondo, per poi accorrere in aiuto di Miriniel. Anche Victor, dopo aver colpito uno dei suoi nemici, si difende con lo scudo magico dallo scheletro con lo scudo, mentre colpisce invece il nemico dell’elfo, finendo per stenderlo.

19 Settembre – L’uomo leone e la botola

Il gruppo prosegue lo scontro con gli scheletri. Joaquin, vedendosi messo alle strette, ferito e stordito, cerca di allontanarsi muovendosi verso l'ingresso del magazzino. Due scheletri lo incalzano, mentre l'altro, quello con spada e scudo, perde l'occasione e resta dov'è.

Intanto, Miriniel nota un movimento sopra la cassa e mette in guardia gli altri. D. nel frattempo si sbarazza del proprio avversario, e anche Victor con un colpo tremendo finisce per buttare a terra il suo scheletro con scimitarra e scudo, tagliandogli una gamba. Il paladino si volge a fronteggiare l'altro scheletro con lo scudo, mentre D. accorre in aiuto di Joaquin, che intanto evita i deboli colpi dei suoi avversari, nonostante le ferite. D. si sbarazza subito di uno scheletro colpendolo alle spalle, mentre l'altro viene poi abbattuto da Joaquin, ripresosi dallo stordimento. Victor ha la meglio sull'ultimo scheletro.

Prima che i nostri possano tirare il fiato, si ode un rumore metallico, e Miriniel nota un altro movimento sopra una cassa sul fondo dello stanzone. Il coperchio della cassa che fronteggia i nostri si apre, e dall'interno esce una figura piuttosto voluminosa: si tratta di un umanoide con le sembianze di un leone, che raccoglie da terra un'arma pesante, un misto fra un'ascia e una falce. L’uomo-leone ha un collare con grossi spunzoni di ferro, ruggisce e poi avanza verso il gruppo. Victor e D., che erano avanzati, subiscono i primi tremendi attacchi del nemico. D. in particolare viene ferito, ma non demorde.

Joaquin, conscio di aver poche possibilità contro un avversario tanto forte, decide di lasciare lo scontro dopo un attacco a vuoto, e manovra per raggiungere la cassa facendo un ampio giro nell'ombra. Quando egli arriva alla cassa, vede che c'è qualcuno sopra. Decide di arrampicarsi sfruttando una cassa vicina, quando raggiunge la sommità della cassa vede i piedi di un uomo sparire in una botola che immette in un condotto all'interno del soffitto di pietra.

Intanto, Victor e D. ribaltano le sorti dello scontro, in particolare è un gran colpo del paladino a mettere in difficoltà l’uomo leone, che viene poi ferito anche da D. e, con due vistose ferite sanguinanti, non può far altro che darsi ad una fuga confusa, che lo porta a chiudersi in un angolo di magazzino, rovesciando qualche cassa. Mentre Victor finisce il nemico, che crolla a terra con altre due ferite evidenti, D. raggiunge la cassa su cui si trova Joaquin.

Infine, ormai privi di nemici in combattimento, i nostri si ricongiungono. Dell'uomo entrato nella botola non c'è traccia, il condotto nel soffitto conduce a nord e a sud. D. decide di uscire dai magazzini per assicurarsi che l'uomo non riesce a fuggire verso l'esterno. Gli altri, aggirata la cassa, trovano un robusto portone, del quale fortunatamente hanno la chiave (presa dal cadavere ripescato di Ian).

Aperto il portone, proseguono in un buio corridoio fino ad una caverna. Miriniel e Joaquin sentono un potere magico. La caverna è illuminata da misteriosi bracieri che ardono di una fiamma verde, ci sono due colonne di pietra, legato ad una delle due c'è uno zombie, trattenuto da una catena, il cui aspetto è famigliare a Joaquin, che comunque non capisce di chi si tratti. Ci sono anche dei tavoli ingombri di cose, un altare da cui proviene del potere, e due gabbie di metallo vuote. Victor cerca traccia di nemici, ma oltre allo zombie il suo incantesimo di individuazione non produce risultati.