10 Giugno – Le viverne e il cavaliere del teschio

I nostri eroi si trovano sulla soglia delle rovine, sotto ciò che resta di una torre di pietra. Una delle viverne è calata sul cavallo ferito e lo sta divorando. L’altra si appollaia sulla cima della torre. D. corre al portoncino che porta all’unico altro punto riparato delle rovine, lo apre con forza e controlla che non vi siano minacce.
Mentre Magnund e Victor proteggono le retrovie, Joaquin e il giovane Vaclav portano due cavalli a testa verso il rifugio. La viverna sulla torre attacca però le cavalcature, abbattendo una di quelle di Joaquin. Victor protegge invece quelle di Vaclav, ma gli animali atterriti sfuggono al controllo del giovane. D. prova a difenderne uno, mentre Victor accorre sull’altro. Magnund intanto combatte con la viverna all’ingresso. I nostri non vogliono ferire le bestie, temendo di rompere la sorta di patto di cui ha parlato Devastazione. La viverna piomba su uno dei cavalli, l’altro viene messo in salvo da Victor, e poi i nostri riparano all’interno dell’edificio, mentre i due mostri alati si appostano in attesa.
D. esplora l’interno dello stanzone ingombro di detriti, e trova una botola che scende in una specie di cripta. Qui egli si imbatte in un cavaliere del teschio, zoppicante, che difende la moglie e un figlio. Grazie all’intermediazione di Vaclav, il cavaliere, Basak, non combatte i nostri, e anzi si fida di loro a tal punto da accettare le cure di Victor e, soprattutto, offrire il proprio sacrificio: in cambio della salvezza per la famiglia, egli attirerà le viverne lontano, dando modo al gruppo di fuggire attraverso una specie di spaccatura nel terreno sul retro delle rovine. I nostri faticano ad accettare, il sacrificio di Basak sembra eccessivo. Il cavaliere però è convinto, e quando i nostri sono pronti a partire, esce dalle rovine con i due cavalli attirando l’attenzione delle viverne.
Il gruppo scivola nel canalone e si allontana verso i monti a ovest. Al termine della spaccatura, i nostri risalgono i primi contrafforti arcigni delle alture, trovando tracce di un piccolo gruppo di cavalieri. Poco dopo, mentre una creatura volteggia ad ampi cerchi nel cielo dietro di loro, il gruppo trova i resti di buona parte di cavalli e cavalieri, dilaniati da qualche bestia. Arrivati nei pressi di un enorme masso, i nostri si fermano. Una viverna sbuca sopra la roccia e lancia i suoi richiami. Un’altra giunge dalle montagne, e una terza, più grossa, arriva da est. I nostri si dispongono a quadrato attorno a Vaclav, e alla moglie e al figlio di Basak.
Le viverne cominciano i loro attacchi aerei, piombando giù per colpire con la coda e poi risalendo. I nostri si difendono con efficacia. Joaquin riceve un colpo in faccia, si riprende ed entra in uno stato di furia. Alla fine, un colpo letale di D. abbatte una delle viverne, mentre un’altra viene stesa da Victor, dopo l’ennesimo colpo a segno. Joaquin e Magnund feriscono quella più grande, che dopo aver volteggiato dolorante per un po’ sopra i nostri, fugge verso est lanciando il suo richiamo. I nostri rifiatano dopo la vittoria, ma da est giunge un ruggito violento e spaventoso: una nuova, grande minaccia incombe?

PIZZE IVAN



10 Giugno – Ombre della foresta

I nostri eroi decidono di ripararsi in una grotta per sfuggire all’arrivo di Devastazione. D. trova però delle tracce che conducono a una caverna poco più lontana. Il gruppo vi si dirige, e si inoltra in un condotto che scende nel ventre della montagna. I nostri sentono il suono delle ali del drago, e poi la caverna trema. Nelle menti dei nostri eroi esplode la voce di Devastazione, che lancia il suo monito: il gruppo ha versato sangue della sua prole, ora lui può versare il loro.
I nostri, turbati, proseguono fino a un fiumiciattolo sotterraneo, e qui incontrano dei guerrieri della Gente della Ossa. Grazie alla mediazione di Vaclav e della moglie di Basak, il gruppo viene accolto in una grande caverna dove hanno trovato rifugio un centinaio di persone. Accolti dai cavalieri del teschio, i nostri danno la loro parola di guerrieri che non useranno le armi, così vengono portati al cospetto di Ushii, lo sciamano. Egli parla bene il nordhestar, e spiega come l’Altopiano sia da una settimana circa il territorio di caccia del grande drago e di altre creature alate. Ushii spiega la conformazione del territorio, e parla della torre del mago a nord, in una distesa di verde a perdita d’occhio, preceduta da una foresta che occupa il versante nord e le pendici dei monti. La foresta sarebbe un ottimo territorio per il popolo di Ushii, o comunque un ottimo terreno di caccia, ma vi sono le Ombre della Foresta, creature grosse, pelose, che si muovono silenziose e colpiscono con artigli e zanne. Da diverse lune, ormai, le creature si sono fatte più feroci e attente, cacciare nella foresta è diventato davvero difficile.
Forti della tregua, i nostri chiedono aiuto a Ushii e alla sua gente, lo sciamano dice che il debito per la famiglia di Basak sarà saldato con l’aiuto di una guida, Kiltu, e dei cavalli. Dopo qualche ora di riposo, il gruppo parte nel cuore della notte, per sfruttare il buio e non essere visti dal drago. Victor sogna magicamente su Devastazione, il mago del nord e la foresta. Su Devastazione e il patto violato, vede una bilancia di un mercante che pende dal lato del piatto su cui viene messo un uovo che, schiuso, rivela un piccolo draghetto nero con corna e coda simili a quelli del grande drago nero. Sul mago del nord, Victor vede la sua torre, pura luce in mezzo a una distesa di verde, ma si schianta avvicinandosi. Sulla foresta, il paladino scorge un gran numero di omoni pelosi che danzano intorno a un albero, dentro cui batte una sorta di cuore che emette luce viola.
Kiltu conduce i nostri per sentieri di montagna e caverne, dentro e fuori, per diverse ore. Dopo aver dormito qualche ora in una grotta, i nostri ripartono e nel capo di un giorno di cammino impegnativo, arrivano a un valico che porta al versante nord. I nostri scorgono la foresta e una distesa di erba più avanti, Joaquin distingue anche una luce multicolore in lontananza, forse la torre del mago. Il gruppo saluta Kiltu, e con i cavalli forniti da una piccola comunità presso il valico, scende nella foresta.
Il percorso non è agevole, i nostri tengono i cavalli al passo. A un tratto, un cinghiale attraversa di corsa, spaventato, il cammino dei nostri. La Zanna avverte D. di un pericolo. Victor viene colpito alle spalle da un omone peloso, ma la sua armatura lo protegge da danni seri. Joaquin accorre in aiuto dell’amico, ma un altro nemico gli arriva alle spalle. Lo spadaccino non si fa sorprendere e combatte con il nuovo arrivato, riceve però un colpo pesante che lo mette sulla difensiva. Intanto, D. ha saggiamente pensato di guardarsi attorno invece di correre dai compagni, e può così difendersi bene dall’attacco di un terzo nemico, così come Magnund, assalito da una quarta Ombra della Foresta. I singoli scontri divampano, alla fine Victor abbatte il suo rivale e accorre da D., che però uccide il suo avversario prima dell’arrivo del paladino. Victor allora presta aiuto a Magnund, che può così finalmente portare un attacco a fondo e uccide il suo rivale. Joaquin, con due rapidi colpi, abbatte l’ultima Ombra.
Così, i nostri eroi stanno affrontando l’ennesimo ostacolo sulla via per il nord. Cos’altro li attende nella foresta?

PIZZE FABIO



12 Giugno – L’albero maledetto

I nostri eroi recuperano i cavalli ed esaminano le creature che li hanno attaccati, senza trovare nulla di rilevante. Victor cura la ferita di Joaquin, poi i nostri procedono verso nord sempre a piedi tirandosi dietro i cavalli. Nella foresta risuonano i richiami, simili a urla, delle creature pelose. D. trova l’impronta fresca di uno dei nemici, che procede nella medesima direzione.
Nei pressi di un ruscello, una delle creature si para davanti al gruppo e lo minaccia. Intuendo una trappola, i nostri si guardano attorno con circospezione. Joaquin evita un assalto alle spalle e avverte anche Victor di una doppia minaccia incombente, mentre D. abbatte senza pietà il primo nemico che gli era corso incontro. Magnund di trova alle prese con due avversari ma regge, mentre Victor abbatte uno dei suoi due nemici. Joaquin ne stende uno, poi D. lo raggiunge e lo aiuta con l’altro. Infine, gli ultimi due provano la fuga, Victor ne finisce uno, e D. l’altro. D. nota che, dopo la morte, le creature non hanno più gli occhi rossi iniettati di sangue. Victor prova a percepire il potere, e ottiene una visione inquietante di un albero con una spirale pulsante di viola. Deciso a mettere fine a quell’abominio, il paladino guida i compagni nella direzione in cui ha percepito l’albero, la stessa verso cui si dirigono altre creature, a giudicare dai richiami che risuonano fra gli alberi.
Dopo il ruscello, la foresta si fa più contorta e cupa, come se un potere oscuro la plasmasse. D. va in avanscoperta e vede l’albero, sulla cima di un piccolo promontorio erboso, intorno ad esso ci sono una dozzina di Ombre chine come in preghiera. Saputa la situazione, Victor decide di avvicinarsi con D., lasciando Joaquin e Magnund più distanti. Quando il paladino e D. arrivano alla piccola radura, gli scimmioni si risvegliano e, a sorpresa, fuggono urlando nella foresta. L’albero però colpisce con un incantesimo Victor, e poi le radici si sollevano e colpiscono come tentacoli giganti i due eroi. Chiamato a gran voce, Joaquin accorre con Magnund, in tempo per vedere le radici abbattersi sui compagni.
Riusciranno i nostri eroi a sfuggire all’albero maledetto e a spezzare il sortilegio che sembra avvolgere la foresta?

PIZZE TEX