29 Settembre – Una cena drammatica e i sotterranei del tempio
Dopo lo scontro con lo scheletro gigante, i nostri eroi trascorrono una notte agitata: Victor sogna D. intento a stringere gelosamente l'amuleto, da cui fuoriescono vermi neri e un potere maligno e D. sogna se stesso con l'amuleto in mano e i vermi. Di buon mattino, il gruppo completa la discesa dai monti, raggiungendo la valle del Rio de Caldera. Josè saluta il gruppo, ansioso di tornare al suo paesello di origine. I nostri raggiungono le prime fattorie di Salinas e vedono una grande villa circondata da frutteti ai piedi del monte su cui sorge il cuore del centro abitato. I contadini di una fattoria parlano loro dei De Aracena, la famiglia che possiede praticamente tutto in quelle terre. Giunti al centro del paesino semideserto, i nostri entrano nell'unica taverna, accolti da un oste abbastanza affabile. La moglie Rosalinda, vestita in modo pretenzioso, è una dei De Aracena, sorella del capofamiglia Juan. I nostri si presentano come cacciatori di trolls, e alla fine Rosalinda li invita a cena per conoscere e parlare con il fratello. Giunti alla villa, i nostri vengono accolti con asprezza da Antonio, fratello minore e soprastante delle attività di famiglia. Infine, a tavola, quando l'argomento inizia a spostarsi su temi caldi, il gruppo scopre che Juan ha fatto mettere un narcotico nelle pietanze. Fortunatamente, solo Joaquin perde conoscenza, mentre i compagni, pur intontiti, riescono a reagire. Disarmati e minacciati dalle guardie armate, i nostri se la cavano grazie a un incantesimo di Victor, che convince Antonio che sia più conveniente lasciarli liberi e ottenere poi in premio parte dei tesori di Ghor. Antonio, che non è un fanatico come il fratello (che ha lasciato la sala prima dell'incantesimo), lascia liberi i nostri, accompagnandoli all'uscita e restituendo le armi. Egli rivela anche l'esistenza di un rifugio presso cui si trova un emissario di Ghor, e spiega al gruppo come arrivarci. I nostri si dirigono verso i monti ad ovest e si accampano per la notte. Il mattino seguente essi si recano alle rovine di un antico tempio e, come indicato da Antonio, suonano una piccola campanella tre volte. Un lastrone di pietra si sblocca, i nostri scendono e si trovano dinanzi un non-morto dal volto deforme, abile nell'uso della spada. Da due ingressi laterali entrano quattro scheletri armati di spada e scudo. Lo scontro divampa, e D. viene ferito dal non-morto più potente.
30 Settembre – Vittoria nel sotterraneo e viaggio verso Osia
Il pericoloso non-morto, ferito D., ne approfitta per lanciarsi su Joaquin, ferendolo. Torna poi su D. che però è pronto a difendersi, aiutato anche da Miriniel, che lo cura e lo aiuta in difesa. Alla fine, Victor riesce ad avere la meglio su uno dei suoi scheletri, e poi ignora l'altro prevenendo l'attacco alle spalle del non-morto più forte. Chiuso tra D. e Victor, il non-morto soccombe, anche perchè Joaquin stende gli ultimi due scheletri e dà manforte ai compagni. Il misterioso nemico diventa una specie di mucchio informe sul pavimento, che risulta però invulnerabile, circondato da una specie di barriera di luce verdognola. I nostri esplorano il sotterraneo, trovando una piccola stanza con un letto con eleganti lenzuola, uno scrittoio in cui si trovano due tomi, diverse pergamene e uno strano oggetto moto-perpetuo. Una delle pergamene, in ducale, contiene due parole note: Pablo e Osia. C'è anche una mappa che indica proprio Osia con una X. Nel baule ci sono vestiti e tuniche eleganti. I nostri si sbarazzano degli scheletri, tornati in azione dopo alcuni minuti, e poi chiudono tutti i resti dei non-morti nei pesanti sarcofagi di pietra vicino alle scale. Uscendo dal sotterraneo, Joaquin sente qualcosa e D. va in avanscoperta: qualcuno è appostato attorno alle rovine. D. prova a strisciare fuori ma viene ferito da una freccia. Victor, udendo la voce di Antonio De Aracena, evita lo scontro usando ancora l'incantesimo che convince il malcapitato Antonio a collaborare. Due uomini dei De Aracena, vedendo il loro capo cedere ancora una volta in modo incomprensibile, tentano la fuga, vengono fermati da Joaquin e D., e quest'ultimo ne uccide uno con la sua furia omicida. Alla fine, Antonio fa ritorno con i suoi uomini verso Salinas, dicendo ai nostri che da Osia non arriva nessuno da qualche tempo. Egli rivela ai nostri che l'emissario che aveva incontrato alle rovine era un giovane dal marcato accento ducale. Il gruppo riparte per Osia, si concede una lunga pausa per il pranzo, dopo che D. ha cacciato un fagiano. Poco dopo il bivio per Osia, i nostri sentono rumori di uno scontro, e vedono un soldato con la divisa ferreirese alle prese con due hobgoblin, mentre un terzo incombe sopra un roccione alle spalle dell'uomo.
30 Settembre – Scontro con gli hobgoblin e incontro con Cunha
Il gruppo affronta gli hobgoblin sullo stretto sentiero di montagna. D. uccide subito il nemico che stava per sorprendere il soldato, mentre uno degli altri si lancia su Joaquin e Victor. Lo spadaccino uccide il nemico, ma intanto sopraggiungono altri tre nemici, uno dei quali si ferma nei pressi del soldato. L'altro hobgoblin che stava combattendo contro il ferreirese viene ucciso da D. Miriniel sente un rumore alle spalle, e D. vede arrivare altri tre nemici, di cui uno con la veste di maglia e la mazza. L'elfo arretra, difendendosi come possibile da uno dei nemici. D. prende spada e pugnale e affronta il nemico più insidioso, mentre il terzo prova ad aggirare passando dalla riva. Alla fine, in un fazzoletto di terra i nostri riescono ad avere la meglio, uccidendo tutti i nemici. L'ultimo, atterrito dalla fine dei compagni, tenta la fuga ma viene fermato dal soldato e poi raggiunto da Victor. I nostri scoprono che il ferreirese, di nome Goncalo, fa parte di una pattuglia in missione non ufficiale oltre confine. L'uomo conduce il gruppo fino ad una grotta ben celata fra i monti, dove il capitano dei soldati, Ferdinando Cunha, sta vegliando su due uomini feriti. L'ufficiale, un uomo risoluto e dal portamento fiero, è ferito a sua volta. I nostri notano la collana che egli porta al collo, con il simbolo di un aquila. Miriniel prontamente soccorre i feriti, mentre il gruppo si fa raccontare da Cunha la storia che ha condotto lui e i suoi uomini nella Repubblica. Il capitano rivela di aver ingaggiato una lotta ai contrabbandieri che portavano misteriosi materiali e uomini con la testa di animale oltre il confine, fra i monti. Per rappresaglia, i nemici, usando i non-morti, avevano sterminato i famigliari dei soldati, presso un piccolo villaggio non lontano dall'avamposto militare. Cunha e i suoi hanno quindi lasciato i propri compiti e la patria per vendicare i cari uccisi e fermare i misteriosi nemici. Arrivati a Salinas, Cunha e i suoi sono stati convinti dai De Aracena ad andare a Osia, sulle tracce di Pablo, che secondo i De Aracena è un sedicente sacerdote di san Domingo e fa parte della cricca di Ghor. Cunha dice che otto dei suoi uomini sono rimasti a Osia, e che proprio grazie a loro il paesino, ben arroccato, resiste all'assedio degli hobgoblin, che sembrano ovunque su quelle montagne. Il capitano traccia una mappa dei dintorni di Osia, e dopo una notte nella grotta, i nostri sono pronti ad agire.
1 Ottobre – Scontro al ponte di pietra
I nostri eroi decidono di lasciare false tracce per attirare gli hobgoblin verso la grotta, mentre essi invece proseguiranno tra i monti verso il ponte di pietra sulla gola. Verso mezzogiorno, il gruppo giunge a una pista più ampia che arriva da sud, essa prosegue in un canalone fra due aspri pendii. Goncalo e D. vanno in avanscoperta, a D. pare di notare qualcosa sulla destra, ma non accade nulla. Alla fine, D. arriva allo sbocco del canalone, in vista del ponte. Qui, sulla destra, con notevole abilità riesce a notare un nemico appostato. Senza farsi scoprire, D. avvisa gli altri, poi si arrampica con agilità sul pendio e raggiunge la sommità. Qui, muovendosi di soppiatto, arriva a vedere quattro hobgoblin, di cui due arcieri, appostati. Victor e Joaquin decidono di raggiungere il compagno, il paladino rinuncia all'armatura per affrontare meglio la scalata. Cunha e i suoi uomini compiono mossa analoga sull'altro lato, Victor ha infatti magicamente individuato altri quattro nemici appostati. I nostri si preparano all'attacco, Joaquin fa cadere un masso che però sfortunatamente manca il bersaglio. D. scaglia frecce restando in alto, mentre prima Victor e poi Joaquin scendono a scontrarsi con i nemici. D. ne uccide uno con una freccia, l'altro arciere viene ferito da Victor, ma poi riesce a suonare il corno che aveva alla cintura. Anche dall'altro lato del canalone, si ode il suono di un corno. I nemici vengono sconfitti, ma oltre il ponte altri cinque hobgoblin, di cui due caporali, escono dai loro ripari. Miriniel, accorgendosene, fugge lungo il canalone. I cinque nemici non puntano la posizione dei nostri, ma si lanciano nel canalone, sparendo poi alla vista. Miriniel, che si è riparato saggiamente una volta uscito dal canalone, li nota comparire sulla sommità delle rocce, e avvisa quindi con un grido i suoi compagni sulla direzione dell'attacco imminente. I nostri si preparano nascondendosi fra le rocce, Joaquin viene individuato e due nemici si lanciano su di lui. Lo spadaccino ne ferisce bene uno, l'altro viene colpito da Victor, sbucato opportunamente dal proprio riparo. Altri due hobgoblin piombano nella mischia, ma D. e Victor hanno letto bene la situazione. Miriniel intanto ha scoperto il passaggio usato dai pelleverde, e ha poi raggiunto i compagni, in tempo per vedere il quinto nemico, un caporale, provare a prendere alle spalle Victor e Joaquin. L'elfo avvisa i compagni e aiuta anche magicamente su un attacco, il paladino era già sul chi vive in attesa del quinto nemico, così riesce con abilità a impedirne l'attacco su Joaquin. Victor viene colpito dall'altro avversario, e solo per volere del Fato evita danni più seri. Joaquin viene poi colpito dal suo nemico, che gli apre un vistoso taglio sul volto. Le spade dei due compagni e le frecce di D. sono però troppo per i pelleverde, che vengono sconfitti. Mentre Miriniel ricuce Joaquin, D. va a controllare nel canalone per vedere che fine hanno fatto Cunha e i suoi.
1 Ottobre – Arrivo a Osia
I nostri eroi si ricongiungono con Cunha e i suoi uomini. Il capitano ferreirese ha scalato la parete di roccia raggiungendo D., che nota il suo bracciale color bronzo con varie incisioni. Gli uomini di Cunha sono già al ponte, i nostri li raggiungono e riprendono la marcia lungo la pista, attraversando campi e frutteti, con evidenti segni di saccheggio. Giunti in un paio d’ore ai piedi del promontorio di Osia, la pista piega a est. Nei pressi della base dell’altura si trova un edificio di pietra, vicino a cui ci sono due più piccole costruzioni in legno, mezze bruciate. Gonzalo e D. si avvicinano per aggirare poi l’edificio e controllare. Gli hobgoblin hanno però piazzato due sentinelle all’interno, quella dal lato di Gonzalo dà l’allarme con il corno, fuggendo poi verso la casa. Quella dal lato di D. fugge a sua volta, D. la insegue senza correre e poi le tira con l’arco, ferendola ma senza fermarla. Prima che D. possa fare qualcosa, da dietro la casa sbucano cinque hobgoblin, guidati da un caporale. Intanto, Gonzalo ha raggiunto l’hobgoblin in fuga e ci sta combattendo. D. raggiunge Gonzalo, dandogli manforte e preparandosi all’arrivo dei nemici. Dal tetto della casa parte però una freccia che ferisce D., costringendolo a difendersi. Intanto, Victor e gli altri sono accorsi in aiuto, ma dall’altro lato della casa sono spuntati altri cinque nemici, fra cui un hobgoblin con armatura di piastre. Lo scontro divampa: Cunha manda uno dei suoi, Claudio, a soccorrere Gonzalo e D.; quest’ultimo viene assalito da due avversari, fra cui un caporale, ma riesce poi ad ucciderne subito il soldato, ingaggiando poi uno scontro violento con l’altro; Victor si trova alle prese con il nemico più forte e un soldato, ma con un bel colpo in anticipo riesce subito a mettere lo scontro dalla sua parte, grazie anche alla protezione di Miriniel; l’elfo, protetto da Hugo su indicazione di Cunha, può aiutare i compagni e inizia anche a deviare le frecce; dal tetto infatti ci sono ben due tiratori. Cunha si lancia in aiuto dei suoi uomini e di D., cambiando subito le sorti dello scontro da quel lato, mentre Joaquin ferisce i suoi avversari, ma poi viene colpito da una freccia ed è sulla difensiva. Victor, dopo aver steso il soldato, ignora l’avversario più forte, molto malandato, e aiuta Joaquin, poi accorre anche da Hugo, e in breve lo scontro da quel lato si conclude. Cunha, dopo aver sbaragliato i suoi avversari, manda i suoi uomini sul tetto a occuparsi degli arcieri, poi soccorre D. e i due hanno la fine la meglio sull’ultimo caporale. Controllati i dintorni della casa, i nostri decidono di ottenere notizie da Osia per mezzo di segnali luminosi. Dal paese rispondono che la via è libera. D. e Gonzalo vanno in avanscoperta e incontrano un soldato ferreirese, Ruben, venuto ad avvisare della fuga degli ultimi hobgoblin rimasti. Il gruppo raggiunge quindi Osia, qui Miriniel e Victor si prodigano nel soccorso dei feriti, infine incontrano Pablo. Cunha, prestato omaggio ai cinque soldati caduti nell’attacco della notte, raggiunge il gruppo. Viene invitato anche un certo Kurt, che è esperto di hobgoblin, essendo originario di Urehorn, dove le incursioni di quei pelleverde sono frequenti. I nostri scoprono che un individuo con la pelle scura, sconosciuto, è giunto in paese poco prima dell’attacco degli hobgoblin, dileguandosi però durante le fase concitate dopo l’allarme. Pablo riesce almeno parzialmente a leggere la missiva in ducale, e dice che erano ordini di qualcuno che diceva di procedere con la seconda parte del piano, mentre la situazione a Osia sarebbe stata gestita dagli hobgoblin e che il “problema Pablo” si sarebbe dunque risolto. Pablo rivela infine di non essere originario di quelle zone, né delle Province. Il suo nome è un altro, era un tempo uno studioso, fuggito per evitare la condanna dell’Adunanza, che trovava sospetti i suoi studi sulla negromanzia, che egli in realtà faceva per sapere bene contro cosa combattere. Pablo sa molte cose sui non-morti e sulla storia di quelle terre, dell’Antico Popolo e della popolazione di terre lontane che costruì i templi a gradoni, venerando Ligrim, il suo luogotenente Ghor e la figlia-sposa Jaesha. Egli racconta molte cose, fra cui l'identità del non-morto affrontato dai nostri nei sotterranei delle rovine presso Salinas: si tratta di un Decaduto, anche detto Malek-haai nella lingua dell'Antico Popolo, un individuo dotato di poteri e fede che viene torturato secondo un rituale fino a cedere, in quel momento egli viene ucciso e infuso dell'essenza vitale del negromante, divenendone fedele servitore. Il gruppo decide di passare la notte a Osia, decidendo poi il da farsi.