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aluin2_diario:parte4

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1 Ottobre – Attentato notturno e ritorno a Salinas

I nostri eroi sono gli ospiti d’onore di una festa di paese che, nonostante la scarsità di viveri e i morti degli ultimi giorni, risulta un momento piacevole per superare il momento. Preoccupati che possano esserci insidie per Pablo, i nostri chiedono a Cunha di farlo sorvegliare. Pablo si ritira in preghiera nel piccolo tempio, mentre i nostri trascorrono una buona serata consumando buon cibo e vino. Joaquin viene mandato a chiedere informazioni su rovine o piramidi a gradoni nella zona, le uniche rovine sembrano essere quelle vicino a Salinas e altre nei pressi di Verdugal, a ovest, mentre si vocifera di una grande costruzione a gradoni dell’Antico Popolo sulla Sierra, nessuno però sa dove. A fine serata, Victor e D. si propongono per contribuire alle ronde organizzate da Cunha, poi il gruppo raggiunge il primo piano della casa dove alloggia Pablo, per trascorrere la notte. Quando è ormai vicino il momento per Victor e D. di svegliarsi per il turno di ronda, il paladino viene destato in anticipo da un sogno, in cui all’improvviso viene avvertito di svegliarsi causa pericolo. Victor si desta, pochi secondi dopo sente un grido d’aiuto al pianterreno. Egli giunge appena in tempo per vedere un aggressore che sta cercando di uccidere Pablo. L’intervento di Victor costringe l’assassino ad agire in fretta, vibrando una pugnalata al povero Pablo e poi cercando la fuga. Victor riesce a ferire il nemico, che poi imbocca la porta sotto gli sguardi attoniti di Miriniel e Joaquin, appena accorsi. D., che era uscito dalla casa per sorvegliare la finestra, arriva in tempo per impedire all’attentatore di scagliare un coltello da lancio su Victor. Il colpo di D. mozza il braccio del malcapitato. Miriniel riesce disperatamente ad evitare la morte dell’uomo, almeno per qualche tempo. L’elfo soccorre anche Pablo, che viene anche guarito da Victor. D. ha trovato traccia di veleno sull’arma dell’aggressore, la ferita di Pablo mostra segni di veleno, ma fortunatamente non era così grave da mettere in pericolo la vita dell’uomo. Con un infuso e le cure dei nostri, Pablo si risveglia poi tranquillamente, fuori pericolo. I nostri interrogano il prigioniero, un “arabo”, dopo avergli brutalmente cauterizzato la ferita. L’uomo, cui viene calmato il lancinante dolore dalla magia di Miriniel, costretto dall’incantesimo di Victor pronuncia alcune sofferte parole in nordestar: palazzo, passaggio, mare, lontano, Ghor, Ligrim, Gustave. Alla fine, i nostri intuiscono che l’uomo si era rifugiato da solo alla miniera. Il mattino seguente, Victor decide di decapitare l’uomo nella piazza, come monito ma anche segno della resistenza del potere dell’Unico sull’infido nemico che striscia nell’ombra. I capifamiglia di Osia hanno deciso di lasciare il paese, Cunha e i suoi uomini accompagneranno la gente fino a Verdugal. Pablo si offre di seguire i nostri oppure Cunha, lasciando la scelta al gruppo. Viene infine deciso che Pablo seguirà inizialmente Cunha, poi i nostri li raggiungeranno a Verdugal dopo aver fatto visita ai De Aracena. Pablo e Cunha regalano alcuni oggetti magici ai nostri. Il gruppo scopre alle miniere il rifugio dell’attentatore, egli ha una sacca da viaggio con una strana corona, priva di potere magico, che probabilmente apparteneva agli hobgoblin. I nostri portano con loro la corona per abbandonarla nei pressi di Salinas, lontana da Osia. Il gruppo parte e al tramonto giunge vicino alle rovine di Salinas. I nostri proseguono anche al buio, per sorprendere i De Aracena. Arrivati però nei dintorni della fazenda, i nostri scoprono che fattorie e case sono abbandonati, non vi sono luci, anche in paese. D. si avvicina alla fazenda e sale sul muro di cinta, sente poi degli strani versi e un’invocazione di aiuto. Ricongiunti, i nostri scoprono un gruppo di individui non-morti nei pressi del portone, dall’interno qualcuno invoca aiuto. Entrati dal retro, i nostri trovano Antonio De Aracena, incatenato e privo degli occhi. L’uomo, disperato, è stato abbandonato con un messaggio al collo per il gruppo, minacce da parte di Ghor e dei suoi seguaci. Antonio dice che è stato il giovane ducale (non ne conosce il nome), ha portato con sé Juan e gli uomini capaci di usare le armi, mentre gli altri sono stati trasformati in non-morti. Il ducale ha con sé scheletri giganti e il Decaduto già affrontato dai nostri. I nostri si sbarazzano dei non-morti gettando su di loro grandi quantità di olio dal piano superiore e dando poi fuoco. Il gruppo recupera muli e provviste, decidendo poi di salire in paese, dove tutto è deserto e abbandonato.

aluin2_diario/parte4.1648545558.txt.gz · Ultima modifica: 2022/03/29 09:19 da tex