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19 Marzo – Una nuova missione

I nostri eroi vengono convocati da Padre Voigt e inviati nelle terre del nord-ovest della Repubblica per una questione della massima importanza, che Rasmus Dahl seguirà personalmente. Il gruppo compie un lungo viaggio, attraversando il Dorso e scendendo le campagne verso Alarion, per poi svoltare a nord e giungere al Passo Nurin, e da lì arrivare, circa tre settimane dopo, nel piccolo paese di Lutzberg. Qui, i nostri incontrano Dahl.
L’inquisitore dice di attendere qualcuno che potrà aiutare molto nella difficile missione che attende i nostri. Egli fa ritorno in breve con una bellissima elfa Anyar, dama Aredhel, che si rivela essere giunta al posto del suo maestro, Kirdae. Rasmus Dahl rivela per sommi capi ai nostri la situazione: presso il piccolo convento di Holt, gestito da monache di Nauen, viveva un uomo di nome Andre Lichter, con chiare tendenze omosessuali e il volto sfigurato dalle fiamme di un incendio. Andre sorvegliava in gran segreto un archivio dell’Adunanza da qualche parte nel convento, ed è stato trovato ucciso presso una quercia arsa da un fulmine, non lontano dal convento. Oltre a questo fatto, ad allarmare l’Adunanza c’è il ritrovamento di un cadavere a Meiersdorf. L’uomo, uno sconosciuto, stringeva fra le dita il lembo di una pergamena, e su di essa vi erano i classici simboli che il famoso studioso Waldor Kell apponeva sui suoi scritti, e di cui Kirdae e Aredhel sono esperti. Dahl sospetta dunque che le due morti siano collegate, e invita il gruppo a farsi carico delle indagini.

PIZZE IVAN


8 Aprile – In viaggio per il nord

I nostri eroi pongono varie domande a Dahl, sia sulla geografia dei luoghi che sugli avvenimenti recenti. Le cose principali che emergono sono che l’ubicazione dell’archivio segreto era conosciuta, e solo parzialmente, da quattro persone, che all’epoca avevano concordato un piano d’azione per custodire e nascondere le opere di Kell, tenendo all’oscuro la stessa Adunanza: Voigt e Dahl stessi, che conoscevano il luogo, ovvero il convento di Holtz, poi una terza persona, di cui Dahl non vuole rivelare l’identità, che ha fornito i mezzi e l’aiuto di Andre Lichter, suo fedelissimo, ma non conosce il luogo dell’archivio, e infine Padre Lanric, un giovane e ardente sacerdote, che conosce l’intero contenuto dell’archivio ma non dove fosse ubicato. Lanric risulta sparito ai tempi della Morte Oscura, l’ultima posizione conosciuta era in un villaggio da qualche parte nella Grande Foresta, vicino a un fiume.
I nostri ricevono da Dahl una piccola somma di denaro che investono nell’acquisto di erbe e preparati curativi, veleni, materiale per trappole e viveri. I nostri passano una bella serata in una modesta locanda, con un extra per Victor e Joaquin, che se la spassano in un locale assai più vivace e conoscono due nani mercenari, ottenendo persino un’offerta di lavoro. Il mattino seguente, il gruppo recupera i cavalli e parte verso nord. La pista che conduce a Meiersdorf attraversa un territorio brullo che presto si apre in una campagna coltivata e punteggiata di fattorie, fino a un lago, presso cui si trova un avamposto militare. I nostri decidono di fermarsi prima, presso una fattoria, adducendo la stanchezza di Aredhel come finta motivazione. Il sovrintendente della fattoria, Ulf, accoglie i nostri con premura e generosità, raccontando un po’ della vita della zona e della minaccia degli orchi per i viaggiatori.
Il mattino seguente, il gruppo riparte, segue la pista che piega a nord-est e costeggia il lago, fino a giungere al fiume che nel lago stesso affluisce. I nostri risalgono la valle, fra colline con vigne e campi, fino al paese di Ladelund, uno dei due paesini vicini al convento di Holtz. Qui giunti, i nostri non hanno difficoltà a prendere contatto con Svend, il robusto uomo del nord che si occupa dello stallaggio. Victor e Joaquin ci bevono una birra assieme e scoprono più dettagli sulla vita e la morte di Andre Lichter. Sembra che l’uomo si recasse nei paesi e fattorie vicine per comprare quanto serviva per il convento, ma non avesse molti amici, fosse un tipo strano, riservato e silenzioso. A trovare il corpo è stato un certo Arne, che ha detto di aver visto traccia di un solo colpo di pugnale. Gli abitanti di Ladelund non sembrano vedere di buon occhio i loro vicini di Jardelund, tanto che sia Svend che Harman, proprietario della taverna dove i nostri cenano e prendono alloggio, è probabile che il colpevole si nasconda fra loro.

PIZZE FABIO


10 Aprile – Indagini e arrivo a Holt

Il gruppo consuma una frugale cena nella locanda di Ladelund. Fanno il loro ingresso un tizio elegante scortato da due soldati in assetto da battaglia. I nostri invitano al tavolo i due uomini d’arme, dopo che l’elegantone è salito al piano superiore, seguito da una giovane della locanda. L’uomo è Edmund Mikals, messo del conte Krogh, che possiede buona parte delle terre della zona, in particolare intorno a Ladelund. I nostri scoprono molti più particolari della vita della zona, della vicenda di Andre (di cui nessuno si è davvero occupato) e dell’esistenza di una banda di malviventi capeggiata da un certo Mano di Pietra, gruppo di disperati esiliati per via delle conseguenze della Morte Oscura. Aredhel divina usando le stelle su dove sia l’ultimo ad aver visto vivo Andre, la risposta è “nord” e il simbolo del serpente.
I nostri trascorrono la notte in locanda, il mattino seguente Joaquin accompagna Aredhel in un giro di perlustrazione della zona che porta via qualche ora, mentre Victor e D., parlato con Sven, decidono di partecipare alla funzione religiosa della Conciliazione e parlare poi con Arne, colui che ha trovato il corpo di Andre. Arne rivela che è stato in realtà il figlio a trovare il corpo, essendo andato con degli amici di notte alla quercia bruciata. Il gruppo riunito raggiunge la fattoria di Arne per parlare con il ragazzo, Ralf. Grazie alle parole di Victor e a un aiuto magico, il giovane rivela di essere andato alla quercia con gli altri con l’interno di sorprendere l’incontro amoroso di due uomini, di cui si vocifera in entrambi i paesi della zona.
Il gruppo riparte verso nord, e nel tardo pomeriggio giunge in vista del convento di Holt. I nostri decidono di provare a farsi ammettere all’interno. Alla porta, il gruppo viene interrogato attraverso uno spioncino, poi viene fatta entrare solamente Aredhel. Condotta in una stanza a colloquio con madre Edyth, superiora del convento, la maga si informa su Andre, adducendo i pericoli di un viaggio in una terra in cui si aggira un omicida impunito. Edyth, che ha grossi problemi di vista ma notevole perspicacia, capisce subito chi ha davanti e intuisce che ad accompagnare l’elfa vi sia qualcuno venuto proprio per indagare sull’omicidio di Andre. Ammette quindi Victor all’interno delle mura e, dopo aver capito chi egli sia, decide di far entrare tutto il gruppo, facendolo alloggiare nella stanza che era di Andre.
Edyth, pur preoccupata dal subbuglio che i nostri potrebbero fare nelle vite delle sue monache, decide di essere d’aiuto, con la collaborazione di Helga, la sua giovane assistente. La stanza di Andre è separata dal resto del convento, si trova nel cortile orientale, dove ci sono anche la stalla, il pollaio, un piccolo campo coltivato e un orto. D. trova un’impronta vicino al muro di cinta, nei pressi della stalla. All’interno della stanza di Andre, trova uno scomparto segreto, vuoto, e resti di pergamena bruciati nella piccola stufa. Interrogata in proposito, Edyth capisce che qualcuno può essere davvero penetrato nel convento, e ricorda dunque che una delle monache, Maida, aveva detto di aver visto un’ombra nel cortile la notte della morte di Andre. I nostri decidono di pernottare nel convento e di continuare le indagini il giorno seguente. Aredhel viene accompagnata nell’edificio principale e le viene assegnata una stanza.

PIZZE TEX


12 Aprile – L’archivio segreto e Mano di Pietra

I nostri eroi decidono di rimandare ogni ricerca al giorno seguente. Al mattino, vengono subito avvisati da Madre Edyth: una parte delle monache, capeggiata da sorella Mathilda, la capo infermiera, vuole che il gruppo (e in particolare Aredhel) lasci il convento. Le ribelli sono pronte persino a chiedere la sostituzione di Edyth come Superiora. Edyth invita i nostri a concludere le indagini entro l’ora di pranzo, in cambio ha ottenuto però la collaborazione di tutte le monache, che risponderanno alle domande del gruppo.
I nostri decidono di interrogare Maida, che ha visto un’ombra la notte della morte di Andre. La giovane dice di aver visto qualcosa che si muoveva verso le stalle. Interrogata sui rapporti di Andre con le monache, Maida dice che l’uomo era in stretti legami solo con Lucie. Quest’ultima si rivela una spavalda e spigliata persona, per nulla intimorita dai nostri e senza peli sulla lingua. Ella, fatta allontanare Helga (che assisteva ai colloqui), rivela un segreto di Andre che aveva promesso di conservare fino a quando non sarebbe stata interrogata da un’autorità superiore (in questo caso, da Victor su mandato di Edyth). Rivela ai nostri ciò che essi già sospettavano, ovvero che Andre aveva conosciuto un uomo e sembrava felice. I nostri scoprono che Andre aveva scambiato dei messaggi con questo sconosciuto tramite una terza persona, che frequentava ormai solo il villaggio di Jardelund e che una delle lettere ricevute, vista di sfuggita da Lucie, aveva una bella grafia elegante ed era firmata “L”.
Lucie parla anche delle abitudini di Andre e menziona il suo legame con stalla e pollaio. Il riferimento alle galline insospettisce i nostri, e D. trova un pannello di legno che cela l’accesso a una scala a pioli che porta sotto il pollaio. Qui i nostri trovano una stanza segreta, protetta da rilevamenti magici da appositi simboli arcani. D. scassina con facilità la serratura, Aredhel aiuta magicamente Victor per un esame più rapido del molto materiale trovato. Oltre a vari oggetti, magici e non, di molte forme e provenienze, ci sono infatti innumerevoli tomi e pergamene appartenute a Waldor Kell. Alla fine, i nostri non trovano un inventario del materiale, ma in un tomo Aredhel trova riferimenti a Mezael e la sua Coppa leggendaria. Sembrerebbe che Kell avesse trovato informazioni importanti su di essa, ed è probabile che proprio quel materiale sia stato rubato.
Il gruppo lascia il convento e viaggia verso Jardelund. Il paese è ben misero, i nostri mangiano qualcosa all’improvvisata taverna nell’edificio principale e conoscono il gestore tuttofare, proprietario dell’emporio, Bartolf. Alla fine, i nostri rompono gli indugi e, dopo le iniziali domande generiche su Andre e sulla zona, scoprono alcune carte e accusano Bartolf di essere il tramite per i messaggi dell’amore proibito di Andre e dello sconosciuto. L’uomo nega e anzi, dice che secondo lui Andre non aveva alcun rapporto di quel tipo con nessuno. Comunque fa il nome di Nils Fonnset, proprietario di una fattoria vicino al paese, come di qualcuno in buoni rapporti con Andre.
I nostri prendono i cavalli per raggiungere la fattoria, ma Victor scopre nella sua sella un biglietto, senza firma, in cui qualcuno con una calligrafia elegante dice di avere informazioni sul “suo caro Andre”, e dà appuntamento al gruppo alla quercia bruciata. I nostri sentono odore di trappola, si recano all’appuntamento ma D. va in avanscoperta. Egli vede due uomini armati attendere presso il boschetto vicino alla quercia. Quando il resto del gruppo avanza, gli uomini intimano l’alt e, non appena i nostri scendono da cavallo, viene dato un segnale di attacco. È la banda di Mano di Pietra. Victor usa un incantesimo per rendere amichevole uno dei banditi, poi viene ferito dal Rosso, un veloce e pericoloso bandito. L’arciere dei banditi muore misteriosamente (D…), Joaquin abbatte con pochi colpi Mano di Pietra e ferisce un altro dei suoi uomini, mentre Aredhel usa un dardo di ghiaccio e uno di fuoco. Alla fine, i nostri hanno agevolmente la meglio sui nemici, uno dei banditi si dà alla fuga ma viene tramortito da Joaquin.
Victor, che ha mantenuto l’incantesimo di amicizia su uno della banda, lo interroga sull’agguato: pare che un tipo alto, magro, con accento ducale, che si muove silenzioso come un’ombra, abbia contattato la banda offrendo oro e l’occasione per un agguato. L’uomo ha dato appuntamento alla banda per pagare il resto di quanto pattuito.

PIZZE DADO



12 Aprile – Scontro allo Stagno del Cigno

I nostri eroi si fanno spiegare dal prigioniero ancora sveglio dove dovrebbe avvenire l’incontro con l’uomo che ha ingaggiato la banda. Si tratta dello Stagno del Cigno, a poco più di un’ora di viaggio dal luogo dello scontro. Il gruppo parte, dopo aver tramortito e legato entrambi i prigionieri. Il gruppo giunge a un ruscello e ne discende la riva. D. si stacca dagli altri e procede a piedi, non appena il terreno si fa paludoso. Non senza difficoltà dovute a fango, acquitrini e insetti, D. giunge in vista dello stagno, dove c’è un uomo in armatura vicino a un fuoco da campo. D. si avvicina e si prepara a colpire l’uomo con una freccia avvelenata.
Il resto del gruppo si avvicina, producendo parecchio rumore, l’uomo in armatura si prepara con spada e scudo (su cui c’è una specie di “D” come simbolo). Victor magicamente rileva cinque nemici nei pressi dello stagno, così avanza fino a una trentina di metri e intima di uscire allo scoperto. Intanto, D. sbuca dal nascondiglio quel tanto che basta per scagliare la freccia, ma viene anticipato da qualcuno che lo colpisce con un coltello da lancio, avvelenato a sua volta. I danni non sono gravi, D. si rifugia nel canneto, mentre Victor e Joaquin avanzano verso i nemici, che sono tre. All’uomo in armatura si sono aggiunti altri due guerrieri con spada e scudo. Aredhel lancia un muro di freddo, attraverso cui i tre avversari passano riportando alcuni danni. Uno di essi perde lo scudo, l’altro rimane intontito e con la bocca gelata. L’elfa viene però colpita da due frecce, scagliate dai due nemici ancora celati nei canneti, e viene ferita in modo abbastanza serio.
Mentre Victor affronta i due guerrieri rimasti attivi, Joaquin si fionda nel canneto per piombare su uno degli arcieri. D. sbuca dal nascondiglio e colpisce con una freccia l’unico nemico rimasto a tiro, quello con la bocca gelata, ma intanto il misterioso tiratore di coltelli lo ferisce ancora. D. resiste nuovamente agli effetti del veleno e ancora una volta si rifugia nel canneto. Victor è inizialmente in difficoltà contro i due coriacei avversari, ma con un paio di attacchi resi più potenti dalla magia trova finalmente il modo di riequilibrare lo scontro. Joaquin, dopo aver steso un arciere, corre fra i canneti per cercare il secondo, che ha nuovamente ferito Aredhel. L’elfa si getta dunque nell’acqua bassa di un acquitrino e fruga nella sacca alla ricerca del botticino con l’ambrosia. Un sorso della prodigiosa bevanda, ed ella si sente già in grado di tornare in azione, balzando magicamente nel canneto e preparando un dardo di ghiaccio.
Intanto, D. è uscito dal rifugio armato di spada, non trovando il misterioso lanciatore, piomba sul secondo arciere, su cui si stava già accanendo Joaquin. Il nemico viene ucciso, D. e Joaquin accorrono da Victor e lo spadaccino paralizza con un colpo letale l’avversario più temibile. L’altro guerriero, ferito dal dardo di ghiaccio di Aredhel, si arrende. Victor lo interroga subito, ma l’uomo a terra, Gundolf Essing, intima al compagno di non parlare. Il paladino lo giustizia, e il prigioniero accetta di parlare in cambio della promessa di libertà, non prima di aver fatto il nome di Darvan. Poi, crolla per le ferite ricevute. L’ultimo nemico in vista, quello con la bocca gelata, prova a fuggire ma sbatte ancora nel muro di freddo e poi, raggiunto da D., abbandona l’arma e viene brutalmente ucciso dal sanguinario avversario.
Aredhel spicca magicamente il volo per cercare traccia del misterioso tiratore di coltelli, ma non ne trova alcuna. Sorvolando il boschetto al limitare della zona acquitrinosa, ella trova i sei cavalli del gruppo di nemici. D. si avvicina di nascosto e sorveglia, ma nessuno viene a recuperarli. Joaquin aiuta il compagno, portando con sé la magica luce dell’elfa, ma senza risultati concreti. Intanto, Victor salva la vita al nemico sopravvissuto, e raduna ed esamina tutti i corpi. I nostri si riuniscono e decidono di tornare vicino alla quercia bruciata per passare la notte, e interrogare il prigioniero il giorno seguente.

PIZZE DIVISE



13 Aprile – I messaggi di Lefebre

I nostri eroi pernottano nel boschetto vicino alla quercia bruciata. Appena svegliato per il turno di guardia, Joaquin avverte una sensazione legata a qualche potere magico con il suo innato istinto. Egli avvisa Aredhel, prima che l’elfa si addormenti, ed ella avverte un forte potere dell’Essenza provenire dallo zaino. Si tratta dello scritto di Kell, su cui è attivo un incantesimo che, probabilmente, riguarda l’invio di un messaggio o comunque una segnalazione. Anche Victor esamina il libro, e i nostri vedono che sulle pagine viene illuminato un solo simbolo, in sequenza pagina dopo pagina. Victor sfoglia il tomo fino a quando anche l’ultima pagina si illumina, e proprio in quel momento spuntano i primi raggi del sole.
Il gruppo, ormai destato, si prepara subito a interrogare il prigioniero, che rivela di far parte di una banda di un certo Darvan, dotato di poteri tremendi, fra i cui più stretti collaboratori ci sono Lefebre, il ducale silenzioso e astuto, e Essing, il guerriero ucciso dai nostri allo Stagno. Il mercenario non conosce di preciso i piani di Darvan, ma sa che gli ordini erano di recuperare qualcosa dal convento, e per farlo Lefebre ed Essing hanno guidato un gruppo in zona e hanno preso alloggio in una fattoria, costringendo Nils Fonsett a collaborare rapendo le sue due figlie. Uno dei mercenari, rimasto alla fattoria, ha l’ordine di uccidere Nils e il figlio all’alba, se non avesse visto tornare i compagni. Il prigioniero conosce uno dei covi di Darvan, una caverna a sud-est, nella zona fra il lago e la Grande Foresta, ma dice che Darvan cambia spesso il suo covo e solo i suoi fedelissimi lo seguono.
I nostri decidono di recarsi prima di tutto al rifugio di Mano di Pietra, per raccogliere un po’ di bottino. D. va in avanscoperta e raggiunge la caverna, sulla riva di un torrente. Qui, egli trova un messaggio di Lefebre, che ha già ripulito il covo e mette in guardia i nostri sul continuare a seguirlo. D. trova un’impronta vicino al torrente, in direzione nord, così i nostri risalgono il corso d’acqua, Aredhel sorvola la zona e trova la pista per Meiersdorf. I nostri arrivano a un guado, D. trova un’altra impronta. Il gruppo arriva alla pista e la segue, quando il tramonto è vicino essi vedono un pennacchio di fumo. D. va a vedere e trova un bel fuoco in mezzo a una radura, ma non c’è nessuno in giro e un foglio di pergamena sembra lasciato nell’erba. Intuendo la trappola, D. chiama i compagni che giungono portando i cavalli per le briglie. Dal nord della radura arrivano due orchi, probabilmente attirati dal fumo a loro volta. I due si lanciano sui nostri, ma Aredhel eleva una barriera di gelo che ferisce il primo, mentre il secondo muore cadendo a terra un attimo prima di essere sorpreso alle spalle da D. L’orco rimasto, ferito anche da Joaquin e Victor, arretra e si difende come può, ma quando l’elfa toglie la barriera lo spadaccino e il paladino gli piombano addosso e lo abbattono senza problemi. D. intanto corre ai cavalli, che Joaquin ha cercato di legare fra loro in un lampo prima di combattere. Una bestia è fuggita lontano, ma D. ne ritrova le tracce.
Il gruppo prosegue anche dopo il tramonto e bivacca non lontano dalla pista. Durante il turno di Joaquin, qualcosa si muove fra i cespugli. Lo spadaccino desta anche D., che vede qualcosa muoversi, e decide di aggirare e scoprire cosa sia. Alla fine, i nostri trovano una specie di manichino improvvisato, che era stato messo in movimento e a poco a poco si era fermato. Eppure, il diversivo non sembra aver portato a nulla. Victor sogna magicamente un pupazzo che ride e un’ombra che si avvicina a uno zaino. Il mattino seguente, infatti, D. trova un messaggio di Lefebre, che in tono tracotante intima al gruppo di rinunciare a ogni velleità di seguirlo.

PIZZE DIVISE

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