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16 Aprile – Sangue e misteri

I nostri eroi sono a colloquio con la donna mascherata, contatto dell’Adunanza. Mentre parlano fra loro e le pongono domande, il suono di un campanellino annuncia novità: la donna riceve la notizia che Jacques, il garzone della bottega di vino legato a Lefebre, è stato alla Pinta Nascosta con un messaggio per i nostri; una spia dell’Adunanza lo ha seguito e lo ha visto con Lefebre, i due sono quindi evidentemente ancora in contatto; Jacques non è stato ucciso dallo spietato Lefebre, e se ne è andato verso casa.
I nostri discutono fra loro su come agire, la donna misteriosa commenta sul fatto che potrebbe essere quello il primo errore di Lefebre. I nostri chiedono alla donna di scoprire dove si trova la casa di Jacques, ella manda a chiamare Semund, l’uomo che li ha fatti entrare nei sotterranei, e lo invia per una porta segreta. L’uomo però torna presto indietro allarmato: le guardie hanno fatto irruzione nei sotterranei, è stato visto un intero plotone nel condotto est. La donna è allarmata, se le guardie non vengono almeno rallentate, avranno accesso a tutta la rete di tunnel della sua organizzazione. Per fermarli, si possono far crollare due punti diversi dei condotti, ma occorre tempo e braccia. Aredhel dice che con i suoi poteri non sarà un problema occuparsi di un condotto. La donna allora porta con sé l’elfa, e manda Semund e i nostri verso il condotto est, per rallentare le guardie, mentre l’uomo minerà la solidità del condotto per poi chiuderlo coprendo la fuga.
I nostri seguono Semund e raggiungono il cosiddetto Bivio Est, uno slargo dove si incrociano quattro condotti. Semund vorrebbe sigillare il condotto di fronte, ma da esso proviene già la luce di una lanterna. Victor e Joaquin avanzano per fronteggiare i soldati, D. si apposta in un condotto laterale. I soldati sbucano prima che i nostri possano chiudere il passaggio, uno dei primi due intima ai nostri di gettare le armi. Victor usa un incantesimo per evitare lo scontro e comanda ai primi due di fermarsi e chiede loro cosa cercano e chi li manda. Le risposte dei due sono che cercano assassini e traditori, e che li mandano il sergente e il caposquadra. Intanto, però, altri due soldati appena dietro i primi assaltano i nostri, vedendo che essi non hanno gettato le armi.
Joaquin viene ferito e la risposta è tremenda, Victor invece subisce un colpo senza potersi difendere, per fortuna senza gravi conseguenze. Il paladino rinuncia al controllo sui primi due soldati, dovendo difendersi dal suo avversario. In breve, la mischia divampa, i terribili colpi di Joaquin, reso più rapido dal potere magico di uno dei suoi oggetti, mettono al tappeto una prima guardia e fanno arretrare un altro giunto in soccorso. D. piomba su un terzo soldato e gli spacca il ginocchio mandandolo a terra, mentre Victor ferisce uno dei suoi. Joaquin viene attaccato anche dall’ultimo soldato, che regge la lanterna, ma in breve ha la meglio anche di lui e impedisce la fuga di un ultimo nemico, trafiggendolo poi a terra. Victor stende un avversario e poi stordisce l’ultimo rimasto, che si è nel frattempo arreso. Mentre Joaquin uccide gli ultimi soldati a terra, Victor strattona la guardia verso il condotto da cui i nostri sono venuti. Infatti, Semund ha dato il segnale, il crollo del condotto è imminente. I nostri fanno in tempo a superare Semund, che vibra l’ultimo colpo e fa crollare il passaggio.
I nostri e Semund raggiungono Aredhel e la donna mascherata, che hanno compiuto la loro parte. La donna è piuttosto preoccupata dall’esito dello scontro, dalla morte delle guardie e dalla presenza del prigioniero. Infine, ella si toglie la maschera, rivelando anche il suo nome, Kristena. Conduce i nostri nell’unico punto in cui può garantire la sicurezza, la sua dimora. Ella è infatti la moglie di un Delegato della Repubblica, e vive in un grande ed elegante caseggiato. Rifugiati i nostri in due stanze al secondo piano, con il prigioniero legato e imbavagliato nello sgabuzzino,
Kristena torna poi con notizie: le guardie hanno fatto irruzione grazie a un passaggio aperto da qualcuno nei condotti, quasi certamente da chi li conosce meglio ancora di lei e delle sue spie, ovvero i misteriosi individui di cui i nostri hanno già sentito parlare. I soldati hanno ricevuto una soffiata in merito agli assassini di Anton Flauber. Kristena rivela inoltre di sapere dove si trovi la casa di Jacques. I nostri decidono di raggiungere quest’ultimo, ma la Città Vecchia è blindata. Kristena suggerisce che i due più anonimi di aspetto, Victor e D., potrebbero uscire accompagnati da un suo fedele servitore. I nostri accettano e, con il solo D. armato di una spada corta, escono dalla porta est superando i controlli, e si ricongiungono con Semund, che indica loro la casupola di legno di Jacques.
Victor si fa aprire ed entra, mentre D. sorveglia da fuori. Jacques sembra poco preoccupato dalla visita, ammette candidamente di aver visto Lefebre, e in generale tratta i nostri come amici e alleati. Egli dice di sapere dove sia il rifugio di Lefebre in città, e che questi resterà lì nascosto vista la situazione. Victor chiede a Jacques di accompagnarlo al rifugio, D. segue i due a distanza.

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16 Aprile – Inganni e trappole

Joaquin, rimasto nelle stanze della dimora di Kristena, tramortisce il prigioniero che, risvegliatosi, stava provando a liberarsi con i cocci di un recipiente. Intanto, Victor si fa condurre da Jacques in vista del rifugio di Lefebre: è una capanna di legno, fra altre, nella zona peggiore della città, vicino al canale di scolo delle fognature, alle latrine e a breve distanza dalla porta esterna ovest, che conduce ai vasti stallaggi. Sempre seguito a distanza da D., il paladino studia il posto e poi torna indietro e, salutato Jacques dopo una birra assieme, fa ritorno alla porta est e poi da Kristena.
I nostri decidono di agire subito, e interrogano il prigioniero per avere informazioni. L’uomo collabora, fornendo i nomi del suo caposquadra e del sergente, e dicendo che è stato un garzone della bottega di vini a fare la soffiata che ha portato all’irruzione nei sotterranei. I nostri decidono di uscire dalla porta ovest, facendosi passare per guardie che conducono fuori un ubriaco. Per rendere credibile la scena, Joaquin, designato per la parte dell’ubriaco, viene camuffato con l’aiuto di Kristena e viene fatto passare per uno dei servitori di un cavaliere dell’Armata, di estrazione nobile e piuttosto pretenzioso nei modi. D. e Victor interpretano la parte di soldati della compagnia in partenza il giorno seguente per il nord. Per poter consentire il passaggio della porta ad armi e armature del gruppo, ed evitare sospetti, Aredhel usa il suo volo magico e porta con sé l’involto con le attrezzature.
Tutto procede per il meglio: il gruppo raggiunge i pressi della porta da un condotto, e poi supera i controlli e si ricongiunge con l’elfa, volata nei pressi delle mura sul lato sud-ovest. I nostri si avvicinano alla capanna di Lefebre, D. esplora le due baracche adiacenti e poi si prepara ad entrare dalla finestra. Victor, che ha percepito un potere magico all’interno, si prepara a contrastarlo, ma quando Joaquin apre la porta per iniziare l’assalto, una luce magica esplode davanti ai nostri. Solo lo spadaccino rimane stordito, ma si riprende subito grazie al potere di uno dei suoi oggetti e a quello di Victor.
Nella baracca ci sono tre uomini armati che attaccano i nostri, mentre all’esterno Aredhel viene centrata da un quadrello di balestra e si rifugia oltre l’angolo. D. uccide al primo colpo il suo nemico, sorprendendolo, mentre Victor getta a terra il suo ma viene ferito. Joaquin uccide il suo avversario tagliandogli una gamba, ma una nuova minaccia grava sul gruppo: dall’esterno, una voce con accento ducale grida l’allarme e chiama le guardie. D. esce dalla finestra, gira attorno alla baracca e vede un’ombra fuggire vicino al canalone fognario. Victor e Joaquin escono e, senza vedere Aredhel, vanno verso il canalone. Joaquin viene ferito da un colpo di balestra, tirato dalla zona presso le mura della città vecchia.
Le guardie stanno sopraggiungendo, i nostri si rifugiano nei pressi del canalone, usando le latrine come riparo. D. si infila nel canalone e poi raggiunge la latrina più vicina alle mura. Aredhel, rifugiatasi nella casupola, scaglia una palla di fuoco contro uno degli edifici in muratura presso le mura interne, poi vola magicamente via prima dell’arrivo delle guardie, che si dividono in due gruppi per esaminare casupola di legno e edifici in muratura. D., sentendo dei passi nel canalone, si muove verso le mura della città e arriva al condotto fognario vero e proprio. Qui sorprende una figura in fuga, che impreca e si ferma, forse ferita. D. lo colpisce più volte, impendendone la fuga e tramortendolo, proprio quando anche Victor e Joaquin lo hanno seguito nel condotto.
I nostri accendono una lanterna: l’uomo, che ha imprecato in ducale, non è Lefebre, ma un tizio con una custodia per quadrelli di balestra. I nostri lo legano e lo trascinano lungo il condotto. Si aprono dei passaggi laterali, i primi due sono ostruiti con una grata di ferro. Nell’esaminarle, D. nota che una, a sinistra, non è ben agganciata, così la toglie e il gruppo si infila nel piccolo condotto laterale, fino a giungere alla fine. Qui, i nostri trovano una sorpresa interessante: il muro laterale è stato sfondato, e c’è un passaggio che lascia il condotto fognario.

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aluin2_diario2/parte2.1700733022.txt.gz · Ultima modifica: 2023/11/23 09:50 da tex