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1 Maggio – Ritorno a Luindirien
I nostri eroi, terminata la preparazione, si fanno trasportare magicamente da Aredhel alla torre di ghiaccio dimora di maestro Kirdae. L’elfa fa attendere i compagni in una stanza piena di strumenti musicali. L’atmosfera nella torre è piuttosto tesa, a causa delle notizie sugli elfi scuri portate dal gruppo. Kirdae invita i nostri per un rapido incontro, in cui egli si fa consegnare tutto il materiale acquisito dai nemici. I nostri vengono poi condotti in una stanza al livello inferiore, e alla porta vengono messe due guardie armate di tutto punto.
Il mattino seguente, Kirdae invita il gruppo a colloquio: egli ringrazia per l’aiuto ricevuto fino a quel momento, e in cambio si offre di rispondere alle domande, salvo poi suggerire che in futuro potrebbe non essere più così collaborativo. I nostri si fanno spiegare alcune cose sugli elfi scuri, sulla specie di bussola recuperata e sulla situazione delle ricerche della Coppa di Mezael. La notizia più inquietante è che gli elfi scuri incontrati erano una sola squadra, e ce ne sono più di una in Aluin, una di esse è da qualche parte a nord. Dal diario del mago elfo scuro, si capisce come i nemici avessero usato la bussola per seguire il segnale magico del tomo di Kell, salvo poi, una volta perduto, ricostruito i movimenti del gruppo tramite interrogatori brutali e spietati omicidi di chiunque fosse sulla loro strada.
Kirdae congeda i nostri e promette loro un piccolo aiuto magico contro i poteri mentali degli elfi scuri che, egli spiega, usano tutte e tre i regni magici assieme. Il gruppo si ritrova nella stanza, sorvegliato però da numerose guardie. Aredhel porta tre collanine magiche che aiutano dai poteri mentali, ma avverte i nostri: Kirdae non ha detto tutta la verità, le sue ricerche e studi dei materiali recuperati sono assai più avanti di quanto abbia detto, il maestro Anyar vuole la Coppa, e soprattutto il potere che con essa si può raggiungere, tutto per sé, e diffida degli esseri umani. La presenza degli elfi scuri non ha fatto che aggravare la situazione.
Aredhel fornisce ai nostri una traduzione di una delle pergamene degli elfi scuri, in cui si leggono alcune parole in mezzo a un testo incomprensibile. I nostri restano a lungo prigionieri, e alla fine, quando ormai stanno cominciando a pensare a un modo per fuggire con la forza, Aredhel appare magicamente in mezzo a loro e, sempre con la magia, li trasporta nella stanza sulla sommità della torre, da cui lei può usare il potere necessario a condurli lontano, in un luogo che ella conosce bene. Il gruppo sceglie il cortile della dimora di Kristena a Meiersdorf. Aredhel saluta il gruppo e compie l’incantesimo.
I nostri si ritrovano nel cortile, fanno chiamare Kristena e poi Rasmus Dahl, che si trova in città. Il gruppo riepiloga quanto accaduto e mostra la pergamena misteriosa. Su di essa, vi sono alcune parole, come “torrente”, “monti a ovest”, “foresta”, che sembrano avere un collegamento con la zona, altre misteriose, come “grande orso”. E poi il riferimento a “specchio”, ripetuto due volte. Riuscirà il gruppo a recuperare il terreno perduto nella corsa alla Coppa, che vede ora coinvolte le Genti, gli elfi scuri e gli Anyar?
PIZZE DADO
3 Maggio – Il tempio violato
I nostri eroi pernottano nelle stanze della dimora di Kristena, consumata una buona colazione essi vengono ricevuti dalla padrona di casa nell’atrio dell’edificio principale: ella non vuole più nascondere la collaborazione con loro, e dice che Dahl ha in mente come permettere al gruppo di circolare liberamente in città.
I nostri si recano al tempio, qui trovano Dahl con padre Kelsig, che fornisce loro casacche con i colori di Yrmiria. I nostri passeranno per scorta di padre Schwartz, alta carica del culto giunto da Mandalon. In città c’è un’autorità religiosa anche più elevata: i nostri fanno la conoscenza con padre Eustasius, membro della Seduta e devoto del santo Enrik. Dahl dice che Eustasius potrebbe impicciarsi della faccenda, ma che bisogna fargli credere che sia al comando. I nostri pongono varie domande per cercare di inquadrare le parole leggibili della pergamena fornita da Aredhel. Essi avanzano l’ipotesi di partire per Hjord, la capitale di Hurek, che potrebbe essere rappresentata dalla parola “mura”. Dahl propone loro di restare ancora, almeno fino al ritorno del convoglio con l’archivio segreto e gli oggetti recuperati agli elfi scuri.
In città è giunta la notizia di un nuovo attacco delle Genti, che si sono poi rifugiate proprio in montagna, più a nord rispetto a dove i nostri si erano scontrati con esse. I nostri chiedono a padre Kelsig di poter parlare con qualcuno che conosce bene i monti a nord di Meiersdorf, che dovrebbero essere i “monti a ovest” della pergamena. Nel pomeriggio, Kelsig organizza l’incontro con un uomo del nord, cresciuto in quella zona, fidato seguace di Yrmiria. I nostri pongono varie domande: pare che le miniere, ormai in disuso, fossero di argento e ferro, che nella zona l’unica cosa particolare fosse il lago di montagna e i suoi dintorni, e che per il resto le Genti su quei monti avrebbero poco senso di arroccarsi. Il gruppo, avendo sentito menzionare le tradizioni pagane ancora in uso fra i popoli di Hurek, si informano meglio sulla mitologia, che vede il creatore Tanasis e i suoi figli come protagonisti, e una creatura mostruosa che alla fine dei tempi si scontrerà con loro.
A metà pomeriggio, il gruppo viene mandato da Dahl incontro a Olfric e al convoglio. I nostri pernottano all’addiaccio, poi al mattino incontrano il convoglio e lo scortano nel luogo sicuro scelto da Dahl, un piccolo tempio in un villaggio della campagna a est di Meiersdorf. Qui i nostri sfogliano parte del materiale in cerca di indizi sui monti a ovest e sulle tradizioni dei culti pagani. Kell ha parlato dei monti, e del lago, ma senza menzioni particolari riguardo la Coppa. Nulla ha scritto invece sui culti pagani. Il gruppo rientra in città con Olfric, il mattino seguente i nostri sono invitati al rito di purificazione degli oggetti recuperati. Eustasius dirige il rituale, che vede coinvolti Dahl e Schwartz. Quando il pittoresco rito sta per concludersi, la terra comincia a tremare, il pavimento del tempio viene squarciato, e con sommo sbigottimento di tutti i presenti, l’altare viene inghiottito da una voragine, e una luce violacea compare dal buco.
Olfric e i templari presenti trascinano Schwartz e Eustasius in disparte. Nessuno sa cosa sia accaduto, né come agire. Alla fine, Dahl dice al gruppo di affrontare la minaccia, ma di non attendere che essa giunga nel tempio. Coraggiosamente, i nostri si infilano nella voragine. Pochi metri più sotto, in una sorta di basamento pieno scavato nella roccia, fra colonne naturali di pietra e anfratti, i nostri vedono aprirsi una specie di condotto che punta a sud. I nostri proseguono verso una luce violacea, ma Victor ode un rumore alle sue spalle. D., che ha la lanterna, torna sui suoi passi, mentre Victor si avvicina a una discesa che conduce a una cavità sotterranea, dove scorge una pozza irregolare di liquido che emette la luce viola. Il potere di Essenza è molto accentuato.
D. è tornato al basamento del tempio, mentre si guarda attorno vede apparire quello che sembra nell’aspetto un elfo scuro, dalla pelle molto nera e i capelli bianchissimi, alto però quasi due metri e mezzo, e armato con una strana lancia e una spada dalla lama ondulata. Victor, che stava tornando indietro con Joaquin, sente un rumore dietro di sé: dalla cavità sotterranea è giunta una figura umanoide di quasi due metri e mezzo, circondata da un’aura maligna e con una spada in pugno.
Quale minaccia i nostri eroi stanno per affrontare? Come è possibile che il tempio della Santa Yrmiria sia stato violato?
PIZZE FABIO (CAMBIO CON IVAN)