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15 Maggio – Intrighi e misteri

I nostri eroi a colloquio con Lif continuano a studiare la pergamena. Nonostante i progressi e le buone idee, alla fine decidono di rimandare e di recarsi a Holm, dove quantomeno potranno avvertire le forze di difesa dei movimenti delle Genti. Victor stabilisce un accordo con Lif: egli alleverà i cuccioli, ma li impiegherà solo per caccia e difesa e non andrà oltre la montagna, senza minacciare quindi la gente del villaggio.
Durante la discesa, giunto alla frana, D. vede una figura vestita di nero apparire per un istante. Preoccupati, i nostri si avvicinano, D. vede il suo mentore fargli cenno di raggiungerlo, più su lungo il pendio. Nessuno degli altri vede nulla. Preoccupato dall’allucinazione, D. sale e vede il suo mentore indicare dei rami a terra, che si uniscono a formare tre “esse”. Quando Victor raggiunge il compagno, toccando i rametti e invocando la guida del Santo, egli si sente dire che “quella è una traccia”. Indecisi, i nostri risalgono la pista, forse pensando che il mentore indicasse di tornare indietro, poi però D. vede una figura scura più in giù, oltre la frana, così il gruppo discende e arriva fino alle baracche. Qui, D. vede il mentore appoggiato alla baracca di Lanric.
I nostri, recuperati i cavalli, ripartono verso il paesino, senza che altre visioni li turbino. Dopo aver riferito le notizie prima a Thor il Taglialegna, poi al capo villaggio Jens Olberg, decidono di partire subito per Holm. Il giorno seguente, essi incontrano una squadra di soldati della Repubblica, di pattuglia verso il limitare della Grande Foresta. Il gruppo raggiunge Holm, un accampamento fortificato circondato da centinaia di tende da campo. I nostri riferiscono a un capitano le informazioni sulle Genti, e apprendono che a Holm vi era stato anche un famoso guerriero, Laydon dalla treccia d’argento, che ha ucciso alcuni cavalieri del teschio. I nostri, grazie a Sigric, scoprono anche che qualcuno li sta cercando, scortato da due soldati di Meiersdorf.
Il gruppo riparte verso la stazione di posta lungo la Grande Via Est, incontrando lungo il tragitto Semund, uno degli aiutanti di Kristena. L’uomo dice di essere stato inviato con altri per cercare i nostri. Infatti, Rasmus Dahl è stato catturato, e viene tenuto a Meiersdorf in attesa di deciderne la sorte. Il gruppo non perde tempo e ritorna dalle parti di Meiersdorf in capo a quattro giorni di viaggio, pernottando vicino al piccolo villaggio sede temporanea dell’archivio segreto. Il mattino seguente, Kristen li raggiunge, avvisata da Semund che ha fatto ritorno in città la sera precedente.
La donna riferisce che intrighi nebulosi avvolgono la città, Dahl sembra il capro espiatorio ideale per quanto avvenuto, e che contro di lui c’è la figura di Padre Eustasius, ma che anche le cariche militari e il clero di Yrmiria sembra contro l’inquisitore. A giudicare, è giunto in città Padre Ermeric, del clero di Jurgen, che si occuperà di inchiesta e processo. Alle intenzioni di liberare Dahl dei nostri, Kristena dice che, oltre alle enormi difficoltà dell’impresa, bisogna tenere conto che una fuga confermerebbe la colpevolezza. Ella propone invece di compiere almeno un primo passo: trovare il modo di far spostare Dahl in un luogo in cui egli sia più tutelato e in cui l’Adunanza abbia un peso.

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23 Maggio – L’attacco degli orchi

A colloquio con Kristena, i nostri eroi pensano a vari modi per poter cavare dai pasticci Rasmus Dahl. Kristena cerca di trattenerli da gesti avventati, e si propone di svolgere alcune indagini in città per conto loro. I nostri si tengono alla larga dal piccolo villaggio e sorvegliano la zona dell’incontro in attesa di messaggi di Kristena.
Un servitore a cavallo giunge poche ore dopo, D. controlla che non sia seguito. La missiva che reca porta ai nostri una notizia, che anticipa ogni indagine: il marito di Kristena, un delegato della Repubblica, sta tornando a Meiersdorf. Kristena teme per la sua sicurezza, visto quanto accaduto a Dahl, e chiede ai nostri di andare incontro al marito. Il gruppo non perde tempo e procede lungo la Grande Via Ovest fino alla stazione di posta di Kragelund. Qui i nostri mandano Sigric a indagare: il marito di Kristena non è ancora passato, i cavalli e il carro di un certo rango fermi alla stazione sono di una coppia di mercanti di stoffe, scortati da guardie armate. I nostri pernottano più avanti lungo la strada, al riparo, e ripartono di buon mattino.
I primi viaggiatori che essi incrociano sono un gruppo di uomini d’arme diretti a nord, che dicono di aver superato una carrozza con una scorta, che però aveva deciso di abbandonare la Grande Via Ovest e di prendere la Pista delle Ginestre, un percorso più lungo e impegnativo che attraversa due paesini e si ricongiunge alla Grande Via a nord di Kragelund. Preoccupati, i nostri si fanno guidare da Sigric verso la Pista delle Ginestre. Dopo alcune ore di viaggio in territorio selvaggio, i nostri giungono alla stretta pista, qui D. trova le tracce della carrozza, già transitata verso nord, e anche l’impronta di un grosso stivale. I nostri seguono la pista, fino a quando essa costeggia un corso d’acqua. Qui D. trova altre impronte di grossi stivali.
Il gruppo raggiunge finalmente la carrozza, si odono grida e versi di orchi. Tre soldati della scorta sono alle prese con due grossi orchi più avanti lungo la pista, la carrozza è sorvegliata da altri due soldati, ma due orchi stanno manovrando per prenderli alle spalle. D., che si è infilato nella vegetazione lungo il corso d’acqua, sorprende alle spalle uno degli orchi e lo ferisce, mentre l’altro viene colpito da un quadrello di Joaquin. Frattanto, qualcuno dalla carrozza ordina a uno dei due soldati rimasti indietro di aiutare i compagni, ma un orco sbucato dai cespugli travolge il malcapitato, e un secondo orco si lancia verso la carrozza, affrontato dall’ultimo soldato rimasto.
I nostri attaccano: Joaquin e Victor piombano sui due orchi, D. approfitta dei rinforzi per accorrere alla carrozza. Joaquin alla fine si accanisce sull’orco ferito per cercare di metterlo fuori combattimento, Victor resta bloccato contro un avversario che, nonostante le tantissime ferite riportate, continua a battersi. D. sente l’orco colpire la carrozza, si prepara e lo fronteggia. Il pelleverde ha un’arma a due mani, ma D. si mette sulla difensiva e resiste. Intanto Joaquin arriva a proteggere le spalle del compagno e ingaggia l’altro orco arrivato alla carrozza, che si è sbarazzato del soldato. Joaquin viene colpito dal nemico ma riporta pochi danni grazie a un incantesimo di Victor, mentre D. prende in contropiede l’avversario e gli taglia un braccio, mettendolo fuori gioco. Finalmente, l’avversario di Victor crolla per le ferite.
Per i nostri non è ancora il momento di gioire: Joaquin è alle prese con un orco con arma a due mani, che pur ferito sembra ancora decisamente pericoloso, e intanto D. ha visto la situazione lungo la pista, dove i tre soldati sono stati sbaragliati. Due orchi con scudo e spadaccio avanzano, uno viene colpito da una freccia, probabilmente di Sigric, e devia verso la boscaglia sul lato ovest della strada, mentre l’altro corre alla carrozza. Dietro i due, ne avanzano altrettanti, come scorta di un orco più grande in armatura da battaglia e un enorme martello da guerra. Riusciranno i nostri eroi a resistere all’attacco degli orchi?

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24 Maggio – Il Delegato in salvo

Lo scontro con gli orchi infuria. D. informa i compagni dell’arrivo di altri orchi e del loro capo, Victor si è liberato del suo avversario e si avvicina agli altri, pronto a dar manforte. Joaquin incalza l’orco con l’arma a due mani, ferendolo ancora, così Victor decide di aiutare D. con l’orco in arrivo, uccidendolo con un grande attacco. Per D. e Victor la tregua dura poco, su di loro piombano un altro orco con scudo e spadaccio e il capo dei pelleverde, che fronteggia il paladino. Dopo qualche momento di studio, lo scontro divampa, ma i nostri sono bravi a mettere subito in difficoltà il pericoloso e gigantesco capo degli orchi che, ferito, tenta un ultimo attacco su Victor, senza produrre grossi danni, e D. lo coglie in contropiede: dopo aver messo sulla difensiva il suo orco, colpisce il capo alla testa e lo uccide sul colpo.
Joaquin, frattanto, ha fatto arretrare il suo nemico, e con scaltrezza ha visto l’ombra di un nemico in avvicinamento, che ha girato attorno alla carrozza. Il nuovo arrivato, un orco con spadaccio e scudo, non riesce a travolgere lo spadaccino, che anzi lo ferisce subito gravemente. L’altro orco, ormai disperato e grondante sangue, ferisce Joaquin con un ultimo disperato attacco, lo spadaccino lo finisce e poi, accertatosi che il movimento visto sotto la carrozza non è di un orco ma di un uomo in abiti eleganti, aggira il mezzo per aiutare i compagni.
L’ultimo orco, intanto, ha tentato la fuga, D. lo incalza e quando anche Joaquin lo raggiunge, per il pelleverde non c’è speranza. Victor controlla la carrozza, nota l’uomo nascosto sotto, ma intanto dalla boscaglia spunta correndo Sigric, inseguito da un orco, sono entrambi feriti. Victor e Joaquin fronteggiano l’orco, che fugge, viene raggiunto, ha l’ultimo scatto d’orgoglio ferendo Joaquin, ma poi perisce sotto i colpi dei nostri.
Curate le ferite, i nostri si occupano di seppellire i caduti, bruciare gli orchi e parlare con l’uomo sopravvissuto, che è proprio Ulf Konig, il marito di Kristena, Delegato della Repubblica. L’uomo sembra molto ragionevole, grato al gruppo per il salvataggio e meravigliato dell’agguato, in quanto il suo braccio destro, Tomas Kullerman, ha consigliato la Pista delle Ginestre proprio per evitare guai. Kullerman si era staccato dal gruppo insieme a un soldato, Hans, proprio all’imbocco del sentiero, volendo tornare il più rapidamente possibile a Meiersdorf lungo la Grande Via. I nostri non ricordano di aver incrociato due uomini con quelle fattezze. Konig dice che c’era una pattuglia di soldati più a sud, chiede se non sia meglio avvisarli. I nostri, ansiosi di tornare in città e preoccupati di ogni contatto con le forze armate, decidono di ripartire per il nord, e dopo un pernottamento all’addiaccio, giungono sulla Grande Via il giorno seguente, verso l’ora di pranzo.
I nostri, che hanno esaminato le armi e le armature usate dagli orchi, sospettano un complotto. Infatti, l’armatura di piastre di alcuni pelleverde, in particolare del capo, e le spade a due mani di un paio di orchi sono di chiara foggia umana. Qualcuno ha usato gli orchi per assassinare Konig? Chi e come ha comunicato con i pelleverde? E che fine hanno fatto Kullerman e il soldato?

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aluin2_diario2/parte5.txt · Ultima modifica: 2024/10/03 08:03 da tex