25 Maggio – Guardie della Repubblica
Giunti alla Grande Via, i nostri si preparano a viaggiare fino a Meiersdorf, chiedendosi se sia meglio arrivarci il giorno seguente al mattino, o a sera inoltrata quel giorno stesso. Decidono infine per pernottare in un paesino, ma intanto D. propone che Sigric vada a cavallo alla Stazione di Posta per sentire la situazione. Lungo la via, i nostri non incontrano pericoli, Sigric li raggiunge nel pomeriggio dicendo che di Kullerman non c’è traccia, che si parla di orchi oltre al fiume e che due squadre di soldati agli ordini di un sergente si stanno spostando a nord.
Il gruppo pernotta in un paesino, in incognito, dopo aver nascosto la carrozza. Il giorno seguente, ripartiti per l’ultimo tratto di viaggio, Konig propone ai nostri di diventare Guardie della Repubblica, al suo servizio, per avere un ruolo ufficiale che possa tutelarli agli occhi delle autorità. Il gruppo accetta e presta giuramento, ricevendo denaro e un attestato. D. acquisisce il nome di Dimitri Petrov, e Sigric il cognome Meier. Giunti a Meiersdorf, i nostri passano senza problemi le mura esterne e quelle interne e giungono alla dimora dei Konig. Qui, accolti con festa dalla servitù e da Kristena, i nostri vengono presentati ufficialmente come amici e ospiti importanti, e alloggiati nell’edificio principale.
Dopo aver pranzato con i Konig, il gruppo viene invitato nello studio, e qui Kristena alla domanda diretta del marito ammette di far parte dell’Adunanza, cosa che Konig già sospettava, e ne aveva espresso dubbio ai nostri. Il Delegato, però, non sembra portare rancore alla moglie, e anzi si offre di aiutare lei e il gruppo nel compito difficile di salvare Dahl. Konig dice che muoverà le sue pedine, i nostri non stanno con le mani in mano, e mentre Joaquin e Victor si recano a prendere contatto con gli Innocenti, D. va dalla vedova Wissen, che ospitava Kullermann quando era in città. Grazie a Kristena, i nostri si muovono nei condotti sotterranei, Victor e Joaquin convincono Ewhald, capo degli Innocenti, ad aiutarli: in cambio dei loro bastoni magici e di qualche pezzo d’oro, gli Innocenti ripristineranno un tunnel che conduce nei pressi del palazzo Kless, dove ora sono radunate le alte cariche del Tempio e dove è tenuto prigioniero Dahl. D. prende alloggio dalla vedova spacciandosi per un amico di Kullermann, che non si fa vedere in città ormai da mesi. D. fruga la stanza, senza trovare nulla di interessante, ma la vedova parlando di Kullermann offre uno spunto: egli era solito frequentare l’ambiente del “Porticato”, una sorta di ritrovo esclusivo non ufficiale, in cui si trovano cose estreme e ricercate.
Il gruppo, riunitosi da Kristena e Konig, scopre che la minaccia su Dahl è davvero concreta, in ballo ci sono accuse pesanti, financo l’eresia, che porterebbe sul rogo, e che molti poteri politici, anche indipendentisti come il rivale delegato Sandvik, sono pronti ad approfittare della situazione. Joaquin e D., con Sigric, decidono di recarsi al Porticato, e Konig fa loro avere degli inviti. Nell’ambiente esclusivo sulla grande piazza cittadina, i nostri degustano eccellente vino e cibo particolare, circondati da ospiti ricchi e bellissime dame. Riusciranno i nostri eroi a trovare il bandolo della matassa? O saranno costretti a usare la forza per salvare Dahl?
PIZZE IVAN
26 Maggio – Una serata memorabile
Nella confortevole e affascinante cornice del Porticato, i nostri eroi si godono la serata, fino a quando una bella ragazza di origine zomorana, Esmeralda, fa espliciti apprezzamenti a Joaquin, e mostra di conoscerlo di fama. Lo spadaccino è sul chi vive, ma assieme ai compagni decide di stare al gioco, e i nostri vengono accompagnati in una sala interna, dove in pratica ciascuno di loro potrà divertirsi e poi scegliere una ragazza con cui passare del tempo.
Intanto, Victor viene disturbato nell’alloggio nel palazzo dei Konig da un servitore, che gli consegna un breve messaggio portato da uno sconosciuto alle guardie al portone. Il messaggio è un appuntamento, di lì a un’ora, presso un luogo che riguarda Nauen, dove “nessuno vi riposa”. È scritto in modo che solo una cultura religiosa lo faccia comprendere, e nel pallino delle “i” è presente un simbolo tipico dell’Adunanza. Mentre Victor si fa condurre da Semund attraverso i passaggi sotterranei fino alla zona nord della città, dove si trova il tempio di guarigione della Santa Nauen, D., Joaquin e Sigric si godono l’accoglienza delle ragazze.
Presto, Esmeralda conduce Joaquin nella propria camera, e per lo spadaccino la serata si mette male: ad attenderlo infatti c’è un tale Fierro, spadaccino zomorano, uomo di fiducia di don Marten, il signorotto con cui Joaquin ha da anni un debito che lo costringe a compiti e missioni spesso rischiosi e complessi. Fierro, che è armato e può contare su uno scagnozzo alla porta della stanza, dice a Joaquin che il suo capo, infastidito dalla lunga assenza di Joaquin stesso, lo ha fatto cercare in tutta la Repubblica, fino a trovarne le tracce una volta giunto ad Alarion, la Capitale. Qui, egli ha conosciuto anche una persona di prestigio che ha comprato il debito di Joaquin, e che in cambio dello scioglimento di ogni obbligo e della sicurezza dei cari dello spadaccino rimasti a Villafranca, chiede un unico compito: uccidere Ulf Konig. Joaquin, una volta che Fierro e l’altro se ne sono andati, si consola fra le braccia di Esmeralda, dispiaciuta per la parte avuta in quanto è successo.
Intanto, D. passa qualche tempo piacevole con una ragazza gaelica, scoprendo tra l’altro che Kullermann effettivamente passava tanto tempo al Porticato, che aveva grossi debiti e che qualcuno pagava per lui, e non poco denaro. D. sperimenta anche la zona delle droghe, e alla fine i nostri lasciano il Porticato con stati d’animo molto diversi. Intanto, Victor scopre che l’appuntamento non era precisamente al tempio di Nauen, ma nella vicina cappelletta, dove egli trova un ragazzo impaurito che gli pone qualche domanda specifica su di lui come Diacono. Quando Victor risponde a modo, si fa avanti il suo vero interlocutore, un uomo sui trentacinque anni con un marcato accento occidentale, che si presenta come Egor Sazonov. L’uomo mostra il sigillo di un inquisitore. Egli dice di poter presentare ai nostri un uomo di grande potere, che potrebbe trasferire o persino liberare Rasmus Dahl. Dà appuntamento al gruppo a sud della città, in una piccola valle e un tempio in rovina.
Alla fine, i nostri si ritrovano a palazzo Konig, e Joaquin rivela a Victor l’episodio con Fierro. Il mattino seguente, anche D. viene messo al corrente. I nostri chiedono a Konig diverse informazioni, e mandano Sigric a chiedere di Sazonov. Alla fine, i nostri scoprono in mattinata due cose: un tizio dal marcato accento occidentale fa parte della corte del barone Ewald Friemann, ricco e potente nobile del nord, e la pattuglia di soldati tornata dal sud ha fatto rapporto parlando dell’incursione degli orchi, ma non dell’attacco a una carrozza e della morte di diversi uomini. Il gruppo medita sul da farsi, ci sono molti pezzi sulla scacchiera, quali saranno le prossime mosse?\
PIZZE FABIO
27 Maggio – Il patto con il Barone
I nostri eroi valutano il da farsi ma, interrogato Konig sulla valle di Kroppen e appreso che si trova a circa cinque ore di cavallo dalla città, decidono di partire appena dopo il pranzo per l’appuntamento con Sazonov. Guidati da Semund, che conosce la valle, i nostri lasciano la città e procedono verso la valle. Parlando con Semund e prima con Kristena, il gruppo apprende che il tempio abbandonato sorgeva presso un luogo speciale, dove Yrmiria in persona trascorse una notte di veglia durante la caccia a una banda di orchi. Dopo alcune ore, i nostri lasciano la Grande Via e si addentrano nella valle, incolta e poco abitata. Adocchiato il nuovo tempio, su un’altura, il gruppo raggiunge il bivio e prosegue per le rovine del tempio vecchio.
Giunti in vista della collina, i nostri congedano Semund e, avendo scorto un carro dietro un edificio di pietra vicino al tempio, mandano D. in avanscoperta. Alla fine, i nostri scoprono che al tempio c’erano già diverse persone: oltre a Sazonov, ci sono infatti il messo del Barone Friedmann, tale Klaus Walfen, poi la scorta di Sazonov, il guerriero Ortolf, e anche l’avventuriero Dieter, qualche soldato e alcuni servitori. In più, c’è anche un uomo più anziano, con una tunica marrone, Naaman. Al gruppo viene fatta una proposta: il Barone si offre di far trasferire Dahl in una sede di processo a sua scelta, se in cambio i nostri lo aiuteranno nell’entrare nel sepolcro di un famoso guerriero dei tempi antichi, Sir Thengen, che si trova vicino alla collina. Infatti, Naaman ha qui rintracciato indizi che potrebbero condurre alla Coppa di Mezael, che anche il Barone sta cercando, ma nel tentativo di rimuovere il sigillo che proteggeva la camera di sepoltura dei tesori, egli ha scatenato un potere maligno che ha squassato il pavimento della cripta. Tutti i soldati e mercenari mandati dal Barone in seguito non hanno fatto ritorno. L’ingresso, sigillato da un rituale di Naaman, è protetto, ma nessuno sa cosa ci sia ora all’interno. Victor in preghiera ottiene la visione del demone elfico affrontato nei sotterranei di Meiersdorf.
I nostri cenano con gli altri e accettano l’accordo, a patto di avere anche del denaro e soprattutto la scelta di un oggetto fra quelli ritrovati nella cripta. Walfen accetta l’accordo e, una volta siglatolo, i nostri non perdono tempo e si preparano a scendere nel sotterraneo, assieme a Ortolf e Dieter. Appena scese le scale, D. e Dieter con gli archi si allargano sui lati, gli altri vanno al centro, in mezzo al colonnato si trova una voragine da cui esce luce violacea. Appena superate le prime colonne, Ortolf si mette a combattere contro un nemico invisibile. Compreso l’incantesimo di cui è vittima, Victor prepara un rimedio magico, ma intanto una delle colonne crolla, e solo i riflessi di Joaquin salvano lui e il Diacono da un brutto guaio. Dietro la colonna, vi è un elfo scuro molto alto, con due spade, che attacca lo spadaccino. Joaquin resiste ai colpi e abbatte il nemico in un attimo. Un altro elfo scuro però attacca dall’altro lato, ferisce Victor che è costretto a interrompere l’incantesimo. Joaquin abbatte anche il secondo nemico, mentre D., dopo aver mancato una freccia, si sposta verso Dieter, che sembra in difficoltà. Dalla voragine però è uscito un elfo con una corona di metallo, gli occhi neri e un’aura violacea attorno, armato di una spada sfrigolante di potere e un grande scudo di foggia antica. Riusciranno i nostri eroi a liberare la cripta dal male?
PIZZE TEX
27 Maggio – Scontro nella tomba
I nostri eroi fronteggiano un nemico temibile nella tomba profanata del famoso cavaliere dei tempi antichi, Sir Thengen. Dopo aver abbattuto il secondo elfo scuro, Joaquin rifiata, mentre Victor si lancia subito arditamente contro l’elfo dalla corona metallica. La manovra si rivela avventata: il nemico è davvero molto forte, e i colpi della spada magica mettono a dura prova la resistenza del paladino.
Frattanto, D. ha visto un bagliore blu vicino a dove Dieter sta combattendo contro un’ombra. D. nota anche un elfo scuro che sta per colpire alle spalle l’inconsapevole Joaquin, e lo avverte. Lo spadaccino, voltatosi, resiste al nemico e lo ferisce poi con un buon attacco. D. scaglia la sua freccia, senza produrre molti danni, poi viene investito da un altro nemico, armato di sciabola e mazza ferrata che manda bagliori bluastri. D. si difende come può, viene ferito ripetutamente ma resiste, e alla fine con un solo guizzo abbatte il nemico con un colpo tremendo.
Intanto, il demone con la corona lancia un incantesimo su Joaquin e lo costringe a gettare le spade, proprio quando lo spadaccino aveva fatto cadere il pugnale da parata con cui il nemico si stava difendendo. Joaquin estrae un pugnale e si difende come può, poi è D. a raggiungere l’elfo scuro e a finirlo con un colpo preciso. Intanto, Victor è ormai al limite della resistenza, viene ferito più volte e la sua aura non riesce a produrre danni al fortissimo avversario. Joaquin giunge però in suo soccorso, e l’elfo incoronato compie un peccato di superbia: invece di prepararsi a combattere con entrambi i nostri, decide di controllare la mente di Joaquin un’altra volta, ma lo spadaccino resiste al potere e ferisce con quattro colpi tremendi il nemico.
L’elfo reagisce vibrando un colpo che mozza un paio di dita al povero Joaquin, che si è scoperto troppo in attacco, ma è Victor che, cogliendo l’occasione, vibra un colpo reso più potente dalla magia e abbatte l’avversario. I nostri si curano e raggruppano, Ortolf è ferito all’addome, Dieter ha un braccio solo, ma tutti sono salvi. Scesi nella voragine, i nostri scoprono una vasca improvvisata con i detriti del crollo, in cui si trova del sangue non rappreso che emana la luce violacea. Attorno, ci sono gli scheletri di una ventina di esseri umani. I nostri distruggono la vasca, il sangue si rapprende e il potere svanisce con la luce viola.
Tornati di sopra, i nostri esaminano le nicchie laterali decorate con immagini della vita di Thengen, e poi trovano la stanza del tesoro, dove ci sono armi, armature, vestiti tutti gettati alla rinfusa a terra, assieme a cocci di terracotta, pergamene, pezzi di metallo e di legno. Il gruppo recupera alcune pergamene scritte in una lingua antica, e i pezzi di quella che poteva essere l’armatura di Thengen, con il suo simbolo del fiore attorcigliato sulla torre. Inoltre, il gruppo ha recuperato le uniche cose che i demoni elfi hanno lasciato dietro di loro, ovvero le tre armi magiche: mazza ferrata, pugnale da parata e spada, la quale riporta sull’elsa il simbolo di Thengen.
Come gestiranno la situazione i nostri eroi? Quali informazioni caveranno dalla tomba liberata?
PIZZE DADO