4/5 Marzo, anno 1
Nonostante la sveglia a metà notte e la scaramuccia sotto il cielo stellato, per i cinque impavidi guidati dal letale guerriero elfo non è ancora giunta l'ora del meritato riposo: mentre Declan arriva in vista della capanna con il malcapitato bucato da una delle sue frecce, Franc, detto il Baluardo Senza Paura, rivolge la sua lama verso Brax, accusandolo di aver brandito l'oscuro Antico Potere contro il nemico. La situazione rischia di degenerare per assomigliare a uno spettacolo di teatranti, ma il pathos viene immediatamente ristabilito quando il violento ruggito della Bestia squassa il silenzio della notte, sovrastando le urla del sovraeccitato Franc.
Declan salta sul tetto della casa, per tenere la situazione sotto tiro, dopo aver strillato al barbaro e all'ex soldato fondamentalista di tenere un contegno più consono, ovvero di smetterla di far casino. Un secondo ruggito, proveniente dalla boscaglia sul lato nord della capanna, mette tutti d'accordo. Il giovane Lukas, ancora all'esterno e sul lato est, è il più vicino al punto in cui la fiera potrebbe sbucare dalla vegetazione e sembra pronto ad affrontarla nonostante un vigoroso e sospetto tremolio alle ginocchia. La sua concentrazione verso i rami che si muovono gli impedisce di notare una figura che esce dal bosco arrivando dalla destra dell'aspirante lama, ma un urlo del gaelico salva il giovane dal sicuro attacco al fianco.
Mormegil, intanto, non si è lasciato trascinare nel dibattito magico-religioso e con elfica superiorità si precipita fuori al sentire i ruggiti. La prontezza propria della razza immortale alla quale appartiene, unita alla leggendaria buona sorte degli orecchie a punta, gli permette di intercettare un'altra figura umanoide che arrivava a mettere Lukas in inferiorità numerica. Il malcapitato nuovo giunto deve per di più subire una parola di potere lanciata da Klaus, che ricorda al malcapitato che anche un dolore minore è pur sempre un dolore.
Lo scontro volge rapidamente a favore di Mormegil e Lukas, che lasciano un uomo a terra per lanciarsi all'inseguimento di una superstite nella foresta, mentre dentro la capanna infuria ancora lo scontro tra visioni del mondo differenti in cui si sono lanciati Brax e Franc. Dalla boscaglia spunta fuori una terza figura: il nuovo arrivato tenta di portar via il suo compagno svenuto, ma il gaelico sul tetto smette di pensare a quanto gli manca l'Idromele dell'Eirìn Mara, si convince definitivamente che l'unica Bestia nei dintorni probabilmente è quell'asino di Franc e ferisce gravemente al braccio il malcapitato soccorritore. Mormegil e Lucas hanno gioco facile nell'inseguire, stordire e riportare indietro la ragazzina che era fuggita.
Con il conto dei prigionieri che sale dunque a tre, Declan scende dal tetto per recuperare il quarto uomo, ferito duranteil primo scontro. Non trovandolo e vedendo una eloquente scia di sangue che punta verso la boscaglia a sud, parte all'inseguimento, portandosi dietro Brax. Il barbaro, così sottratto dalle attenzioni dello zelota Franc, si rivela un ottimo portatore di lanterna. I due raggiungono rapidamente il malcapitato. Sentendo una voce, il gaelico va silenziosamente in avanscoperta e trova il malcapitato che ha ancora in corpo una sua freccia. Il poveretto ha già reso l'anima all'Unico tra le braccia di un ragazzo che lo chiama Peter. A Declan non resta che tentare di prendere vivo l'ennesimo “brigante”: lancia un avviso che il buon senso definirebbe ragionevole, ma accade l'irreparabile. Il ragazzo si scaglia su di lui accusandolo di aver ucciso Peter, ma curiosamente sbatte contro una freccia partita dall'arco di Declan. Il conto delle vittime del gaelico sale a due.
Dentro la capanna, intanto, comincia il duro interrogatorio dell'inflessibile Mormegil. Tra un pianto e l'altro la sopravvissuta, una quattordicenne che Franc chiama Lara e che tutto il mondo chiama Liza, racconta di come il morbo abbia colpito la sua famiglia, uccidendo sua madre e segnando lei e i suoi fratelli. A quel punto suo padre, tale Dieter, aveva dovuto salvare quel che restava della sua famiglia fuggendo in montagna.
A quel punto Klaus cura il braccio ferito dello svenuto Dieter, affinchè sia sottoposto al terzo grado inquisitorio di Mormegil. Brax, momentaneamente liberato dalle fastidiose attenzioni del superstizioso Franc, prende da parte la giovane e si lancia in un controinterrogatorio, contando di riuscire con il famoso trucchetto dell'inquisitore buono e dell'inquisitore cattivo, ma non ottiene nessun'altra informazione particolare. Declan intanto si accerta che le sue due vittime presentino segni del morbo.
L'interrogatorio a cui è sottoposto Dieter aggiunge qualche dettaglio alle fin qui scarse conoscenze del gruppo di mercenari: il ruggito e i segni della Bestia sono effettivamente una messinscena, possibile grazie alle veridicità del verso riprodotto da tal Doni, fantomatico giovane colto da qualche oscuro problema. Mormegil non va tanto per il sottile e dopo aver permesso che il padre versi le dovute lacrime sul corpo dei due figli maschi, lega tutti i prigionieri e li caccia nello sgabuzzino.
La notte a quel punto, riprende a fare normalmente il suo corso per quasi tutti. Klaus infatti lamenta un fastidioso mal di testa e va a prendere una boccata d'aria nel bosco. La scusa è talmente buona da permettergli di allontanarsi senza che nessuno lo segua. Giunto a distanza di sicurezza, passa in un altro piano dell'esistenza, dove ha un mistico incontro con un figura mistica che lo mette in guardia da tale Artur Stein, prima di svanire in un fuoco artificiale a forma di fiore.
Lukas, che probabilmente ha ereditato dalle altre Lame l'incapacità di farsi i fatti suoi e spalleggiato in ficcanasagine dal curioso barbaro, va a cercare Klaus e lo trova che vomita dietro un albero. Appurato che non sia successo niente di strano e che nessuno abbia usato poteri proibiti per varcare proibitissimi cancelli tra le dimensioni, i tre rientrano e finalmente la notte giunge al termine
All'alba i morti vengono seppelliti secondo il rito dell'Unico e accompagnati dal suono pagano del flauto del Gaelico. Dieter, dopo il rito, accetta di condurre i sei al campo dei cosiddetti briganti in cambio della libertà dei figli, ma non ha fatto i conti con l'inflessibilità incorruttibile di Mormegil, che non permette che sia liberato nessuno finchè non si sia giunti nei pressi del campo.
Dopo il classico traccheggio, come al solito la decisione è di chi porta la spada e una camminata di due ore, interrotta solo da una breve deviazione, porta il gruppo di punitori nei pressi dell'insediamento. Schivata una trappola e liberato il maggiore dei figli di Dieter, i sei arrivano nei pressi di una radura.
Gli occupanti vengono messi sul chi vive da un urlo, probabilmente del ragazzo appena liberato e che scalpita per andare a trovare la morte insieme ai maschi che vivono nell'insediamento: nonostante l'avvertimento cavalleresco lanciato da Mormegil, un gruppetto di scappati di casa capitanati da un pelato armato di ascia carica i nostri eroi.
Molte fosse saranno presto scavate.
PIZZE FABIO