L'Impero dei Grifoni è uno dei due grandi regni degli Uomini. I territori dell'Impero comprendono: la penisola di Akkylaina, la quale confina ad ovest con il regno del Leone ed è separata grazie al mare Stretto dal deserto di Shamir che incombe ad est; le isole del ferro, un arcipelago di origine vulcanica; i templi del nord, dell'est e del sud, avamposti che i templari costruirono come ideali “torri di guardia” nel territorio.
L’Imperatore rappresenta l’unità della nobiltà dell’Impero del Grifone. Contrariamente a quanto può apparire dall’esterno, o a quanto raccontano nelle Baronie, nelle questioni importanti è davvero così. È una figura forte ed autoritaria, sorretta dall’appoggio della milizia e dal fanatismo dei maestri del Tempio, che attendono che la profezia di Sachon, secondo la quale Arcavius in persona si reincarnerà nel corpo di un imperatore, si avveri. Eletto dal consiglio dei cinque più anziani tra tutti i duchi e i conti, l’Imperatore cambia il suo nome al momento dell’investitura e fa suo il blasone del grifone rampante, il simbolo della città di Aquilaine, la capitale. L’Imperatore ha il comando diretto sui Maestri del Tempio, qualora si tratti di affrontare problemi che non tocchino materia religiosa, così come ha potere di legiferare in qualsiasi materia che non tocchi i templi. Egli è soggetto all’autorità dell’Inquisizione, ma il solo Inquisitore Generale ha il potere di giudicarlo per eventuali gravi e provate colpe. Egli ha anche il diritto di imporre tasse su qualsiasi livello della società temporale dei suoi domini, un potere odiato e temuto dai nobili. L’ultimo dei poteri rilevanti dell’imperatore è la possibilità di legiferare in tutte le materie non religiose, compresa l’araldica, ovvero la creazione di titoli, l’investitura dei nobili (che altrimenti è ovviamente ereditaria).
Il potere dietro il trono imperiale è rappresentato dai nobili. Ai primordi della storia dell’Impero, essi guadagnavano il proprio potere sul campo di battaglia, in proporzione al valore mostrato. Oggi, i combattenti di un tempo si sono trasformati in astuti politici, che trasmettono il proprio titolo in maniera completamente ereditaria al primogenito maschio. Ci sono particolari occasioni in cui qualche comandante della loggia dei lancieri o templari particolarmente “raccomandati” possono ottenere il rango di Cavaliere, il più basso titolo da nobile, ma sono casi particolari. L’alta nobiltà ha blindato il proprio potere mediante una lunga e complicata rete di discendenze, matrimoni combinati e via dicendo. Tra di loro, gli uomini di fatto più importanti dell’impero, mantengono un rapporto pressoché paritario, con una forma di rispetto verso i membri più anziani. Duchi e Conti in consiglio rappresentano la voce più autorevole che raggiunge l’imperatore, dopo quella del Papa. I marchesi, che rappresentano il secondo livello della nobiltà, sono tutti quei cavalieri che hanno ricevuto un piccolo possedimento da qualche duca o conte. Quasi sempre si tratta di piccole zone vicine alle terre di confine, dove la guerra infuria più spesso e dove le occasioni per mostrare coraggio sono tante quante quelle per correre incontro alla morte. I cavalieri, di norma, hanno come unico possedimento una dimora in una zona non troppo centrale di Aquilaine, dalla quale scelgono tra tre vie: quella fatta di adulazioni o corteggiamenti presso la corte imperiale, quella in arcione ad un cavallo, errando per le terre in guerra, o quella, infine, del combattente, in cui si può sperare di ottenere un grado tra i combattenti di basso rango o l’accesso sicuro a qualche reparto d’èlite.