6 Maggio, Anno 3°
La battaglia contro l'esercito degli Alchimisti è ormai imminente, Re Valdenar in persona annuncia la partenza delle truppe, fissata per il giorno successivo all'alba, incontrando il gruppo nei pressi di un pozzo, in un cortile vicino alla torre del Tempio. Meliador è stato inviato in avanscoperta, principalmente per scoprire se sarà il Dottore a guidare le sue forze in battaglia.
Valdenar si intrattiene per diverso tempo con i nostri eroi, parlando della guerra sull'Altopiano e lodando il valore dei barbari, raccontando ad Amdir come notizie criptiche giungano dalla sua gente riguardo a “precauzioni” che essi avrebbero preso contro il Nemico. Poi il Re Immortale racconta delle battaglie di un tempo, quando egli stesso vide sconfiggere Belial, e il parere del sovrano è che il ritorno dell'Oscuro faccia parte di un ciclo inevitabile dell'esistenza del mondo. Valdenar è altresì preoccupato dalla possibile presenza del Tarasque, il mostro leggendario che il Dottore aveva scatenato contro i nostri al Passo dello Stambecco. Laura poi, presente all'incontro, racconta qualcosa in più sulla Rosa delle Sabbie, la condottiera che sta per sbarcare con un grande esercito sulle coste dell'Impero, forse nemica del Dottore, di sicuro ostile a Grifoni e Leoni. Ella è una grande maga, maestra di tenebre e terra, possiede anche altre magie, di cura e di manipolazione della vita, e in battaglia indossa un potente mantello magico ala di drago che agisce come una creatura senziente e combatte per lei con quattro lame affilate.
Valdenar chiede poi al gruppo quali siano le loro intenzioni sull'imminente battaglia campale: egli non ha intenzione di ordinare loro di agire in un qualsivoglia modo, ma lascia libertà di scelta. Tyruss non indugia un attimo nel dichiararsi pronto a ricoprirsi di gloria in battaglia, e affida i pensieri per i propri cari in una missiva che Valdenar fa con molta sollecitudine inviare all'Altopiano. La scelta dello sciamano è altrettanto semplice, seppur forse più sofferta: egli non può certo lasciare l'amico Tyruss in piena battaglia e rimanere in disparte. Amdir sarà utilissimo con i suoi poteri in infermeria, mentre Stik decide di chiamarsi fuori, non adatto allo scontro sul campo fra eserciti schierati.
Valdenar e Laura mettono in guardia i due barbari sulla cruenza della battaglia, specie per la loro prima esperienza in uno scontro di tale natura. Descrivendo l'esercito degli alchimisti, Laura segnala tigri, cloni e bestioni alti più di due metri, i Keratis, oltre alle prime ondate di guerrieri di basso livello seguiti dai temibili guerrieri dell'alba. Oltre a questo, gli alchimisti hanno usufruitori di magia, balestrieri, creature volanti e incursori spietati e silenziosi. Insomma, un esercito tremendo e potentissimo.
Alla fine del colloquio, sire Valdenar spiega a Tryuss e Renaux come raggiungere i posti a loro assegnati. Il possente barbaro si unisce ai soldati del capitano Dantes, e affidato poi alla fanteria di Lorent. Renaux si reca alla tenda dei maghi della Cerchia, viene affidato alla bella e giovane Stella, una maga esperta nei contro-incantesimi e nelle arti della preveggenza. Ella sarà l'occhio e guiderà gli attacchi del giovane sciamano in battaglia.
All'alba del giorno seguente, l'esercito si mette in marcia, quando dal Tempio escono i cavalieri di Arkos. Valdenar tiene un discorso all'esercito, caricando i suoi soldati e preparandoli alla tenzone. Dopo una marcia lunga quasi tutto il giorno, a due ore dal tramonto le truppe si arrestano, e poco dopo il nemico fa piovere frecce sugli schieramenti, senza ottenere grandi risultati. Lo scontro ha inizio: la cavalleria di Valdenar si è nascosta dietro la fanteria, che ingaggia in battaglia le schiere di tigri e di guerrieri di basso rango. Lo scontro infuria, Tyruss si difende con onore e, pur ferito, esce dalla battaglia senza danni gravi e con molto entusiasmo. Renaux esaurisce quasi tutte le sue energie scagliando dardi infuocati sul nemico, sotto la guida di Stella. Infine, pur inferiori di numero ma molto superiori per abilità, tattica e numero e valore di usufruitori di magia, l'esercito degli alleati ottiene una sonante vittoria, facendo entrare in campo la cavalleria, con il Re in testa.
Finita la battaglia, i nostri eroi si ricongiungono al Tempio, Amdir ha un duro lavoro per curare i feriti e riposa solo poche ore, mentre i barbari crollano esausti e si riprendono solo a metà del giorno successivo. La vittoria è stata netta, ma parlando con Meliador, Mirà e Laura, i riscontri sono più o meno sempre i medesimi: il Dottore ha schierato la parte più infima delle sue truppe, non le ha guidate in battaglia nè ha schierato i suoi uomini migliori o Sered. Era un attacco destinato a fallire, solo un diversivo con cui egli ha mandato a morire migliaia e migliaia dei suoi, forse per coprire una ritirata, o magari per lanciarsi verso nord, dove pare infatti egli sia diretto.
Il Dottore vuole forse conquistare le città del nord, mentre la Rosa si occuperà di Kylaè? O forse sta scappando proprio dalla condottiera del Deserto, bramosa dei tarocchi? O ancora, forse le sue mosse sono ormai guidate da Belial, cosa che potrebbe spiegare l'insulso invio al massacro di tanti alchimisti in una battaglia senza speranze. E cosa faranno ora i nostri eroi, saputo che la Rosa delle Sabbie è infine sbarcata poco a nord di Kylaè, con venti-venticinque mila uomini?