Strumenti Utente

Strumenti Sito


diario:19settembre13

20 Marzo Anno 3°
Il viaggio di “pentimento” di Stik con i suoi nuovi compagni continua verso ovest senza intoppi, il resto del gruppo segue l'amico a distanza mantenendo i cavalli a passo d'uomo.
I primi due giorni di viaggio scorrono senza problemi, le zone attraversate sono ricche di boschi e di campagna, senza centri abitati, guerre e pestilenze sembrano molto lontane. La strada è pattugliata da guardie, che ignorano però sia i penitenti che i nostri eroi.
Durante il terzo giorno di cammino, il gruppo di penitenti lascia la strada e si addentra nella campagna, superato un bosco risale una collina e dinanzi agli occhi stupefatti di Stik si apre una valle attraversata da un torrente, che ribolle di decine di migliaia di persone che paiono giunte da ogni dove, alla rinfusa, per incontrare Misericordia. Anche il resto del gruppo giunge infine alla valle, senza perdere d'occhio i penitenti e il loro amico. I due gruppi si fermano, riposano e attendono il giorno successivo, quando pare che Misericordia si presenterà alla folla. Stik durante la notte raggiunge i compagni e racconta più dettagliatamente quanto gli è successo.
Il mattino successivo, la gente della valle in modo composto ed ordinato prende posto ai piedi di una collina, poi uno per uno tutti si siedono in attesa, mentre sulla sommità del piccolo promontorio giunge la persona tanto attesa, Misericordia. Ella è una donna dalla figura flessuosa, una maschera cela il suo volto, i suoi capelli sono tinti di blu, veste una tunica e dei pantaloni, tutto in lei emana un gran potere di flusso divino. Misericordia tiene un discorso alla folla, con tono pacato ma deciso, riguardo la guerra, la follia che ha condotto i fratelli a battersi fra loro, il vero nemico originale che è stato ignorato, e rimprovera aspramente chi va in cerca di potere, gloria e ricchezza. Alla fine, ella guarisce un infermo benedicendolo e poi, sotto gli occhi attoniti del gruppo e in particolare dell'elfo Amdir, guarisce centinaia di persone dal morbo nero in un colpo solo.
La folla comincia a raccogliersi in una lunga fila per venire in udienza a Misericordia, e i nostri fanno altrettanto. Prima tocca a Stik, che accenna alla donna di guerre e problemi da risolvere, ed ella lo rimanda ad un secondo incontro. Poi tocca al resto del gruppo, Misericordia è sorpresa nel vedere barbari ed elfi insieme parlare di salvezza dell'Impero, lei sa che essi non mentono e rimanda il discorso ad un momento più propizio, parlando ad Amdir delle terre degli elfi che lei visitò qualche anno prima.
I nostri trascorrono la giornata in attesa, conoscono Beatrice, che Stik presenta loro dopo aver cenato in compagnia proprio di Misericordia, che passa di gruppo in gruppo nella valle a parlare con semplicità a tutti. Infine, ella raggiunge il gruppo riunito, e i nostri non raccontano senza esitare della visione di madre Erika, dello scopo del loro viaggio e dei loro pensieri riguardo al nemico e alla guerra. Misericordia si mostra subito molto scettica riguardo ai nomi dei quattro Maestri indicati da Erika, in particolare su Aert e Sered: il primo è il meno peggio della curia, ma comunque fa parte di quella persona che ella biasima per ciò che è successo, mentre il secondo viene da lei considerato un brutale massacratore di vecchi e bambini, e non vorrebbe avere nulla a che fare con lui. Per quanto concerne Q, ella dice di averlo incontrato e che, nella sua follia e brutale modo di fare, ha bagliori apprezzabili di verità. Ella racconta di non aver nessun interesse nella guerra, che suo fratello è morto per difendere l'Impero, una causa che lei considera sciocca, perchè la guerra anche fatta per difesa porta sempre alla morte ed è sbagliata.
I nostri provano a lungo ad ottenere qualche sorta di appoggio dalla donna, senza successo, fino a quando la menzione dei Tarocchi e la tomba di Arcavius pare attirare la sua attenzione: Misericordia infatti teme che il nemico possa avere idea della locazione della vera tomba di Arcavius (dato che quella sotto la cattedrale ad Arcavia è solo un monumento) e desideri mettere le mani sui tarocchi rimasti in essa, che secondo lei potrebbero essere sei o sette. Se la tomba venisse ritrovata, anche da persone con buoni intenti per difenderla, Misericordia è convinta che porterebbe solo una infinita schiera di uomini a recarvisi accecati dalla brama di potere.
I nostri ottengono qualche altra informazione sparsa: ella non vuole sapere nulla di Aert, di Sered dice che sarà probabilmente morto e il tempio dell'Est distrutto, poi ha parole di grande stima per Arkos, il condottiero scomparso (si soprende molto di scoprirlo bollato come eretico) e ancor più per la sorella di lui, Mirà, che ha il solo difetto di essere impaziente, tuttavia non sa molto di come poterli ritrovare. Inoltre, nel sentire la descrizione di Gerard (il capo della gilda dei mercanti di Icquor che si era scoperto essere un non-morto molto simile ad un vivo), ella dice che alcuni individui possono essere posseduti, se la loro mente è debole divengono zombie, altri impazziscono o muoiono, alcuni soggetti divengono invece come Gerard, controllati dal potere oscuro ma, in fin dei conti, vivi.
Congedatisi di Misericordia (che con un incantesimo fa dimenticare a Beatrice ciò che ha udito quella sera), il giorno successivo i nostri decidono di partire per il sud: infatti, Amdir ha trovato chi fra la folla ha incontrato Q solo poco tempo prima, a sud di Arcavia, e poi le tracce del cardinale Aert sono le uniche che i nostri hanno, e portano a Kylaè. Il viaggio per sud-est è privo di pericoli, e tre giorni dopo la partenza dalla valle, i nostri giungono in un villaggio in cui un tizio dal mantello nero sta energicamente predicando alla folla contro i potenti corrotti, contro gli stolti che non combattono contro il nemico, spronando la gente a reagire e prendere il potere, che appartiene a tutti e non a pochi privilegiati. Due guardie armate di balestra provano a fermarlo, ma egli le riduce in cenere con un incantesimo, togliendo ai nostri qualunque dubbio sulla sua identità: è Q!
Tyruss lo chiama mentre egli sta per lasciare il villaggio, e il misterioso individuo nell'udire l'identità di colui che lo ha interpellato si infuria e atterra con una folata di vento magico il possente barbaro. Tuttavia, nonostante il suo risentimento per il gruppo e per Stik in particolare, che con l'incauto uso di una leva ne ha ridotto il corpo in condizioni tremende per il morso delle fiamme, egli decide di parlare con i nostri, in un posto tranquillo fuori dal villaggio. Qui, i nostri lo mettono al corrente per sommi capi del loro viaggio, della predizione di Madre Erika e dei timori per le manovre del nemico. Q è molto schietto, e rivela senza esitare che le paure sul coinvolgimento del nemico sono assolutamente giustificate: Renard è un uomo del Dottore che ha corrotto le alte sfere del Tempio, la guerra è una manovra del nemico. Egli non crede che il Dottore abbia uno dei tarocchi, nè che essi siano una vera minaccia o la tomba di Arcavius in pericolo.
Alla fine, i nostri hanno una grande sorpresa: Q rivela di essere stato in origine un umile priore di un monastero del Regno, proprio quello presso cui le avventure del gruppo cominciarono! Egli si chiama Quinto, ed era il priore che i nostri erano stati inviati ad incontrare da Wide. Egli sospettava infatti quello che poi sarebbe accaduto, l'attacco degli alchimisti al monastero per impossessarsi di cavie umane. Egli è stato catturato ed interrogato nella miniera di zolfo presso il regno dei Nani dal Dottore in persona, che ha sperimentato su di lui il fuoco liquido, che ne ha accresciuto i poteri magici che sono poi divenuti ancora più tremendo dopo l'esplosione della miniera che, pur in modo drammatico, lo ha liberato dai suoi aguzzini. Per Quinto, la preoccupazione più imminente è fermare la guerra, ma egli è convinto, come Misericordia, che i quattro personaggi indicati da Erika siano sbagliati: come può essere un pavido e debole individuo come Aert, che assiste inerme le brutalità del corrotto Duca delle Puttane a Kylaè, uno dei salvatori dell'Impero? Quanto a Sered, egli dice che sarà senz'altro morto, e che comunque non era degno della sua fiducia. Il discorso sarebbe diverso con Arkos, ma egli è chissà dove, forse morto, comunque dichiarato eretico.
I nostri hanno trovato due delle quattro persone indicate da Madre Erika, ma fino a quel momento la speranza di riunirle per fermare il nemico pare assai remota. Come potrà quello che un tempo era il priore di un monastero aiutare i nostri eroi nella loro lotta contro il nemico?

diario/19settembre13.txt · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)