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diario:21novembre18

16 Luglio Anno 1°

I nostri eroi sono in una difficile situazione: Haldir, Reinhardt e Oleg sono circondati da una ventina di satiri, Martin è poco distante, al riparo di un grosso albero, mentre Bingo sta seguendo un satiro lungo i camminamenti sugli alberi verso il villaggio. Il satiro punta verso l'edificio principale, da cui esce un satiro con la barba rossa, più grande degli altri, con un grosso bastone. Bingo prova a fermare il satiro che stava seguendo con un dardo della sua piccola balestra, ma non riesce a ferirlo in modo serio. Intanto, quattro satiri hanno lasciato il tempio portando un sacco ciascuno. I quattro raggiungono gli altri satiri che stanno girando attorno alla sfera di oscurità che Oleg ha prontamente fatto comparire per proteggere se stesso e i compagni. Il kislevita e Reinhardt hanno approfittato dello smarrimento dei nemici al comparire della sfera di buio per ferire un satiro e ucciderne un secondo. Il contenuto dei sacchi, tuttavia, sono strane pietre che, lanciate sul terreno, emettono gas soporifero. I tre compagni, che Haldir ha appena guidato verso le proprie armi, che erano state lasciate in precedenza poco distante, sono costretti a fuggire in direzione del fiume, Oleg toglie l'oscurità e fa luce, caricando i primi satiri che vede, imitato da Reinhardt. I due guerrieri feriscono dei nemici, ma il paladino viene a sua volta colpito duro. Haldir soffre la sorte peggiore: non riuscendo a resistere al gas, egli cade a terra e viene circondato e colpito duramente dai satiri, fino a svenire. Martin, che ha lanciato un incantesimo ferendo un nemico, viene individuato e sorpreso da alcuni nemici, che lo catturano. Circondati da una sfera di buio nuovamente proiettata da Oleg, il kislevita e Reinhardt sono nuovamente circondati. Una voce, quella del satiro dalla barba rossa, pronuncia stentate parole in comune, invitando i due ad arrendersi. Reinhardt decide di rinfoderare il proprio martello, consegnandosi al nemico, per salvare la vita ai compagni catturati, Oleg imita il paladino.
I nostri vengono condotti nelle prigioni nel sotterraneo del tempio profanato. Bingo chiama in proprio soccorso Kurtz, ma il misterioso individuo dice all'hobbit che dovrà cavarsela da solo, e che è in grado di salvare i compagni. Bingo si cala con una fune e un rampino sul tetto del tempio, scende e riesce ad introdursi da una finestra prima che una sentinella lo scopra. Nello stanzone, egli vede Girax, il satiro dalla barba rossa, parlare animatamente con uno dei suoi soldati. Bingo scivola silenziosamente fino alle scale, riparandosi dietro le statue di cui lo stanzone è ingombro. Giunto nel sotterraneo, l'hobbit vede una serie di celle ricavate fra le radici, tre satiri montano la guardia davanti alla cella dei suoi compagni. Intanto, Reinhardt viene avvertito dalla voce di Ulrich che Bingo è venuto ad aiutarli, così il paladino comincia a fare rumore e dice a Oleg di fare altrettanto. Il kislevita fa grandinare con il suo potere fuori dalla cella, e urla con quanto fiato ha in gola, aiutato da Martin, che con un incantesimo rende la propria voce molto possente. Uno dei tre satiri si allontana per chiedere aiuto, Bingo ne approfitta per colpire uno dei due rimasti con la balestra, poi si arrampica su una radice nascondendosi vicino al soffitto, sorprendendo l'ultimo satiro e rompendogli la mano nel saltargli addosso. Reinhardt e Oleg usano la propria forza per scardinare le sbarre della cella a spallate e calci, poi piombano sui due satiri feriti da Bingo e li finiscono senza sforzo.
L'allarme ormai è stato dato, Bingo prosegue lungo il percorso fra le celle e trova una scala che conduce ad una porta al livello superiore, che egli scassina con abilità. Il resto del gruppo da fuoco al sotterraneo usando le lanterne e raggiunge l'hobbit. I nostri tornano all'aria aperta, fuggendo verso il fiume e recuperando carrozza e cavalli. Viene decisa la direzione da prendere: il nord, verso il punto chiamato “cuore d'inverno”. Dopo qualche ora di viaggio, i nostri trovano però i resti di una strage di elfi: un gruppo di circa una trentina di guerrieri è stata massacrata dai satiri. Gli elfi sono riusciti però a proteggere la ritirata di una parte dei fuggitivi, che si sono diretti ad ovest. La maledizione che aleggia sulla foresta e in particolare sulla valle impedisce ai cadaveri di decomporsi e di bruciare. I nostri decidono di raggiungere i superstiti elfi andando ad ovest. Dopo un breve viaggio, il gruppo avverte una sensazione di freddo poi una voce femminile che in elfico che chiede se i nostri sono giunti a salvarli. Si tratta di Iriel, una sacerdotessa di Isha, che invita i nostri ad avanzare oltre quella che è una sorta di zona protetta, all'interno della quale i satiri non possono percepire nulla, nè suoni nè immagini o altro degli elfi che vi si trovano. Ci sono molti bambini e donne, nessun guerriero e solo un paio di uomini, che sembrano come pietrificati nell'atto di sostenere l'incantesimo di protezione. Iriel spiega che essi hanno sacrificato la loro vita per sostenere in eterno quella protezione magica, restando paralizzati in un istante infinito. Iriel racconta che alcuni giorni prima c'è stato l'assalto dei satiri, essi sono gli unici superstiti di Jeidenar, la cittadina elfica dove i nostri sono stati prigionieri. I satiri sono creature demoniache che vivono nel sottosuolo e temono l'oscurità, perchè è da essa che cercano disperatamente di sfuggire. Secondo l'elfa, la maledizione ha il suo fulcro nel cuore della valle, la culla dei pastori di alberi che si trova a nord. Trascorsa la notte con gli elfi, i nostri il mattino seguente si dotano di antidoti per il veleno dei satiri e di altri oggetti, fra cui una spada per Haldir.
Così, i nostri eroi sono riusciti a sfuggire ai satiri grazie all'abilità di Bingo e ha un po' di fortuna. Cosa gli aspetta nella valle maledetta? Riusciranno a rompere la maledizione e salvare gli elfi superstiti?

PIZZE DADO

diario/21novembre18.txt · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)