Il gruppo discute il da farsi: Stik probabilmente sarà messo al rogo in piazza, il giorno successivo, il palco è in via di costruzione, Renaux chiede in giro a qualche persona, ma nessuno sa dare indicazioni sull'identità dei condannati.
Tyruss e lo sciamano provano ad ispezionare il tempio, che è poco protetto, frequentato da una decina di fedeli, potrebbe esserci qualcosa di interessante al piano inferiore, ma pare poco plausibile che Stik o altri prigionieri siano lì.
Infine, perlustrando la zona attorno al grande edificio con lo stendardo del nemico, Renaux avverte un potere magico consistente all'interno, un incantesimo di magia divina in atto, di medio livello, e oltre ad esso percepisce un altro potere ben conosciuto: la magia del pugnale di Stik! Il ladro è dunque in quel palazzo, assieme al suo prezioso pugnale incantato?
I nostri si decidono, entreranno nell'edificio e cercheranno l'amico. Per farlo non potendo contare su grandi abilità di sotterfugio, ma neppure potendo disporre di forze tali per un attacco diretto, essi decidono di dare fuoco al tetto del palazzo per causare confusione ed approfittarne per entrare dal lato posteriore.
Tuttavia, mentre si accingono a scegliere il momento propizio per agire, le guardie del palazzo danno l'allarme: al fuoco!
Sorpresi, i nostri si avvicinano al palazzo: effettivamente pare provenire del fumo dai piani inferiori. Sfruttando il momento, i nostri entrano da una finestra al pian terreno, poi udendo del vociare al piano inferiore, procedono verso il cortile interno e qui individuano una scala che consente loro di scendere.
Al piano di sotto, un individuo sta aspramente rimproverando un altro per un errore non meglio precisato. Tyruss, che apre la fila, scende in un corridoio e vede un tizio in tunica e tre guardie, una delle quali pare ferita ed è quest'ultima ad essere bersaglio dei rimproveri del tizio in tunica, il più autorevole del gruppo. Egli si accorge della presenza di Tyruss e chiama i suoi uomini alle armi.
Lo scontro infuria: Tyruss e Krona si fiondano su due guardie, ma in questo scontro è Renaux a fare la parte del leone: i proiettili di fuoco dello sciamano, finalmente efficaci e moltiplicati dalle sue nuove capacità, colpiscono inesorabili i bersagli, aiutando i due guerrieri barbari ad avere la meglio sui rispettivi avversari, e facendo perire in una pira di sangue la terza guardia e l'uomo in tunica, che viene chiamato “eminenza” da uno dei soldati che provava a guidarlo al sicuro.
Terminato lo scontro, Krona trova in una stanza il povero Stik, privo di sensi ma vivo. Intanto, l'incendio originale alimentato anche dalle fiamme dello sciamano sta mangiando il piano inferiore della casa. Il gruppo ripercorre i propri passi per tornare in strada, Krona si attarda solo per ritrovare il pugnale prezioso di Stik, che Renaux ha individuato in una stanza. Tyruss, con Stik in spalla, è il primo a ritrovare l'uscita e a dileguarsi per i vicoli, seguito dal resto del gruppo.
Il villaggio è in subbuglio, cavalli e soldati corrono da ogni parte, ma i nostri si attardano solo per dare modo ad Amdir di far riprendere e curare Stik, poi essi si fiondano al torrente, presso le mura, dove la grata da cui sono entrati fornirà loro la via d'uscita più immediata. Renaux protegge la fuga con una magia di oscurità, poi aiuta Tyruss e Stik con un incantesimo di trasporto, ed infine il gruppo si ritrova all'esterno.
Ritrovati carro, cavalli e denari, i nostri si affrettano a partire verso nord, ansiosi di mettere più miglia possibili fra loro e il nemico.
Il giorno seguente il viaggio è tranquillo, Stik ha modo di raccontare ciò che gli era accaduto: una volta risvegliatosi, egli si era ritrovato in cella, poi aspramente interrogato dal tizio in tunica, che aveva il volto deturpato da un ustione e zoppicava vistosamente. Egli chiedeva notizie dei compagni di Stik. Poi, abilmente, il ladro era riuscito a liberarsi della palla di ferro che aveva al piede, sfruttando un frammento del lampadario della cella. Poi, appiccando un incendio, aveva costretto ad accorrere i sorveglianti, ne aveva ucciso uno strangolandolo con la propria camicia, ma nello scontro con un secondo aveva avuto la peggio, venendo ferito alla spalla e messo ko. L'incendio scatenato si era però rivelato risolutore.
Il secondo giorno di viaggio, i nostri ormai in vista del monastero di Kolshtadt, vedono alle proprie spalle un nutrito gruppo di cavalieri in caccia. Lasciato il carro che avrebbe rallentato la marcia, i nostri si affrettano a raggiungere il monastero per chiedere rifugio.
Qui, le monache li accolgono non appena essi si presentano alla porta, ed è poi Madre Erica a riceverli.
La monaca non pare preoccupata dall'imminente arrivo dei mercenari a cavallo, dice che nessuno violerà quelle mura, poi conduce i nostri in un luogo tranquillo dove parlare.
Madre Erica parla dei falsi uomini di fede che ritengono lecita ogni barbarie in nome di Merin, poi racconta del tradimento di Fratello Samuel del Tempio del Nord, e infine racconta di come persone indegne ai vertici di Tempio e Loggia non siano state in grado di vedere l'avanzare del vero nemico, il Principe delle Tenebre, che ha steso la sua mano sull'Impero, portando guerra, malattia e rovina. I maestri del Tempio sono dispersi, senza memoria, incapaci di reagire, i capitani e gli inquisitori si sono venduti per denaro.
Il capo degli infiltrati del nemico era addirittura un consiglieri di corte, tale Renard, e da quattro anni era vicino all'Imperatore. Il cardinale Aert, successo del Papa, è sparito chissà dove.
I nostri interrogano Madre Erica sull'uomo del fuoco, ella sa che essi sanno molto più di quanto dicono, e con un incantesimo di verità ella costringe Renaux a raccontare l'intera storia del loro primo incontro con Q e di quel che venne dopo.
Madre Erica dice ai nostri che il loro arrivo era stato annunciato, ed infatti poco dopo nella stanza arriva improvvisamente il misterioso individuo tatuato che i nostri avevano conosciuto qualche giorno prima.
Egli è dunque un alleato di Madre Erica, e uno di coloro che non si sono rassegnati alla vittoria del Nemico. Egli dice di aver assistito agli agguati a Stik e Tyruss, sapeva che il gruppo era in pericolo. Dice che i mercenari hanno sicuramente saputo del loro arrivo dalle numerose spie che si trovano ai confini con il Regno.
Infine, il misterioso individuo rivela le intenzioni sue e di coloro che desiderano la sconfitta del Nemico: solo ritrovando membri autorevoli e guide per il popolo si potrà fare qualcosa. Madre Erica ha interpellato direttamente Merin, e sebbene il misterioso individuo sia dubbioso riguardo alla reale esistenza degli dei, è convinto che la monaca abbia ragione. Merin ha indicato la via, ritrovare quattro maestri, ciascuno identificato da uno dei quattro elementi fondamentali. In particolare, il Cardinale Aert rappresenta la Terra, il misterioso e ben conosciuto Q il fuoco, mentre l'Acqua è una persona non meglio nota, rappresentata solo da un nome: la Misericordia. Infine, l'Aria è un maestro del Tempio di nome Sered.
I nostri danno la loro disponibilità massima a combattere per questa causa, pur sapendo a quali difficoltà andranno in conto. Se il nemico sferrasse infatti dal deserto un vero e proprio attacco in quel momento, con l'Impero disgregato, arriverebbe senza difficoltà al Regno del Leone, ed anzi acquisirebbe migliaia di mercenari disperati nel tragitto. La sorte dell'Impero è essenziale per la guerra totale che il nemico ha scatenato.
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare i quattro maestri?