18 Marzo, Anno 3°
Il viaggio verso nord dei nostri eroi attraverso le campagne dell'Impero procede senza intoppi fino a quando in lontananza viene avvistato un edificio circondato da campi coltivati, fra cui anche profumatissimi fiori gialli. L'edificio è stato saccheggiato, i nostri trovano impronte di numerosi cavalli diretti a nord, il tetto pare essere stato divelto in più punti da una grande forza, probabilmente di natura magica, non vi sono tracce di cadaveri ma nei dintorni della fattoria non vi sono creature vive.
I nostri ripartono, muovendosi con ancor più cautela, ma senza incontri sgradevoli giungono il giorno successivo in vista dell'immensa città di Arcavia. Dopo aver pernottato in campagna, i nostri si recano in città al mattino successivo: Arcavia ha mura imponenti e molto estese, il cuore della città pare sorgere in collina, e un fiume taglia il centro abitato da sud-est a nord-ovest. Fumo nero si leva da qualche punto a nord-est. Al di fuori delle mura, i nostri notano diversi accampamenti di mercenari. Le mura e le porte d'ingresso sono sorvegliate da guardie in armatura completa con i simboli del Tempio.
Il gruppo entra senza problemi in città e, dopo aver trovato uno stallaggio, va in cerca dell'unico contatto possibile: Safon, l'uomo indicato da Madre Erika come persona fidata.
Camminando per le vie di Arcavia, i nostri si imbattono in un figuro elegantemente vestito, con cappello a punta, fioretto e pistola, dall'aria arrogante e sicura di sè. Amdir, un po' incautamente, fissa il bizzarro individuo, che ricambia a sua volta lo sguardo con sospetto. Ritrovata infine la Chiesa sul Fiume, un pittoresco tempio di Merin nella parte sud-est della città, i nostri incontrano un tizio in tonaca, sui cinquant'anni, quasi calvo, armato di archibugio. Egli è proprio Safon, e accoglie i nostri quasi con una nota di disappunto quando essi si fanno riconoscere e parlano di Madre Erika: il passato non smette di tormentarci“. Tuttavia, egli è pronto a fornire ai nostri tutte le informazioni sullo stato attuale della città e sui quattro maestri da ritrovare, di due dei quali intuisce l'identità prima ancora che Renaux possa farne il nome. Pare infatti che il cardinale Aert, il Preferito, sia davvero molto amato dalla gente, e che Sered sia uno dei pochi, forse l'unico, Maestro non corrotto e fidato.
In breve, Safon descrive ai nostri come ha conosciuto in passato Madre Erika, prima di prendere i voti, poi racconta nel dettaglio la serie di avvenimenti che hanno condotto prima all'instabilità politica e infine alla guerra. Egli non conosce Q, mentre la parola “misericordia”, associata al quarto maestro, scatena in lui un vivido ricordo: un gruppo di penitenti che egli ha incontrato in città infatti si rivolgeva alla Misericordia quasi come ad una persona, egli al momento pensava che essi facessero riferimento alla misericordia divina, ma le loro parole possono invece essere lette sotto un'altra luce: “portaci Misericordia!” e “Misericordia guarisce, Misericordia purifica, Misericordia ci salverà tutti”.
Fra le altre cose, Safon spiega ai nostri che l'individuo con fioretto e pistola incontrato per strada era uno dei Cacciatori di Tenebre, molto pericolosi specie per gli “eretici” come Renaux. Fa i nomi di Proteus, capo della guardia delle Loggia, che ha scatenato con i suoi sospetti sul consigliere Renar le prime avvisaglie della guerra civile, del Papa attualmente in carica, che si teme essere corrotto, del fantoccio che è stato messo sul trono dell'Imperatore, e dice che dei cinque comandanti dei Templi, tre si sono schierati con il Papa corrotto, tra cui Samuel del Tempio del Nord, mentre Arkos, il grande condottiero fratello di Mirà, è sparito nel nulla.
In quel momento, la situazione in città è stabile, la guerra si combatte lontano dalle mura e vi sono poche notizie al riguardo. Per quanto riguarda Aert, Safon dice che egli si trovava nella città orientale di Kylaè (roccaforte del Duca delle Puttane).
I nostri prendono commiato da padre Safon, trovano alloggio in una locanda nei bassifondi chiamata “L'Orco pallido”, poi si recano alla Cattedrale nella parte alta della città, in cerca dei penitenti che possano fare luce sull'identità di “Misericordia”. Il gruppo è fortunato, infatti fra le fila di penitenti che sfilano davanti all'immensa cattedrale, una ragazza in particolare chiama a gran voce la Misericordia usando le parole già udite da Safon tempo prima. Stik si avvicina alla ragazza mentre il corteo si muove, ma per poterle parlare è costretto a flagellarsi e a seguire il bizzarro corteo, sotto gli occhi perplessi e curiosi del resto del gruppo. Infine, Stik riesce a convincere la ragazza, Beatrice, a dirgli di più, ma ella lo farà solo quella sera, a mezzanotte, e dà appuntamento a Stik alla vecchia chiesa sotto le mura. I nostri, e in particolare Amdir, sentono di essere sorvegliati, tuttavia non riescono a capire chi li stia seguendo.
In attesa dell'incontro notturno, i nostri eroi girano per la città, Amdir, Tyruss e Krona si recano alla tomba di Arcavius nei sotterranei della cattedrale, senza scoprire nulla di utile per la causa. Poi, il gruppo va in cerca della chiesa sotto le mura, scoprendo che essa è una chiesa antica, di piccole dimensioni, a poca distanza dalle mura ad ovest della città, a soli dieci minuti dalla locanda.
Dopo aver cenato ed essere rientrati in stanza, Stik lascia il gruppo e si reca all'appuntamento. I suoi compagni lo seguono dopo qualche minuto, per arrivare alla chiesa dopo di lui e tenere d'occhio la situazione. Stik raggiunge la chiesa e si incontra con il gruppo di penitenti, fra cui Tullio, che pare esserne la guida. Egli invita Stik ad unirsi al gruppo per saperne di più, sacrificando i suoi beni e persino le sue vesti per la purificazione necessaria. Stik si toglie e brucia i vestiti e accetta un'umile tunica simile a quella degli altri penitenti, poi è costretto a flagellarsi e solo allora viene accettato dal gruppo, con cui partirà il mattino successivo per recarsi ad incontrare Misericordia.
Stik trascorre diverse ore in chiesa partecipando ai riti dei penitenti, poi si addormenta con loro sul freddo pavimento dell'edificio, mentre all'esterno i suoi amici, preoccupati, passano ad intervalli regolari a controllare la situazione. Vedendo poi che il ladro non corre immediato pericolo e sta dormendo con gli altri penitenti, i nostri decidono di tornare alla locanda e di seguire le mosse dell'amico il mattino successivo.
All'alba, i penitenti si preparano a partire e poi, in corteo, lasciano la città diretti ad ovest, e con loro il povero Stik, sotto lo sguardo attento del resto del gruppo.
I sacrifici di Stik saranno premiati dall'incontro con Misericordia? E quali perigli attendono il gruppo nelle campagne dell'Impero? Chi sta sorvegliando le loro mosse?