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diario:ep13aprile13

E' notte fonda al circolo di pietre, i nostri eroi fronteggiano coraggiosi ma inquieti i due massici Wolfen e la sacerdotessa di Ylia, delle cui parole l'eco ancora riecheggia nell'aria: “l'Insonne lo saprà”.
Dopo pochi istanti di ansioso stallo, uno dei lupi fa riecheggiare nella notte un ululato di richiamo, che riceve presto una risposta. Ben presto, la sacerdotessa avverte i nostri eroi: l'Insonne arriverà a breve.
L'attesa è logorante, ma infine ecco giungere al cerchio di pietra una moltitudine di Wolfen, da ogni direzione, e dopo che questi hanno fatto cerchio attorno ai nostri, l'Insonne accompagnato da due fidi lupi avanza verso di loro.
L'Insonne è un wolfen massicio, di pelo grigio chiaro e bianco sul petto, con un occhio evidentemente perduto in qualche scontro, l'altro molto attento e inquietante. I nostri parlano con coraggio per perorare la propria causa, le parole di Tyruss e Renaux in particolare, membri di quel popolo barbaro che per secoli ha fronteggiato i Wolfen sull'altopiano, sembrano convincere il grosso lupo che c'è del vero nei loro racconti, e che ci si può fidare in qualche modo di quei quattro disperati giunti a rischiare la propria vita per fronteggiare un nemico spietato e crudele.
Solo, l'Insonne fa capire ai nostri che i Wolfen sono molto attenti alla sicurezza del proprio branco, ma non hanno un vero ideale di popolo, la propria gente per ogni capobranco è esclusivamente quella del proprio gruppo, non vi è un'identità unica di razza. L'unica forza in grado di radunare i branchi di Wolfen e guidarli in battaglia pare essere quella del Capoguerra, un wolfen che i capibranco incontrano in un luogo preciso ogni 3° e 9° luna dell'anno.
Quell'estate, il Capoguerra sembra essere sparito, da mesi non vi sono sue notizie, e l'Insonne teme addirittura possa non presentarsi al prossimo incontro, di lì a qualche mese.
I nostri chiedono qualche informazione sul Capoguerra, l'Insonne dice loro che egli è facilmente riconoscibile, perchè la Madre lo accompagna.
Infine, l'Insonne decide di far compiere un rito alla sacerdotessa, che accompagnata dalla danza rituale degli altri wolfen, invoca con un incantesimo il responso della Madre, e assicura l'Insonne che dei nostri eroi ci si può fidare. Egli dunque chiede alla sacerdotessa di fornire ai nostri una traccia per trovare il Capoguerra, e sarà poi lui a decidere se e come fare fronte alle folli richieste di alleanza e aiuto di quei quattro cuccioli smarriti nella foresta.
La sacerdotessa infine rivela l'indizio sotto forma di arcano: “Laddove le luci del cielo abbracciano le luci della terra, l'ombra delle zanne del drago al tramonto indicherà la via”.
I nostri interrogano ancora l'Insonne, ma non scoprono altro, e ricevono l'invito a lasciare la foresta entro mezzogiorno del giorno seguente.
Tornati infine all'accampamento, i nostri rivelano le loro scoperte a Khelen, che tuttavia non sa essere d'aiuto riguardo all'indovinello, ma dice che Eru, un druido saggio ed esperto, potrà saperlo. Egli è in viaggio per l'accampamento di Draak-Mak-Syro, tuttavia con un rito i druidi trasformano uno di loro in una grande aquila, che parte subito per raggiungere Eru e riportarlo all'accampamento.
Frattanto, i nostri riferiscono anche a Wynona, Eccidius e allo sciamano Kennett.
Dopo una decina di giorni di attesa al villaggio, Eru è di ritorno sul dorso dell'aquila-druido. Egli è un vecchio eccentrico, con uno zaino colmo di pergamene, una bizzarra maschera e l'aria di chi la sa lunga. Ascoltato il racconto dei nostri e rimproverato Khelen per lo scarso aiuto fornito a quel gruppo di coraggiosi, egli ascolta l'indizio dei wolfen e presto la sua mente ricorda un luogo che può essere perfetto: la misteriosa isola di Taros, raggiungibile in barca dalla capitale dei barbari.
Eru è stato una notte sull'isola è ha assistito ad uno spettacolo di luci sulla spiaggia, spinto da una storia incisa su una corteccia di albero dagli elfi.
I nostri si preparano per il viaggio, e finalmente Krow decide di tendere loro una mano permettendo a Wynona di riprendere ad accompagnarli.
Il viaggio verso Kel-An-Tiraid dura una ventina di giorni, senza problemi.
Alla capitale, i nostri vedono fortificazioni migliorate e molte più persone dell'ultima volta. Il gran capo Draak li accoglie con gentilezza, avvertito da un messaggio del loro arrivo e delle notizie che portano. I nostri porgono una pergamena con il resto del messaggio. Il capo non indugia, e ha già trovato per i nostri un passaggio in barca per l'isola, con un marinaio soprannominato Merluzzo.
Il viaggio in barca procede bene, alcuni del gruppo patiscono il mare ma, senza incontri spiacevoli, l'imbarcazione giunge finalmente all'isola di Taros, un piccolo fazzoletto di terra sormontato da una grande montagna.
I nostri sbarcano e trovano riparo in una grotta, dove attendono che la pioggia, caduta abbondante nelle ultime ore, si attenui. Viene la notte, la pioggia ha smesso ma i nostri attendono il mattino successivo per sfruttare la luce durante le loro ricerche.
Risalita la scogliera, Stik trova le tracce di un cavallo che si addentrano nel bosco e puntano poi verso la montagna. Ai piedi di essa, Stik vede ancora una traccia, ma non sufficiente a capire la direzione del misterioso cavaliere. I nostri non scorgono anima viva, nè costruzioni umane.
Risalita la montagna sul fianco ovest, che è più accessibile, i nostri arrivano sulla spianata e da lì osservano l'isola: una spiaggia a ovest, una valle argillosa a nord, il bosco appena lasciato a sud. Per vedere meglio e osservare anche ad est, i nostri salgono proprio fino alla vetta, consumando quasi tutta la giornata.
Sulla cima, trovano un minuscolo circolo di pietre. Il versante orientale cade a picco sul mare, non si scorge molto dall'alto. Tyruss trova uno spiazzo dove passare la notte, dato che è ormai troppo tardi per scendere la montagna prima del calare delle tenebre.
Al tramonto, i nostri sulla sommità del monte assitono ad uno spettacolare gioco di luci, che Amdir ricorda descritto nei racconti del suo popolo a proposito delle isole del nord.
Sono davvero quelle le luci del cielo che abbracciano quelle della terra? E dove sono allora le zanne del drago descritte dalla profezia della vestale di Ylia? E qual è la via che esse indicheranno? Davvero il Capoguerra è trattenuto a forza dagli emissari del Dottore sul quell'angolo sperduto del mare del nord? Domande a cui i nostri eroi dovranno trovare risposte.

diario/ep13aprile13.txt · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)