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diario:ep23luglio13

I tempi bui paiono alle spalle, anche nel bel mezzo di una sanguinosa guerra, i nostri eroi trovano nell'atmosfera gioviale dell'accampamento di barbari e leoni il conforto dopo lunghi viaggi e peripezie.
Soprattutto, sul gruppo pesa l'ombra del futuro: quale sarà la prossima mossa? Dove colpirà ancora il nemico? Come fare per trovare il Dottore?
Durante la giornata all'accampamento, Tyruss e Stik fanno visita a Wynona, Amdir rende famoso il suo nome prestando servizio in infermeria e stupendo tutti attaccando un orecchio di legno ad un ferito, convincendo anche lo scettico Renaux, che era rimasto perplesso vedendo l'elfo rompere un braccio ad guerriero per sistemarlo meglio.
Il gruppo si reca alla tenda di Khelen, il saggio druido sta volando come aquila sopra l'accampamento, una volta chiamato scende e invita i nostri nella sua tenda. Davanti ad un buon thè, il gruppo fa il riepilogo delle avventure passate, il saggio Khelen risponde poi alle varie domande, ciò che emerge è: ci sono disertori fra le fila nemiche, quando il clangore della battaglia cessa, anche fra i divoratori c'è chi decide di lasciare la guerra, forse il potere che li controlla non è così forte, o sta calando; non si può contare sull'Impero, nonostante il loro messaggio e il raduno del Consiglio della Loggia, forse bisogna cominciare a non considerarli alleati; il Capoguerra Wolfen è un grande aiuto in battaglia, benchè lui e i suoi siamo poco controllabili, ma sta nascendo un rapporto di rispetto e collaborazione; i Divoratori sono molto più numerosi di quanto non fossero all'inizio della guerra, c'è qualche maleficio all'opera per moltiplicarli, oppure molti sono morti che ritornano in vita; la parte più numerosa dell'esercio nemico sono i non-morti, guidati dai Crane, per fortuna non vi sono Grandi Crane, non si sa come siano arrivati da Acheron, forse via mare, magari approdando poi nelle foreste degli elfi; dagli elfi nessuna notizia preoccupante; Icquor forse è stata distrutta per impressionare, per dimostrare forza e incutere terrore, proprio come il Tarasque, che si spera fosse solo trasportato magicamente, ma non controllato a distanza dal Dottore.
Il gruppo parla anche con uno sciamano, Karl, che definisce il Tarasque il verme di Bran-O-Kor, poi trascorre la serata festeggiando intorno al fuoco con i barbari, fra birre ed arrosti.
Il mattino successivo, Meliador è di ritorno al campo, i nostri vengono convocati ed egli, alla presenza anche di Laura, pone loro domande riguardanti lo svolgersi degli eventi al Passo dello Stambecco, l'evocazione del mostro e la comunicazione a distanza con il Dottore. Egli dice che è sufficiente un mago di medio livello come un signore delle marionette per attivare la comunicazione con il Dottore, che si basa sulla presenza di catalizzatori, due oggetti da una parte e dall'altra che permettono la creazione dell'incantesimo, nel caso della torre il braciere con il fuoco oscuro. Trasportare il Tarasque è assai difficile, ancora di più se non è consenziente dato che il mostro resiste molto bene alle forme di magia, a parte gli attacchi elementali. Il controllo del mostro a distanza si spera sia impossibile, altrimenti il nemico avrebbe un'arma troppo grande a suo servizio. Il mago racconta che in alcune cronache proibite dell'Impero, viene narrato di un Tarasque con parti di armatura metallica che era al servizio della gente del deserto durante una guerra contro i Grifoni, risalente ad un secolo prima, nulla esclude che sia lo stesso mostro, anche se non ci si può fidare molto di quella storia e di chi l'ha scritta.
Meliador suppone che il mostro fosse un'illusione, che fosse la copertura di un mago che il Dottore ha inviato nell'avamposto, e che la distruzione sia stata fatta da esplosivo o magia, e il mostro ne fosse la copertura. Laura e il saggio mago sono preoccupati dal fatto che la guerra a nord altro non sia se non un diversivo, per quanto sanguinoso, affinchè l'occhio dei popoli liberi non si fissi dove vi è il vero problema, nell'Impero. Meliador dice che, nonostante la natura contraddittoria dei suoi capi e la stranezza delle loro credenze, vi è molta gente innocente nell'Impero, e artefatti magici che sarebbe disastroso cadessero nelle mani nemiche.
Le parole della Baronessa e del mago convincono del tutto i nostri eroi sulla prossima mossa da compiere: il viaggio da tanto tempo rimandato ora dovrà essere compiuto, il gruppo andrà ad indagare nell'Impero, tentando di passare inosservato per quanto possibile.
I nostri si preparano alla partenza, Tyruss decide di compiere un passo audace, chiedendo a Wynona si sposarlo, dopo aver ricevuto la benedizione del grande Eccidius, al suo ritorno da quest'ultima coraggiosa avventura. La Fianna dice che la risposta lo attenderà appunto al ritorno. Renaux interroga gli antenati al proposito, ma il presagio non è dei migliori, così egli non ne mette a conoscenza l'amico guerriero.
Il gruppo equipaggiato e pronto parte verso il sud, allungando un po' la strada inizialmente per evitare zone di guerra, ed infine dopo una decina di giorni i nostri arrivano al passo che segna il confine dell'altopiano.
Dopo aver scollinato scendendo nel Regno, il viaggio prosegue più agevolmente, i nostri si fermano in villagi e locande, raccolgono poche informazioni, fanno acquisti e finalmente giungono a Luishanna, dove lasciano materiale compromettente o ingombrante a palazzo, in custodia. Tyruss compra una nuova armatura che lo attenderà al suo ritorno, e nel frattempo si attrezza con nuove parti di quella attuale, Stik fa rifornimento di veleni e sonniferi, e Amdir compra un libro che lo aiuti a passare il tempo.
Il gruppo è pronto, i nostri eroi fingeranno di essere un gruppo di viandanti in pellegrinaggio per la tomba di Arcavius alla capitale dell'Impero, e nel viaggio tentaranno di scoprire cosa sta accadendo laggiù, e se la “riorganizzazione interna” di cui era giunta notizia sia ciò che essi temono, ovvero che la mano del Dottore sia già arrivata a colpire, su fino alla carica più alta: l'Imperatore!

diario/ep23luglio13.txt · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)