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diario:ep2gennaio13

Tempo di indagini per i nostri eroi, Icquor si è rivelata una città complessa, in cui strani disegni si intrecciano con i destini del Regno e forse anche con il nemico di sempre, il misterioso Dottore. Per dipanare la matassa, dopo la visita alla Gilda dei mercanti Renaux e Amdir si recano da Jean, lo stimato conciatore di cui hanno sentito parlare, padre dell'altrettanto famigerata Sofia. L'attività di Jean ha sede in un grande edificio, che dà lavoro ad una trentina di persone. Fra fumi di varie sostanze, pelli messe ad essiccare e altre diavolerie, i due vengono ricevuti dal mercante, con la scusa di ottenere informazioni da un esperto riguardo sostanze chimiche di cui il loro nemico, gli alchimisti, sembrano sempre in cerca. Jean non è d'aiuto da questo punto di vista, pur spiegando ai nostri che lo zolfo può essere un esplosivo ma anche usato per colorare di giallo le pelli (per quanto egli non ne faccia uso nella sua attività). Jean è schietto e all'apparenza sincero, non ha una grande opinione del barone, tuttavia sopporta la sua politica e ritiene che possa andare bene cosi. Anche Gerard, il capo della Gilda, per lui è la persona al posto giusto. Jean non ha eredi maschi, spera di poter lasciare l'attività fiorente alla figlia. Jean rivela di stimare più la baronessa Laura e il suo modo diretto di occuparsi degli affari, piuttosto che il barone Ian, che si affida a dei sottoposti che hanno, a suo dire, forse troppo potere. Jean fa il nome di Raal, maestro di conio e dunque forse il più importante a palazzo dopo il barone.
Nel frattempo Stik, indossati nuovamente i panni a lui più congeniali di scaltro avventuriero, si spinge nei bassifondi del borgo, giungendo infine in una locanda piuttosto grande ma dall'aspetto poco rassicurante. Qui, dopo un breve dialogo con un barista, in cui il nostro suggerisce la propria reale professione, Stik sente chiamare il barone con l'appellativo di “pagliaccio”, e riceve inoltre un prezioso consiglio: portare rispetto al Duca, a quanto pare un boss della criminalità, che riceve gli sfortunati con una maschera e due tipacci al fianco. Non appena Stik tenta di approfondire l'argomento, viene avvicinato da un omone massiccio e minaccioso, un certo Daario, che si rivela subito uno dei collaboratori del Duca per quella zona. Egli tratta brutalmente e senza molto rispetto il povero Stik, dicendogli in pratica che entro tre giorni dovrà decidere come comportarsi, tornando alla locanda e dando la sua risposta, oppure passerà dei guai se si farà trovare ancora in città. Qualunque affare decida di fare, inoltre, richiederà il pagamento di un 10% a lui e di un altro 10% per il Duca.
Quella sera, per cena, Stik torna alla locanda con Tyruss, e fra fiumi di persone e un tacchino ripieno intero da divorare, prende contatto ancora con gli uomini del Duca, mostrandosi disponibile a lavorare per lui pagando la quota dovuta (anche per Tyruss, che viene fatto passare per il suo braccio armato). Non viene affidato loro nessun incarico particolare, tuttavia se entro giovedì (quella sera è domenica) essi saranno ancora vivi e liberi, avranno perlomeno dimostrato di poter essere utili in qualche modo. Intanto Amdir e Renaux prendono appuntamento per le dieci del giorno successivo con Gerard, il capo della Gilda dei mercanti. Riuniti nuovamente, dopo aver preso alloggio al Camoscio D'Oro, i nostri passano una serata tranquilla.
Il mattino seguente, prima di incontrare Gerard, Amdir e Renaux tornano da Jean, a cui vogliono parlare del Duca per avere un'opinione schietta ed esperta. Giunti alla conceria, incontrano invece la figlia, Sofia, con cui dialogano attendendo il padre.
La bella giovane si rivela anche molto in gamba, intraprendente e assai poco incline ad accettare un destino di casalinga e sottoposta ad un marito, specie se si tratta di uno che ella non ama, come ad esempio il figlio del barone, Mark, di cui non ha una gran opinione: il giovane infatti per lei è un ingenuo, un pavido, facilmente manovrabile, che si trova in quel momento a corte, forse per ingraziarsi il Re o qualcuno a lui vicino e preparare il futuro. Sofia ammira molto la baronessa Laura, vorrebbe conoscerla e rimane colpita dal fatto che i nostri eroi siano al suo servizio.
Raggiunti anche da Jean, i nostri odono il racconto di un episodio avvenuto tempo prima: a Ian, un ricco mercante omonimo del barone, venne rapito il figlio, il barone lo costrinse a non pagare il riscatto, così il figlio morì nel tentativo di liberazione, e il padre si uccise poco dopo. Ian era capo della Gilda prima di Gerard, tuttavia aveva già abbandonato l'incarico prima della tragedia. Jean suggerisce un particolare curioso: le attività del barone riguardo alle pergamene non sono mai state toccate dal Duca e dai suoi uomini, che invece negli ultimi due anni, da quando cioè il Duca è apparso sulla scena e ha organizzato i criminali della città, hanno colpito un po' tutte le altre attività.
Congedatisi da Jean e Sofia, Amdir e Renaux tornano dagli altri, ma intanto Stik e Tyruss si sono accorti di essere stati sorvegliati da un ometto di bassa statura, che sorprendono a spiarli in un vicolo. Tyruss coglie l'uomo di sorpresa e lo immobilizza, Stik lo stende con del sonnifero. Riunito il gruppo, i nostri fanno visita a Gerard, con cui hanno appuntamento, lasciando Tyruss a curarsi del prigioniero. Gerard accoglie con poco rispetto i nostri, ride del barone e del suo rango, sminuisce anche la figura del Duca, e dice che nel futuro vorrebbe trasformare la città in una gemma, aumentare i commerci, e interrogato sul modo con cui intenda perseguire queste intenzioni, egli parla di un'amicizia nei confronti del Re, e sul fatto che forse i buoni rapporti fra il barone e suo figlio e la corte siano solo una messinscena.
Si mostra sorpreso quando i nostri gli fanno notare che il Duca, pur operando da due anni in città e avendo colpito gli affari di tutti, abbia sempre risparmiato le pergamene e i commerci del barone.
Alla fine, Gerard giunge ad offrire ai nostri 1000 monete d'oro per occuparsi del problema del Duca, dicendo che i suoi mercenari hanno fino a quel momento fallito, così come ha fallito Cornelius, capitano della guardia, un bravuomo a detta di Gerard, capace che fa quel che può. Gerard si dice disponibile ad aiutarli in ogni modo, anche fornendo uomini armati.
I nostri prendono tempo, qualcosa nel modo di fare di Gerard non convince ed è necessario prima stabilire un piano d'azione per tendere una trappola che possa portare al Duca e smascherare i suoi presunti legami con il palazzo.
Tornati al Camoscio d'Oro, i nostri riflettono su come usare il prigioniero per smuovere le acque, dopo diverse discussioni (e aver recuperato la chiave del deposito dei ladri) viene deciso di riportare la spia alla locanda dei bassifondi, in modo da apparire un gruppo di persone decise e impressionare Daario, magari costringendolo anche ad un incontro con il Duca (che invece a detta del prigioniero avviene solitamente a giorni prefissati, mercoledì e sabato, presso il giardino degli dei, un parco in città).
Riportato il prigioniero avvolto in una coperta, i nostri informano Daario che non vogliono essere disturbati, tantomeno da spie inette come quella, perchè hanno in ballo qualcosa di grosso, e che forse sarebbe meglio trattare direttamente con il Duca. Daario porta la spia nel retrobottega, mentre i nostri se ne vanno sotto gli sguardi assassini dei presenti. Stik però torna indietro, portandosi sul retro e rimanendo in attesa, e infine Daario esce seguito da due sgherri che trasportano il cadavere del povero spione, punito con la morte. Stik si incolla a Daario, e abilmente lo segue senza farsi scoprire per le vie della città, fino ad un parco. Qui lo vede parlare con un tizio, e riesce a cogliere qualche parola riguardo un appuntamento che potrebbe richiedere fino a due ore di attesa. Stik rimane di vedetta, sapendo però di non poter abbandonare la postazione, anche perchè non riuscirebbe forse a ritrovare la via.
Non vedendo tornare l'amico, i nostri si preoccupano, Tyruss e Amdir interrogano Renaux, che decide di affidarsi alle sue sacre ossa per divinare la sorte di Stik: il responso dice che Stik è vivo, e si trova nei pressi di un luogo verde, come un parco. Intuito che il luogo potrebbe essere proprio il giardino degli dei di cui hanno sentito parlare, i nostri si fanno indicare la via e giungono da Stik proprio in tempo per assistere all'arrivo dei tre carrozze che portano, oltre ad alcuni uomini armati, una misteriosa figura incapucciata. Renaux e Wynona, che si erano staccati dagli altri per coprire meglio la zona, girano attorno al parco ed entrano scavalcando un muro. Addentrandosi fra cespugli e alberi, si avvicinano al luogo dell'incontro, dove Daario è finalmente a colloquio con la misteriosa figura. Daario difende il proprio operato, ma l'altro, con voce metallica, è inflessibile, condanna la condotta del sottoposto, e si dimostra preoccupato dell'abilità e delle mosse dei nostri eroi, a cui dice offrirà ora 2000 monete d'oro dato che hanno rifiutato la prima offerta. Daario non sa quali argomento addurre a sua difesa, e il misterioso figuro lo punisce per i suoi errori: si odono dei rantoli, un corpo che crolla a terra … Che Daario sia morto?
Che il Duca e Gerard siano una cosa sola, o comunque in stretta collaborazione? Che la città sia nella morsa di un gruppo di pericolosi individui all'apparenza in lotta ma che in realtà sono accordati per stringere gli ignari cittadini in una morsa letale? E gli alchimisti e il Dottore cosa c'entrano in tutto questo?

diario/ep2gennaio13.txt · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)