Dirk Roethlisberger è un giovane scout e avventuriero, nato e cresciuto nella parte settentrionale dell'Impero.
Dirk è figlio di Ben Roethlisberger, ed è cresciuto in una casa fuori Laer, nella provincia di Hochland.
Il padre era boscaiolo, tipo generoso, sempre pronto ad aiutare gli altri, e ha cresciuto i suoi figli con i suoi stessi valori.
Durante un periodo di siccità e scarsi raccolti, resi ancora più tremendi dal passaggio di un folto gruppo di Uomini Bestia che misero a ferro e fuoco la regione, i villaggi e le fattorie della zona di Laer furono messe a dura prova. Durante uno dei tanti lavori extra a cui Ben il Boscaiolo si prestava con generosità, egli fu vittima di un incidente: riparando il tetto del fienile di una fattoria di conoscenti, il cedimento improvviso di una trave lo travolse, oltre a ferite superficiali e contusioni, la sua gamba rimasta intrappolata sotto la trave rimase fratturata in più punti, divenendo in seguito inutilizzabile. Tutti coloro che aveva aiutato, salve rare eccezioni, voltarono le spalle al povero boscaiolo, che morì poi qualche anno più tardi, l'ombra di se stesso per l'alcol e la depressione.
Soltanto due compaesani del vecchio Ben si ricordarono l'aiuto che il boscaiolo aveva loro fornito quando era in salute: il fornaio Gerg Werner, che con la moglie Juta passarono cibo alla famiglia di Ben nonostante i pagamenti tardivi ed irregolari, si ricordarono di quando il robusto boscaiolo aveva ricostruito la parte di casa bruciata a causa di un incendio chiedendo in cambio soltanto qualche pagnotta ogni tanto; il vecchio e guercio Regis Sholz, uno dei tanti ottimi arcieri ,vanto del Hochland, ritirato dal servizio nell'esercito imperiale in seguito alle ferite, a cui Ben affidava semplici lavoretti ricompensandolo molto più generosamente del dovuto, continuò ad aiutare la famiglia del boscaiolo senza chiedere nulla in cambio, insegnando inoltre i rudimenti del tiro con l'arco al giovane Dirk.
Nel periodo immediatamente successivo all’incidente, il giovane Dirk cominciò a svolgere i lavori più disparati per aiutare la famiglia, raccogliendo denaro come poteva.
Poi, mentre le condizioni di Ben, corrotto dall’alcol e dal risentimento, gonfio di livore e divenuto aggressivo e persino violento con la moglie e le figlie, anche l’animo di Dirk subì un forte contraccolpo. Il ragazzo perse la fiducia nei valori che il padre gli aveva sempre trasmesso, nella famiglia, nella società e negli altri esseri umani. Cominciò a rifugiarsi per periodi sempre più lunghi nei boschi, e iniziò a spendere parte dei guadagni in liquore di infima qualità, con cui annegava i propri dispiaceri.
Nei giorni seguenti alla morte del padre, collassato durante un accesso d’ira in cui, completamente ubriaco, aveva quasi ucciso la moglie con un coltello da cucina, Dirk furibondo con tutto e tutti si inoltrò nella foresta fino a raggiungere zone praticamente inesplorate. Qui, egli trovò un vecchio capanno in cattive condizioni, ma in grado di ripararlo alla meglio dalle intemperie e dal freddo della notte. Dirk cominciò a recarvisi sempre più spesso, qui nascondeva la sua riserva di liquore scadente e il denaro che raccoglieva. Nelle sue notti, ebbro di alcol e di rabbia, egli urlava e gridava alla notte, finendo giorno dopo giorno per imbruttirsi e perdere il contatto con la realtà. Fu durante una delle tante notti trascorse nella foresta che egli udì per la prima volta la Voce. Fu come un incubo, ma tremendamente più realistico. La Voce ne stimolava la rabbia, metteva a nudo i punti più sensibili della sua personalità, alimentava la sua frustrazione e il suo dolore. Si ripresentava di tanto in tanto, suggerendo, ingannando, plasmando.
Una notte, al culmine della follia scatenatagli dalla Voce, Dirk maldestramente diede fuoco al capanno, senza rendersene conto e, svenuto per il troppo alcol, venne avvolto dalle fiamme. Incredibilmente, il mattino seguente si svegliò fra le ceneri dell’edificio, i vestiti bruciati, completamente illeso, senza alcun segno di bruciatura o ferita. Anzi, egli era al culmine della forza, come raramente si era sentito in quegli ultimi sciagurati anni. Capì di aver avuto una seconda occasione, e che la benedizione del Fuoco, che non lo bruciava ma anzi lo rinvigoriva, era l’occasione per ricominciare. Egli si rese conto di riuscire inoltre, concentrandosi, a vedere cose che per altri erano invisibili.
Dopo la morte di Ben, la vedova Maria aveva preso con sè le due figlie, Kristen e Kara, e si era messa in viaggio per la vicina Volgen, dove il fratello di lei, Conrad Dietbrand, aveva una bottega di artigiano.
Dirk, tornato al pieno delle forze e abbandonata la via dell’autodistruzione, rimase a Laer, vivendo nella vecchia casa dei genitori, vagabondando e vivendo di caccia, di lavoretti piccoli e grandi, facendo a volte l'esploratore mettendo a frutto gli insegnamenti del padre e del vecchio Regis. Egli si sforzava di comportarsi in maniera leale e corretta, pur mantenendo un atteggiamento guardingo e sospettoso nei confronti degli altri.
A vent’anni, Dirk si unì come scout ad un gruppo eterogeneo e male equipaggiato che si era prefisso l'obiettivo di ripulire i boschi attorno a Laer da mutanti e altre creature che, si diceva, erano la fonte di tutti i problemi della comunità. Il giovane Dirk apprese in quell’occasione come maneggiare un'arma che non fosse il fedele arco, istruito dai più abili fra i suoi compagni, durante i bivacchi, e si trovò coinvolto nella avventata missione. Una decina degli improvvisati soldati non fece più ritorno a casa, e Dirk utilizzò per la prima volta in uno scontro vero ciò che aveva imparato nella giovinezza.
L'esperienza raffreddò soltanto in parte l'animo avventuroso del ragazzo, che si fece più prudente nelle scelte ma non si rassegnò alla tranquilla e laboriosa vita di paese, la vita che aveva riservato ad un individuo generoso e leale come il padre troppe amarezze.
Dirk conserva parte della generosità del padre, ma la sorte di quest'ultimo e della sua famiglia lo ha molto scosso, egli non si fida mai facilmente delle persone, è diffidente e sospettoso, quando veramente una persona conquista la sua fiducia, allora egli è disposto ad aiutarlo anche a discapito dei propri interessi. Ucciderebbe per difendere la famiglia del fornaio, o il vecchio arciere Sholz, o chiunque altro diventi per lui una persona amica.
La Voce si ripresenta di tanto in tanto, e ogni volta il ragazzo è chiamato ad un’ardua battaglia per mantenere saldi i suoi principi e non cedere al lato oscuro che gli viene suggerito.
È sempre meglio collaborare con le autorità. Soprattutto nell'impero. Soprattutto ad Altdorf. Soprattutto quando sai che dietro uno di questi muri potrebbe ascoltarti qualcuno della congrega dei cacciatori di streghe.
“Allora, è stato il kislevita a dare il via alla rissa?”
“No, signore.”
“No?”
“No. Cioè, era ubriaco e lo hanno ripetutamente provocato.”
“D'accordo. Ma ha colpito lui per primo?”
“No, signore. Ha detto qualcosa nella sua lingua. Poi l'uomo col tatuaggio sul braccio lo ha colpito con un piatto.”
Il sergente della milizia annuisce. Ti chiede come ti chiami e che lavoro stai svolgendo. Non menti, e quando vedi che lui annota tutto capisci di aver fatto bene. Del resto, la momentanea disoccupazione è tollerata.
“Quattro settimane.”, dice lui, mentre scrive qualcosa sulla pergamena.
“Chiedo scusa?”
“Lavorerai per quattro settimane come scout imperiale, come premio per la tua preziosa collaborazione.”
Quattro settimane di lavoro pagato. Non ti pare vero.
Dalla fortunata rissa, quella che ti ha garantito vitto e alloggio, seppur per un periodo, sono trascorsi venti giorni. Potare le piante nelle vicinanze delle strade carrabili nei pressi di Altdorf non è certo un lavoro d'ingegno, ma sai ben fare buon viso a cattivo gioco. A sera, rientri negli alloggi che condividi con una sessantina di tuoi pari ruolo. Trovi ad attenderti una convocazione, devi presentarti nello stesso posto di guardia dove hai ricevuto il tuo premio. Con pensieri contrastanti, ti rechi là immediatamente.
Ti conducono dal sergente. Son gli altri due, quelli che non ti aspettavi di vedere: uno è un giovane chierico sigmarita. L'altro è un cacciatore di streghe. Disagio. Ti guardano per alcuni lunghissimi secondi. Disagio.
Poi il cacciatore di streghe, rivolgendosi all'altro, ma tenendo i suoi gelidi occhi grigi su di te, dice: “Anche lui andrà bene, fratello. Conosce il territorio ed è a libro paga degli scout imperiali.”
Il prete annuisce. L'altro, rivolgendosi a te, continua: “Bene, ragazzo, Sigmar ha posato i suoi occhi su di te.” Disagio. “Ti sei guadagnato la tua conferma. Il tuo primo incarico è scortare fratello Muller”.
La sua voce non ammette repliche. L'elsa della sua spada men che meno. Anche il tono perentorio con cui ti ordina di preparare le tue cose non fa eccezione.