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Friedrich Klein

Sotto il segno di Sigmar

Il tiepido sole di primavera stava baciando la capitale. Altdorf, la capitale, la città più grande del Mondo, dove splendono palazzi, i cavalieri sprezzanti del pericolo si addestrano, dove in molti sperano di andare, per realizzare il sogno della propria vita, per molti è una città meravigliosa. Per i mercanti, per la Santa Chiesa, per i borghesi. Poi ci sono i bassifondi, dove si spera che non ci sia una retata, dove si spera che l’inverno sia clemente e spesso si prega Sigmar perché ponga fine alla povertà, alle malattie, alla tristezza delle povere anime che li abitano.

Li viveva Magdalena, una giovane ragazza che come molti era rimasta orfana troppo presto. Si guadagnava da vivere spaccandosi la schiena facendo la lavandaia. Le capitava di sognare di trovarsi un marito, un nobile o almeno un borghese, per poter finalmente andare a vivere non in un castello, ma almeno avere una casa… quanto sarebbe stato bello! Forse era questo che la spingeva a lavorare anche alla sera come cameriera in locanda, poteva guadagnarsi qualche moneta extra ma soprattutto incontrare qualche buon partito. Pensava che lavorare al Puledro Rosso, in un discreto quartiere, fosse la sua fortuna. Non di certo quella sera… era Domenica e sembrava una serata come molte altre. Borg, l’oste, si avvicinò e le indicò un uomo. Magdalena non voleva crederci. Era Messer Fettel, costruttore di carri. Voleva intrattenersi con lei. Non era più una ragazzina, sapeva come funzionavano queste cose. Andò al tavolo del mercante, si intrattenne con lui, cercò di essere simpatica e sensuale. Proprio come immaginava, dopo un’ora salirono nelle stanze. Fettel appena chiusa la porta iniziò ad essere violento, la riempì di botte e se ne andò. Magdalena voleva denunciarlo, voleva giustizia, ma il saggio oste riuscì a farla ragionare, non vi erano testimoni e non era un’ottima idea mettersi contro un mercante così famoso.

Dopo qualche settimana la giovane si rese conto di aspettare un bambino. Quanto possono essere strani i doni di Sigmar… ma come poteva fare? Non poteva di certo badare a lui né tantomeno andare da Fettel a insinuare che era lui il padre del bimbo.

Nove mesi dopo nacque un bel bambino biondo, sano e con un gran bel sorriso. Come separarsi da lui? Magdalena decise di essere forte e pochi giorni dopo mise il piccolo in una cesta e lo lasciò al tempio. Era l’unico modo per avere una sola misera possibilità di dare al piccolo un futuro migliore del suo. Con il cuore spezzato lasciò la cesta in un confessionale e decise di andarsene dalla città, come avrebbe reagito tra qualche anno? Non avrebbe voluto rivedere il bambino? L’unica soluzione era metterci una pietra sopra e la fuga era la soluzione migliore, nessuno avrebbe di certo cercato una semplice lavandaia…

L'infanzia

Il bambino fu allevato in orfanotrofio, secondo le leggi della chiesa. I preti lo chiamarono Friedrich Klein, utilizzando come erano soliti fare un anagramma del nome di un Santo della Chiesa. Friedrich si era dimostrato un bravo ragazzo, amava soprattutto la storia. Gli piaceva sognare ad occhi aperti sentendo le avventure degli eroi del passato, delle epiche battaglie e di come il bene trionfava sul male. Quanto sarebbe stato belle essere un nobile e poter diventare cavaliere!

Ovviamente crescendo sotto la guida del tempio di Sigmar, presto o tardi si incontra qualche pazzo che crede che sia una buona idea mettere in mano un’arma a un ragazzino. Ma nel caso di Friedrich l’idea non si rivelò così sbagliata. Aveva un’agilità innata, un’ottima coordinazione e riusciva a maneggiare armi piccole e grandi. Poteva diventare un buon soldato, sicuramente alla milizia avrebbe fatto comodo.

Compiuti i quattordici anni era giunto il momento di lasciare la casa di Sigmar. Era una legge, a quell’età un ragazzo doveva trovarsi un modo per guadagnarsi la pagnotta. A malincuore ma con molta curiosità Friedrich abbandonò quella che considerava la sua casa. Capiva la situazione, ma dopo i suoi genitori, anche il Tempio lo lasciava al suo destino. Era solo e doveva accettarlo. Restò per un po’ seduto su una panca, a guardare la sua vecchia casa. Si, sapeva che fare. Era grato alla Chiesa, ma non sapeva nulla dei suoi genitori. Voleva trovarli. Doveva capire perché lo avevano lasciato solo, se erano ancora vivi a costo di andare in capo al mondo li avrebbe trovati! Avrebbe continuato ad allenarsi con le armi, era un peccato sprecare tutto quel talento. Avrebbe trovato un modo per farlo diventare il proprio lavoro. Poi ripensò a tutte quelle storie degli antichi eroi del passato. Già, forse non avrebbe affrontato un’armata del caos, ma c’era molto da fare anche tra la gente comune. Avrebbe messo la sua spada al servizio di chi riteneva giusto. Prese le sue cose e imboccò la strada principale. La sua nuova vita era appena iniziata…

Il grande freddo

Era inverno, probabilmente il più freddo degli ultimi anni, la neve, oramai trasformata in ghiaccio, creava piccole stalattiti che pendevano pericolosamente dai balconi e dalle falde dei tetti dei bassi fondi di Altdorf; Friedrich assieme all’anziano padre Bernard e ad alcuni suoi fratelli di Sigmar stavano dando assistenza come meglio potevano alla popolazione bisognosa della parte più povera della città. Il freddo, nonostante i guanti spessi e gli abiti pesanti, stava iniziando a lacerare la pelle del giovane spadaccino. Gli impacchi di Calendula, forniti da padre Bernard, stavano iniziando a venir meno come effetto curativo alle piccole lesioni che continuavano a formarsi lungo mani, piedi e su parte del viso, il dolore iniziava ad essere fastidioso e persistente, ma Friedrich non voleva abbandonare quella gente che aveva avuto meno di lui. Le piccole cicatrici non furono l’unico ricordo di questa fredda stagione: una brutta influenza lo lasciò in fin di vita poco più di un mese dall’inizio del servizio con i fratelli Sigmariti. Solo lunghe cure e settimane di convalescenza permisero a Friedrich, ormai 16enne, di riprendersi quasi completamente… perché nonostante riprese la forma fisica in poco tempo la malattia lo lasciò fragile e particolarmente sensibile a ricadute.

Una mancanza da colmare

L'essere cresciuto all'orfanotrofio prima e dai fratelli di Sigmar poi, ha fatto nascere e crescere in Friedrich un enorme desiderio di possedere qualcosa di suo, di personale, di valore. Questo senso di vuoto non è mai stato colmato nella vita dello spadaccino, tanto che ogni qual volta egli possa ottener guadagno da una qualsivoglia operazione, tende a farlo senza pensarci due volte… sempre che questo non vada contro il volere di Sigmar.

La promessa

Ma più di tutti fu un evento a cambiare la vita di Friedrich: si trovava in una delle piazze secondarie di Altdorf, era tarda sera, stava rientrando dopo esser stato alla locanda Puledro Rosso, dove si era intrattenuto a parlare con il vecchio Borg, quasi come se il suo inconscio sapesse che quell'uomo aveva conosciuto sua madre, fintanto che si imbatté in un gruppo di persone che stava discutendo animosamente: sulle prime non ci fece caso, erano un gruppo di balordi che stavano importunando un ragazzo ed una ragazzina. Friedrich fiutò subito il pericolo, ma sarà stata l'ora tarda, sarà stato l'alcol nelle vene, esitò ad agire un attimo di troppo… era troppo tardi, uno dei balordi colpi di piatto con la spada il ragazzino che stramazzò a terra battendo in malo modo la testa; i balordi, non contenti si avventarono sulla ragazzina, ma prima che potessero torcerle un solo capello l'abile spadaccino li fermo, ferendone uno alla gamba e colpendo l'altro al basso ventre; i malintenzionati scapparono a gambe levate.

Friedrich si chinò sul giovane ragazzo, la pozza di sangue in cui riversava stava diventando sempre più grossa… la ragazzina stava urlando a squarcia gola il suo nome, Gert, ma nessuna risposta proveniva dal corpo esanime del ragazzo. Il colpo alla testa gli fu fatale. Il pianto straziante della ragazza, che scoprì essere la sorella di Gert, aprì una ferita al cuore del povero spadaccino… se solo fosse potuto intervenire tempestivamente sarebbe riuscito a salvar la vita del ragazzo!

“Che Sigmar mi sia testimone, d'ora in poi non lascerò più che fatti come questo accadano, non mi farò più trovare impreparato di fronte al nemico, sarò io a far la prima mossa ed attaccare… che la vita persa di Gert mi sia d'insegnamento!”

personaggi/friedrich.txt · Ultima modifica: 2021/02/19 21:41 (modifica esterna)