Martin è un giovane ragazzo, poco più che ventenne, terzo genito di una famiglia di commercianti:
Gerhard conosce Patrizia in giovane età durante uno dei suoi viaggi a Verezzo con il padre Klaus, i due si innamorano e Patrizia decide di seguire il suo futuro marito nella sua città natale, Marienburg.
Martin, a differenza di Alberto e Manfred, è un ragazzo gracile e mingherlino, introverso e solitario ma svelto di mente e con un serio problema che lo accompagna dalla nascita. La sua pelle e i suoi capelli sono bianchi come il latte, completamente privi di pigmento.
L’infanzia ed il percorso scolastico di Martin è stato segnato dal suo aspetto fisico: il colorito estremamente pallido, a tratti etereo, lo ha fatto risultare agli occhi dei suoi compagni malaticcio ed inquietante, caratteristiche lontane dalla realtà, ma che hanno reso molto difficile la sua vita sociale ed i rapporti interpersonali, soprattutto con l’altro sesso.
Questo problema ha inoltre ostacolato Martin nell’intraprendere l’attività di famiglia: l’impossibilità di esporre la propria pelle al sole ha reso estremamente difficoltoso il lavoro all’aperto, relegando il giovane a dover indossare abiti coprenti anche nella stagione calda e, quando possibile, relegando Martin in ambienti chiusi e privi di luce diretta a svolgere attività di mera contabilità.
Lo scarso apporto all’attività di famiglia spinge Martin a 14 anni nel cercare il suo destino altrove; padre Leopold Weird, amico di famiglia e sacerdote di Morr ha un ruolo importante in questa scelta.
Padre Leopold prende Martin sotto la propria ala, lo porta al tempio di Morr a Marienburg e lo istruisce alla dottrina del Dio dei Morti.
Martin trova nell’ambiente ecclesiastico un luogo ideale per le proprie caratteristiche: il tempio è perfetto per le sue condizioni fisiche e lo studio non fa altro che aumentare la sua fame di sapere.
Martin entra a far parte della chiesa di Morr nella città di Marienburg a soli 14 anni, sotto l’egida di padre Leopold.
Gli studi proseguono intensi ed incessanti per alcuni anni, Martin sembra essere portato per questo tipo di vita, fatta di sapere, religione e solenni cerimonie.
Durante il suo noviziato Martin si distingue per la sua capacità di apprendere velocemente le nozioni impartite; questa sua caratteristica viene spesso mal vista dai suoi compagni, che proseguono ad additarlo oltre che per il suo aspetto anche per le sue capacità.
A soli 18 anni intraprende un viaggio a Luccini con altri novizi per ricevere l’investitura a prete da parte di sua eminenza Giovanni Dar, patriarca della chiesa di Morr e massimo esponente del Tempio della città Tileana. Dopo l’investitura Martin torna nella sua città natale per professare il culto ed assicurarsi che le anime dei defunti trovino la giusta pace; inoltre prende parte attivamente alla gestione del problema della sepoltura dei corpi che da sempre soffre Marienburg.
La sua propensione nel “vedere” ciò che il destino ha in serbo alla gente, porta Martin ad avvicinarsi e successivamente entrare a far parte dell’ordine degli Auguri a 19 anni. Qui, Martin, capisce quanto può realmente essere utile in questo mondo: nonostante i membri dell’ordine degli Auguri vengano visti solo come dei portatori di sventura dalla gente comune, il ragazzo cerca di impegnarsi al massimo per far il modo che le visioni non servano solo ad anticipare il peggio, ma bensì a limitare al massimo il numero di anime richiamate dal suo Dio.
L’anno successivo, dopo aver passato molto tempo in viaggio per le Wasteland e le Reikland e a servire la propria chiesa a Marienburg, padre Leopold capisce che è arrivato il momento per Martin di proseguire gli studi altrove, un posto adeguato in cui possa crescere spiritualmente ed intellettualmente: Middenheim. La presenza di biblioteche e università rende la città ideale per la sete di sapere di Martin.
Salutata la famiglia con un caloroso e triste arrivederci, Martin si mette in viaggio per la città del “lupo bianco”.
“Padre, ma io…”
“Martin, non rompere: sono tre mesi che chiedi di ampliare la biblioteca perché vuoi studiare. Io faccio di meglio: ti mando dove c’è una biblioteca adeguata.”
“Ma…”
“Novizio, basta perder tempo in chiacchiere: parti domani. Avvisa la tua famiglia. Morr ti accompagni.”
Middenheim, la grande fortezza del nord, l’inconquistata. Baluardo dell’impero contro le invasioni delle forze del caos. La sede del più grande tempio di Ulric al mondo. Tu non hai visto o pensato a niente di tutto questo nel percorrere a piedi il grande ponte ovest. Per te, Middenheim rappresentava un grande scrigno pieno di conoscenza.
Dopo due mesi e nonostante la maggior parte del tuo tempo sia stata spesa tra i libri, hai imparato ad apprezzare la grande Rocca del nord, con i suoi parchi nascosti, il silenzio delle mura che si affacciano direttamente sullo strapiombo, il fare semplice della gente del posto. Il supremo Morr continua a visitare i tuoi sogni, ma ha smesso di mandarti visioni sconnesse la cui sbagliata interpretazione ti ha in passato fatto fare la figura dell’inesperto.
Fino alla notte del 27 giugno. Nel sogno, vedi un paesino. La vita noiosa di un piccolo borgo dell’impero. Eppure? Eppure gli sguardi persi. Il vagare senza meta. Quegli strani idoli appesi fuori dalle finestre. La nebbia. Il gelo nelle ossa. Il mattino dopo ti svegli con le membra intirizzite, nonostante i quindici gradi dell’estate del Middenland. Corri a prendere i testi sacri. Leggi febbrilmente. Questa volta non puoi sbagliare: c’è sicuramente una forza oscura in movimento.
Nel dominio di Ulric devi far riferimento ai templari del Lupo Bianco. Sono loro a indirizzarti a Kurtwallen, dove il tuo aiuto sarà sicuramente utile a due membri dell’ordine.
… “E’ tutto il giorno che penso al sogno di stanotte, ho fatto fatica a pensare ad altro, non sono riuscito nemmeno a studiare, continuo tutt’ora ad avere vivida nella mente l’immagine di quel corvo, nero, che gracchiando mi viene incontro e si posa sulla mia mano sinistra… era così vera quella sensazione… il tutto avvolto in una luce bianca, molto forte… non ricordo altri dettagli dell’ambiente, ma ricordo benissimo la sensazione di calore, di pace che mi ha trasmesso quel bellissimo ed inquietante animale quando mi si è posato sulla mano” …
… “Sono passati più di sei mesi dal sogno del corvo, questa notte ho avuto nuovamente una visione simile, non ne comprendo il significato: ho visto gente che cammina lungo una strada, dei corvi appollaiati su un albero che stavano dall’alto dei soldati e dei bambini che giocano sulla sponda di un lago… sono turbato da tutto ciò” …
… “Ho parlato con padre Leopold del sogno, mi ha tranquillizzato dicendomi che anche lui spesso fa sogni di quel tipo e che, secondo lui, sono segnali che il nostro Dio vuole darci, dice che deve star a noi capire cosa Morr vuole dirci” …
… “Oggi padre Leopold mi ha chiamato in canonica per darmi una notizia che non mi aspettavo, mi ha fatto leggere una lettera contenente i nomi dei novizi convocati a Luccini a cui è stata concessa l’iniziazione a preti di Morr… ed il mio nome è tra questi… che emozione… non pensavo accadesse così presto… la partenza è il 2 aprile, devo avvisare la mia famiglia, spero sia orgogliosa di me almeno la metà di quanto sono emozionato” …
… “Che caldo, oggi è stata una delle giornate più torride di questa stagione, per fortuna siamo riusciti a rientrare a Marienburg alle luci dell’alba, con il fresco. Sbrigate le pratiche al tempio mi sono recato a salutare la mia famiglia come da consuetudine e li ho avuto la sorpresa più bella che mai potessi aspettare: Alberto mi ha dato in dono uno stupendo bastone che ha fatto realizzare personalmente da Conrad, un suo amico artigiano molto abile nel lavorare il legno; in puro ebano proveniente dall’Arabia, alto quanto me, di una tonalità marrone molto scura tendente al nero con intarsiata in cima una stupenda rosa, una grossa impugnatura ricoperta di pelle di vacca, questo bastone mi ha commosso al punto che non riuscivo a spiaccicar parola… peggio di un bambino piccolo!” …
… “Oggi a Marienburg il vento sferzava il viso… dare una degna sepoltura ai poveri defunti in questa giornata è stato veramente impegnativo… la terra era dura con pietra… scavare era un’impresa da eroi della vecchia era. E per rendere le cose più complicate anche il camino del forno crematorio era completamente bloccato, non siamo riusciti ad accendere e far rimanere acceso il fuoco purificatore… speriamo domani sia una giornata migliore” …
… “I sogni proseguono, oggi stavo cavalcando assieme a mio confratello Patrick e al maestro Edmund quando è capitato: tutti e tre abbiamo avuto in visione un piccolo agglomerato di case dalla forma semi-circolare, una fontana zampillante acqua raffigurante un cavallo da guerra con in groppa un condottiero e un gruppo di 10 cacciatori che si addentrava nella vegetazione, al limitare della foresta un corvo nero posato sul ramo più alto di un vecchio pioppo.” …