Dire che il mago di Lorraine sia un uomo anziano è dire comunque poco. Meliador appare come un uomo estremamente, indiscutibilmente, micidialmente vecchio. Perennemente vestito in azzurro e blu scuro, con la sua fluente cappa ed il suo pesante mantello a difendere “le sue stanche vecchie ossa”. Ma proprio quando si è portati a sottovalutarlo definitivamente, lo sguardo coglie i suoi occhi, incredibilmente azzurri, incredibilmente vivi, infossati nel suo volto segnato dalle rughe ed incorniciato da una fluente capigliatura bianca. E la sua lunga, liscia, veneranda barba corre dal mento fin quasi a toccar terra, senza mai dare l’impressione di vecchiezza, ma al contrario contribuendo ad ammantare di regalità la mistica figura del mago.

Nessuno può determinare con certezza quanto sia anziano, ma molti vociferano che abbia passato il centinaio da qualche tempo. Meliador, dal canto suo, non risponde mai a domande dirette, eludendo sempre l’argomento con un furbo sorriso. Dal canto suo, rammenta con sorprendente dovizia di particolari, gli anni del suo apprendistato e della sua prova e continua i suoi studi, grazie al suo intelletto sorprendentemente vispo. Decise di legare il suo destino alla giovane Laureena dopo averne sentito la storia da un bardo, in occasione di un viaggio ad Alhan. In pratica, egli è convinto che la giovane possa essere portatrice un’altra (non di certo l’ultima) interessante sfida per tutte le sue capacità.

Meliador padroneggia le vie dei venti, dei fulmini, del ghiaccio e dell’acqua. Conosce i segreti delle stelle e parte della premonizione. In tanti anni, la sua saggezza lo ha condotto a creare e tenere per sé due unici artefatti: il pesante bastone di legno di quercia che porta sempre con sé, un catalizzatore dei flussi magici e quello che lui chiama “orbe del cielo”, una sfera di cristallo che gli permette di scorgere i mutamenti dei venti e dei sentimenti delle persone che lo circondano.