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BG
La difficile vita dei secondogeniti. Il primo figlio eredita e ha dinanzi una strada quantomeno in discesa, mentre per i figli cadetti è necessario trovare qualche alternativa. Ma non è sempre così la vita? Conta chi arriva primo, non chi arriva dopo. Nel caso di due gemelli la sorte forse è ancora più crudele, si tratta di pochi minuti, pochi granelli di sabbia di una clessidra.
Anche per Franz andò così. Gemello di Gherd che nacque pochi minuti dopo. I due si somigliavano molto, tranne per i capelli che erano neri per Gherd, come quelli del padre, mentre Franz aveva ereditato i capelli biondi della madre.
I Muller sono una famiglia borghese di Altdorf, da generazioni conciano le pelli. Alle loro dipendenze lavorano 15 artigiani, specializzati principalmente nella produzione di armature leggere. In parte per la concorrenza ma sopratutto per la cattiva gestione, l'attività della famiglia non funziona al meglio e Johan, il capofamiglia, si è fortemente indebitato per non chiudere i battenti. Il primogenito Gherd è stato istruito per poter succedere al padre quando sarà il momento, ma purtroppo un'altra bocca da sfamare era troppo per una famiglia ormai benestante solo di facciata. Come spesso accade, i figli cadetti vengono affidati al clero. Questa sorte toccò anche a Franz.
La vita in seminario non fu semplice per un ragazzo ma come spesso accade il martello di Sigmar, ben guidato da maestri e sacerdoti, riesce a forgiare chierici che comprendono il dono che hanno ricevuto e riescono a diventare ottimi servi del Primo Imperatore.
L'inizio della nuova vita di Franz fu tormentato. Ore a studiare pesanti tomi in lingua classica, preghiere ad ogni ora del giorno e della notte. Ogni cedimento, ogni dubbio, era punito. Le punizioni era tanto severe quanto era grave la colpa. Una delle più temute dai giovani era l'isolamento. Franz una volta dopo due giorni senza cibo rubò un panino dal refettorio. Si prese 10 frustate e fu lasciato in isolamento per 15 giorni, a pane e acqua. Ogni notte era perseguitato dagli incubi e l'unica forza che trovava era l'immagine del Martello che adornava uno scudo. Fu un vero inferno.
Padre Dekkard, uno degli istruttori, alla fine della punizione gli spiegò quanto lo aveva deluso, quanto aveva deluso Sigmar e quanto grave fosse la sua colpa. Disse a Franz che al prossimo errore sarebbe stato espulso nella migliore ipotesi, se non esiliato, imprigionato a vita o scomunicato. Franz non esitò. Da quel giorno smise di esitare, si trasformò in un'altra persona, fino al punto di diventare uno dei migliori della sua classe.
Franz comprese a pieno la necessità di rispettare le regole, combattere con tutte le forze il Caos, combattere ogni forma di illegalità. L'impero senza una guida retta e giusta sarebbe caduto e il male avrebbe dominato. No, non lo avrebbe permesso. Avrebbe dato la vita per questi ideali.
INTRO
Percorrevi il corridoio verso la tua piccola cella al monastero sigmarita di Altdofr coi soliti pensieri legati alla giornata appena trascorsa. Gli insegnamenti del padre superiore, l'addestramento nella caccia all'ignominia, le benedizioni del santo padre Sigmar. Fu un attimo. Una sensazione di disagio, mentre poggiavi la mano sul legno di quercia della porta. Svanì subito, ma fu per questo che la vista del piccione sul davanzale non ti colse di sorpresa. Una lettera di John, però, non avrebbe dovuto causarti preoccupazioni. Forse. John Stormrage, del resto, è uno dei pochi amici di adolescenza che ti restano. E' un po' suonato, lui e il suo attaccamento agli alberi e alle bestie, ma i fedeli dell'Antica Via hanno insito quel rispetto dell'equilibrio che aiuta sempre a far pendere la bilancia in favore di Sigmar. E poi ti ha salvato la pelle, non ci fosse stato lui quell'orso ti avrebbe ucciso. E non si dimentica un ragazzo mandato da Sigmar ad evitare la tua morte. Apristi il piccolo plico. Una sola frase: ti chiedeva di incontrarvi al solito posto, il mezzogiorno seguente. Aveva firmato col suo nome druidico, Stormrage. Percepisti l'urgenza e il disagio. Ti parlò per mezz'ora di strani movimenti nei boschi. Di animali in fuga. Di alberi abbattuti. Di tutto il discorso, per te il succo fu: orchi liberi nel cuore dell'impero. Gli giurasti che avresti parlato subito con chi di dovere. Non ti aspettavi che ci fosse qualcosa di più grosso di qualche orchetto sbrancato in ballo. Gunther è qualcosa di più di un simbolo dei cacciatori di streghe. E' una leggenda. La spada che porta al fianco reca sull'elsa una lunga storia di sofferte vittorie nella guerra contro l'ignominia e sulla lama le benedizioni di cinque dei. La cicatrice sul suo volto non è mai stata curata per incutere il giusto timore in chi lo guarda. Funziona: eri già un po' sulle spine quando ti han mandato da lui, ma al vederlo il disagio è diventato timore. Gli hai descritto il problema. Ha ascoltato con attenzione, ponendo le giuste domande nel giusto momento. Ha detto che indagherai. Era un ordine? Non sapresti dire. Ma suonava come tale. Dice che provvederà lui alla tua scorta. E che sicuramente il tuo amico Stormrage dovrà essere della partita.